FUTURO. E se ci ricapiterà l’occasione? Tranquilli, faremo il medesimo errore

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Che cosa unisce le passioni per la natura, la libertà, il jazz, la vita sana, il naturismo, l'alimentazione, il giornalismo, la scrittura, la ragione, la critica, le scienze, il nudismo, il vegetarismo, l'umorismo, la bellezza, il disegno, l'arte, la musica, la psicologia, le automobili d'epoca, la politica?

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Ma benedett’uomo, lo sa che i magistrati lo vedono come il fumo negli occhi, e che ogni volta che lui si insedia a Palazzo Chigi tirano fuori ogni genere di imputazioni e processi. Sarà pure una vittima, ma il Cavaliere certe accuse se le cerca. Prendiamo il caso dei coltelli. Che bisogno aveva di acquistare un nuovo set di affilatissimi coltelli? Non è una provocazione della Sorte? Come se poi in cucina ci fosse lui e non il suo cuoco. (In quanto alla moglie Veronica, ha l’aria intellettuale di chi non sa cucinare neanche un uovo al tegamino).
Però, anche suo padre, che caratterino: si laurea studiando di sera per gelosia della laurea del figlio. Lo capisco il Piergiorgio, i suoi odi freddi e il suo esibizionismo per prendersi la scena partono dalla famiglia. E dai suoi quattro anni di seminario (oddio, ve l’immaginate don Odifreddi?). Del resto, la Chiesa la devi frequentare per disprezzarla. Preti e suore, se li conosci li eviti. Poi, dice che “uno si butta a sinistra” (Totò). E infatti l’ex-seminarista diventò prima comunista e poi ateo militante, ma sempre con la Bibbia, i Vangeli e Gesù in bocca, sia pure formalmente per criticarli. Come non capirlo, non dirò giustificarlo, sul piano psicologico?
E invece, a proposito, chi è che difende la Chiesa anche quando è indifendibile? Chi non l’ha conosciuta e quindi non la evita. I politici clericali che la strumentalizzano senza aver mai messo piede in parrocchia o al catechismo, come tanti anni fa il toscanaccio non credente Pera (ricordate?), altro personaggio che amava stare sotto i riflettori, o il super “ateo devoto” Ferrara, che da piccolo abitava a Mosca nei palazzi privilegiati per gli apparatnicki dei partiti comunisti stranieri, come il padre Maurizio, comunistone, sposato - se non sbaglio - con la segretaria di Togliatti.
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DAL SEMINARIO A SANTIAGO DI COMPOSTELA.
Odifreddi, che è docente di matematica e scrittore di molti libri brillanti e polemici, non solo ha fatto il seminario e ha letto e interpretato la Bibbia, non solo è stato comunista, ma poche settimane fa, in uno dei suoi tipici eccessi di esibizionismo narcisista alla Pannella (come dire: “Faccio qualunque cosa, vado anche col Diavolo, purché si continui a parlare di me”), ha fatto anche a piedi il cammino di Santiago di Compostella, come i pellegrini credenti e un po' fanatici, discutendo di Dio - è proprio una fissazione - col cattolico Valzania (Rai). Lo ha rivelato Claudio Sabelli Fioretti, gran camminatore che era con lui e che lì avrà deciso di intervistarlo, prima di ritirarsi.
Vabbè, allora anch’io nel mio piccolo ho fatto l’asilo dalle suore. Che odiavo. E di odi caldi, non odi freddi. Erano, come tutte le suore, cattivissime. Inutilmente, autolesionisticamente, perfide. Capirai, piove sul bagnato: donne e per di più religiose e represse. Quando c’è (e l’ignoranza la rende inevitabile), in questi casi la cattiveria diventa davvero ottusa. Solo rarissimi maschi, i più infantili, riescono ad imitarla. Oppure i bambini. All'asilo infatti mi vendicai tagliando con le forbici una spazzole monacale. Fecero il diavolo a quattro e convocarono mia madre. Il reato era grave: rovinare una spazzola a una che è insieme suora e donna. Dico, ma li avete mai osservati bene gli abiti delle suore? Non fanno una piega. Mai una chiazza di unto. Sembra che stiano sempre a stirarsi, lavarsi, spazzolarsi, imbellettarsi, ‘ste vanitose di Dio.
