02 giugno 2011

NATICHE. Ci sarà pure un motivo se sul sedere si concentra il desiderio maschile.

Mamma con sedere prominente Vi ricordate di quella volta che, grazie a un didietro definito "appariscente" dalle stupide croniste mondane, ma in realtà giudicato modesto dai veri intenditori, gli uomini, la sconosciuta e bruttina Philippa “Pippa” Middleton oscurò per qualche ora la filiforme e altrettanto anonima sorella Kate in un matrimonio kitsch a Londra? Se i fatti non ci sono, fotografi e giornalisti devono crearli. E così s’inventarono un sedere che non c’era. Ma allora che avrebbero scritto del sedere della mamma qui accanto?
      Fatto sta che il back side, il “lato b” o posteriore, da che mondo è mondo, contrariamente a una retorica perbenista e ipocrita, è il lato sessualmente più intrigante, oltreché appariscente, del sesso femminile. Che a causa del crescente sedentarismo e della mancanza di una selezione adeguata, è sempre più piatto e sfuggente. O tempora, o mores! Eppure, a detta di tutti (maschi, femmine, gay e trans) è spesso il vero oggetto del desiderio sessuale.
Ragazza con glutei sporgenti      E su questo punto ormai i gusti di noi moderni, per una reazione biologico-estetica alla piattezza generale e all’abbassamento dell’eros dovuto alla morale cristiana, sono diventati così esigenti che appare decisamente insufficiente, addirittura androgina, la classica armonia dei troppo lodati – nell’Antichità – glutei della Venere callipigia, cioè in greco antico “dalle belle (kali) natiche (pygos)”, conservata nel Museo Archeologico di Napoli (v. sotto). Natiche che soltanto inacidite e anafrodisiache professoresse di storia dell’arte, possono sostenere essere “il più bel sedere della statuaria classica”. A noi sembra piuttosto stretto e adolescenziale, se non vagamente ermafroditico. Ed essendo ben note le tendenze sessuali degli intellettuali greci, che sempre incerti tra donne e ragazzi impuberi, cioè bambini, praticavano la pedofilia di massa, c’è poco da stare tranquilli sull’interpretazione di certi sederi di marmo.
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      Insomma, non solo le donne di oggi, ma perfino la ex-callipigia Afrodite, mancano di sporgenze posteriori sicuramente femminili. Ma allora – si dirà – vanno bene solo i chiapponi in stile Grande Madre atavica oppure donna africana (african matako, sedere africano, lo chiamano in Kenia, e i maschi ne vanno pazzi), o peggio quelli grotteschi, patologici, delle donne Ottentotte dell’Ottocento? Per carità! Anche se erano e sono pur tuttavia una parossistica risposta ad una “domanda” antropologico-evolutiva. C’è una intelligenza della Natura, insomma nei glutei sporgenti. La povera Saartie, sudafricana della tribù dei Khoi-san fu esposta a Londra nel 1810 come un animale da baraccone, sollevando giustamente le proteste delle associazioni umanitarie. Era steatopigia, cioè affetta da un abnorme accumulo di grassi nelle natiche, tratto somatico molto apprezzato dai maschi della sua tribù.
dietroback-sporgente-body2      L’appiattimento del sedere, epidemia devastante in certe etnie dell’est europeo (p.es. nelle donne russe, ucraine, bulgare, balcaniche), tanto da poter bastare da sola, specialmente se la donna è giovane e magra, a indovinarne l’origine geografica, è pur sempre una conseguenza antropologica e sociale. A tal punto la razza caucasica, ovvero quella europide, anzi, la donna in generale nei Paesi in cui è stata a lungo relegata in ginecei o in cucina o abituata dalle madri a star sempre seduta, ha reso prima flaccidi e poi ha atrofizzato i muscoli glutei. A forza di non camminare e non eseguire più esercizi di gambe. E l’eventuale sostituzione dei muscoli col deposito di grasso, come in certe donne arabe e mediterranee, non serve certo a migliorare le cose dal punto di vista del di dietro.
