STUPRI ETNICI. "Uomo morde cane": donne italiane vendicate
Un italiano, tale Gaetano Calicchio, dopo innumerevoli attacchi del nemico ad italici imeni, con sprezzo del pericolo, non rendendosi conto del gravoso compito di rappresentare, lui solo, l’intera Nazione italica in questa singolare guerra etnica per stupri, avrebbe controstuprato a Milano – secondo gli investigatori – una
ragazza del Marocco, scelta giovanissima, 13 anni, quasi avesse voluto imitare in una perfida citazione lo "stile marocchino".
Cambiano i tempi, andiamo sulla luna, anzi di più, su internet, eppure ancora un titolo come "Uomo morde cane" si fa leggere nei sonnacchiosi saloni di barbiere del vecchio Sud, come nella metropolitana di Milano. "Italiano stupra donna marocchina" si guadagna la posizione d’apertura su tutte le "Cronache italiane". E’ come il Chievo che torna in serie A, e quindi – possiamo sperare – le azioni Alitalia che salgono in impennata alla Borsa di Milano, gli abitanti di Napoli che fanno la raccolta differenziata, l’Italia che vende magliette a un euro alla Cina. Di più: un italiano che non si fa raccomandare dagli "amici". Insomma, una cosa rara o impossibile. Il tanto sperato dai giornalisti "Uomo morde cane". Eh, tutto è possibile, signora mia, ora anche gli italiani si mettono a stuprare le immigrate.
"Vento di destra"? Per caso c’è lo zampino della Lega Nord? E’ la seconda parte, la parte segreta, del vero "pacchetto sicurezza"? E se si trattasse addirittura dei prodromi di una strategia segreta di AN per disincentivare l’immigrazione clandestina, d’una contorta provocazione dei Centri Sociali, oppure dell’ottuso piano programmato da frange dissidenti di Forza Nuova per mettere in difficoltà la Destra di Governo? Ah, saperlo.
Intanto a quest’ora della notte, nella redazione della "Gazzetta dei Lepini" non c’è più nessuno, sono l’unico redattore rimasto, e un articolo di fondo lo devo pur scrivere sul fatto che domani, ne sono sicuro, sarà sulla bocca di tutti i patricani. Ma sì, finirò l’editoriale così: "Questo giornale esprime sdegno e vivo rincrescimento per l’accaduto alla giovanissima marocchina, e fa voti che questi barbari episodi non abbiano più a ripetersi. La violenza, è sempre riprovevole, e quella sui bambini in particolare. Ma come disse a discolpa il cinico capitano francese delle sue truppe nordafricane che nel ’45 avevano rastrellato casa per casa Patrica e Morolo rubando prosciutti e violando fanciulle (anche di nove anni), "si sa, i giovani sono giovani, e questa è una guerra".
E’ vero anche oggi, siamo in guerra, una guerra continua. Non crediamo che quelli di ieri o di oggi coinvolti nelle tragedie di Patrica o di Milano siano "giovani", anzi erano e sono vecchi dentro. Solo che la guerra è un altra: contro gli stupidi. E anche se Calicchio non sa nulla del passato, non sarà un curioso e giornalisticamente eccitante ricorso storico, quasi una Nemesi, a farci cambiare idea.
.
JAZZ. La big band di Thad Jones (tromba) e Mel Lewis (batteria) in un brano dal vivo, probabilmente del 1966, "Once Around". Riconoscibili Roland Hanna piano, Joe Henderson e Eddie Daniels tenor sax, Jerome Richardson e Jerry Dodgion alto, trombe Danny Moore, Snooky Young. tromboni Jimmy Knepper, Garnett Brown, Eddie Bert, e Cliff Heather. Richard Davis bass. Durata. poco più di 3 minuti.
1 Comments:
Bello e provocatorio.
Posta un commento
<< Home