Ma io avevo cinque anni e non avevo ancora coscienza di me quando avevo questi odi caldi, mentre Odifreddi ne aveva 18 quando stava in seminario, era psicologicamente adulto, e la cosa è più grave. Questa sua ambivalenza (nell'intervista - v. in basso - dice che in fondo la Natura è Dio, e che uno scienziato non può non essere in qualche modo "credente", sia pure in un ordine superiore) spiega forse l'acredine, ma non farà piacere ai comuni amici dell’Uaar, l'associazione degli atei.
Peccato, però, perché forse non a suo padre, ma a me il narcisista Pierluigi risulta un personaggio in fondo simpatico, sempre sopra le righe. Un attore nato. Sembra fatto apposta per la televisione all’italiana, dove infatti è sempre presente. Poi sa parlare a effetto, ama la battuta rapida e tagliente come piace ai registi tv. Ho duramente polemizzato con lui sul Salon Voltaire (basta inserire "Odifreddi" nella finestra di ricerca in alto, a sinistra) perché considera "fascista" lo stato di Israele.
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LE ACCUSE INGIUSTE A ISRAELE.
Sono insorto quando ha detto – e ora nell'intervista di Sabelli Fioretti sulla Stampa lo ripete – che Israele è uno stato autoritario e fascista, con argomentazioni che non tengono conto della pervasività e dell'autoritarismo di ogni Stato, e prendendosela con l'unico Stato democratico accerchiato e in guerra. Le accuse di anti-sionismo, anti-semitismo e – ora con la rivelazione del Seminario si capisce meglio – anche anti-giudaismo, se le va proprio a cercare.
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I Governi passano, ma loro, i Carabinieri, per fortuna restano, silenziosi, magari lenti, ma tenaci e con una memoria da elefante. Perché, se fosse per i politici, staremmo freschi: chi pensa al patrimonio artistico, ai reperti archeologici in Italia? Nessuno. Ne sa qualcosa un'altra "benemerita", Italia Nostra, che denuncia in continuazione trafugamenti di opere d’arte e reperti archeologici, danni al patrimonio artistico, tentativi di distruzione di monumenti, furti, cambiamenti di destinazione. Inascoltata.Etichette: archeologia, arte, tutela patrimonio artistico
Poi dice che uno fa il cinico. In realtà è la notizia in sé che è ghiotta. A Patrica, paesino della Ciociaria (Frosinone) alle falde dei monti Lepini, dove d’inverno si beve la "acquata", un vinello leggerissimo di seconda spremitura ottenuto dopo aver aggiunto acqua ai graspi già spremuti, questa volta stapperanno vero vino d’annata. Le donne del luogo – madri, figlie e nonne – che durante la guerra furono "marocchinate", cioè violentate dalle truppe del Marocco affiliate all’esercito francese, e le tante ragazze italiane violentate da immigrati marocchini d’oggi, sono state finalmente vendicate.
"VEGETARIAN IS BETTER: ETHIC AND HEALTHY" (Anonimo).
Oggi ricorre una delle più belle date nazionali. "Ma il 29% degli italiani dichiara di essere all’oscuro di cosa sia successo il 2 giugno", nota il demografo Mannheimer sul Corriere di ieri. Ne sono offeso due volte. La prima perché sono nato proprio il 2 giugno, e la circostanza – dico io – dovrebbe ormai nota al Popolo Italiano. Ma la seconda è che è il giorno della proclamazione della Repubblica. Come laico predestinato (l’anagramma perfetto del mio nome è "invero laico"), non potevo evidentemente scegliere data di nascita più simbolica. Solo nascere il 20 settembre mi avrebbe dato più soddisfazione liberale.
Infatti, non solo la Repubblica bisognava proclamare (e la cosa fu indolore, grazie anche ai primi due Presidenti della Repubblica galantuomini, entrambi monarchici e liberali), ma doveva essere ricostruito l’intero Stato, distrutto da una guerra devastante e screditato da una monarchia che aveva permesso la dittatura, aveva abbandonato gli italiani dopo la sconfitta, e così aveva tradito il Risorgimento e la gratitudine dei liberali per i Savoia.