camicia rossa occhiali sederebackretro (picc)      Certo, diranno i soliti maniaci non del sesso, ma delle classificazioni scientifiche, non si può proseguire nel discorso senza distinguere tra tre sotto-tipi di sedere appariscente e voluminoso:
1. Sedere sporgente, cioè aggettante all’indietro (v. gran parte delle immagini qui accluse). 2. Sedere largo, perché sostenuto da fianchi larghi (v. l’insegnante sexy alla lavagna). 3. Sedere grosso, per sviluppo o dei muscoli glutei o di Glutei sporgenti con pantalonidepositi di grasso. Tre categorie diversissime che hanno ciascuna amatori esigenti e pignoli. Per gli appassionati del tipo 1, p.es., il tipo 3 è un difetto, non un pregio, e anche il tipo 2 è molto discusso.
      Fatto sta che le curve di ogni genere, sia quelle laterali (la silhouette, dovuta per lo più allo scheletro e ai depositi di grasso), sia e soprattutto quelle antero-posteriori, mammelle e glutei, insomma i tanto bistrattati “tette e culo” (dalle donne borghesi nei salotti e sotto l’ombrellone), dovuti a sviluppo ormonale e muscolare, oltreché ai grassi, sono considerati oggi fuori norma.
dietro9      Prominenze che la moda politicamente corretta, oggi, impone di censurare, più di quanto la morale facesse un tempo con lo stesso organo sessuale femminile, la vulva.  Nell’Ottocento il poeta satirico Giuseppe Gioachino Belli in uno dei suoi sonetti in romanesco (“Pijjate e capate”, cioè “prendete e scegliete”) elencò ben 39 modi di definire il sedere tra i popolani di Roma, da mela a culiseo, da tonno a tafanario. Le caste monache, per esempio – lo scrive lo stesso Belli in nota – lo chiamavano tra di loro “il signorino”.          
       Era forse motivo di scandalo nella buona società? Nient’affatto, gli antichi che noi riteniamo prude e provinciali erano molto più liberi di noi su certe cose. Anzi, quando il Belli recitava i suoi sonetti all’Accademia Tiberina con aria fintamente seria e compunta, monsignori e cardinali suoi amici  erano i primi a sganasciarsi dalle risate. Ma già, voi direte, i preti hanno sempre avuto un debole per il sedere. 
Venere Callipigia Museo Napoli      Invece, un secolo e mezzo più tardi, non appena Tinto Brass nei suoi film fa l'apologia del "culo", ecco che tutti si stracciano le vesti per lo scandalo e l'indignazione ipocrita: che volgarità, che fissazione maniacale, che regista anormale! E i critici sono stati a lungo incerti se collocare il povero Tinto in un lupanare di Pompei o sul lettino di Freud. Eppure Brass in fondo aveva ragione sul piano antropologico e culturale, sì, culturale: è il “culo”, prima ancora del cuore o della “fica”, l’origine del sesso, cioè dell’amore. Del resto, è l’unico organo sessuale visibile della donna. Non saranno, semmai, i negatori, i censori, a essere i veri maniaci?
prof lavagna sedere-dietro-back (picc)
      Già il fatto che non esista un nome colto, accettato, letterario per dirlo, dice tutto della censura linguistica e dunque dell’ingiustizia della Storia ai danni dell’anatomia. In italiano, per esempio, culo non è un termine colto, utilizzabile nei temi di scuola, negli articoli di giornale, nelle leggi, nelle relazioni ufficiali o negli studi scientifici, ma è ovviamente presente come termine familiare intimo, dialettale, volgare. Tuttora, in moltissime famiglie – per non parlare dei salotti – è considerato una parolaccia, che nessuno, tantomeno i bambini, dovrebbero mai dire.
sederejeans      Come dirlo, perciò? La diversione linguistica non c’è solo nel romanesco del Belli, ma anche nella lingua italiana, e un po’ in ogni lingua. Bisogna andare alle espressioni indirette e analogiche, come l’ipocrita sedere, che in origine era solo un verbo (e se il culo non è seduto?), oppure natiche o glutei (che però sono soltanto una parte del tutto). E men che meno serve il dottorale ano, che infatti è una parte ancora più piccola del “culo”. Altrimenti? La piccola borghesia vergognosa inventò tanti modi ridicoli, obliqui, elusivi ed allusivi per dire e non dire “culo”, come il posteriore, il preterito, il deretano, il di dietro ecc.
      Sull’argomento, perciò, non sono le stiliste di moda ad avere l’ultima parola, ma gli studiosi. Il sedere, infatti, dà ragione alla biologia, alle scienze della Natura, agli Antichi, e perfino a Tinto Brass. Insomma, non solo la modella sexy e una bella donna in generale è “più intelligente” dell’acida prof di greco che la critica, come dimostro provocatoriamente in un articolo, ma tra modelle, attrici porno e belle donne, quelle appartenenti alla categoria dei “glutei formosi” ha ancora più ragione in senso antropologico.
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Jennifer Lopez back-dietro-sedere-sporgente-vestita      E, a proposito di scienza, ricordiamo che il sedere prominente delle donne è formato sia dai muscoli glutei, che possono essere ingrossati anche con l’esercizio fisico specializzato (salire le scale, camminare in montagna, steps), sia dagli adipociti, cellule adipose ricche di acidi grassi che gli ormoni femminili per eccellenza, gli estrogeni, accumulano soprattutto nella zona glutei e cosce. La funzione biologica? Meccanica (protezione dagli urti) e di riserva energetica. Ma a posteriori – è il caso di dirlo – possiamo ritenere che deve essersi trattato anche del frutto di una sapiente selezione naturale estetica a fini riproduttivi. Le femmine col sedere più appariscente, attirando fin da lontano il maschio, si sono assicurate più frequenti rapporti sessuali e quindi la propagazione della specie. Insomma, un’astuzia della Natura. Questo è il “biotipo ginoide”, contrapposto al “biotipo androide”, ovvero maschile, caratterizzato dall’accumulo di adipociti nel ventre e nella parte alta del corpo.
sederetyg      Ma la ricerca medica ha provato che il grasso delle natiche tipico delle donne è protettivo, a differenza di quello del ventre (maschile). Come se non bastasse, le donne col sedere grosso, conferma ora con maggiori dettagli uno studio su 16 mila donne di K. Manolopoulos e altri, dell’Università di Oxford – su cui il sito britannico BBC News, a differenza di siti spagnoli o italiani, non fa il minimo humour – non solo sono più sane, per la prevalenza media più elevata di acidi grassi Omega-3, cardioprotettivi e catalizzatori dello sviluppo cerebrale, ma anche più intelligenti. Saartjie Baartman ottentotta 1810 circaHanno meno colesterolo e glucosio nel sangue, meno rischio di diabete e infarti. Infatti, spiega l’autore: «Avere un sedere grosso favorisce nel corpo femminile i livelli di leptina, che è un ormone responsabile della regolazione del peso, e la dinopectina, un ormone con caratteristiche anti-infiammatorie, protettive dei vasi e anti-diabetiche. Il tessuto adiposo dei glutei intrappola particelle grasse nocive e previene le malattie cardiovascolari». Ecco perché le donne col “culone” sono più resistenti alle grandi malattie croniche e vivono più a lungo. Inutile dire che nell’apprendere la notizia alla tv le donne brasiliane, famose al mondo per l’imponenza dei glutei, sono esplose in un urlo collettivo di gioia.
Angel-Lola-Luv (Angel-Fershgenet) dietro-back-sedere      Insomma, ci dispiace per i contadini e i fabbricanti di scarponi, ma oggi come ieri hanno ragione le donne (che infatti hanno mandato avanti la casa per svariati millenni, mentre i maschi “perdevano tempo” a fondare città e imperi, a filosofare e guerreggiare), e il vecchio proverbio va modificato così: “natiche grosse, cervello fino”.

      Tornando al significato psico-evolutivo delle natiche, ecco un mio articolo che ho riscoperto in archivio, pubblicato nel lontano 1996 sulla rivista di divulgazione scientifica Teknos. Sembra attuale, no?


PARTI DEL CORPO CHE SCENDONO E SALGONO: IL CUORE E IL SEDERE


Oggetto del desiderio? Macché, è “utilità biologica”. Tinto Brass non solo non è un maniaco, ma è antropologicamente corretto. Secondo gli scienziati, infatti, i glutei femminili avrebbero la funzione evolutiva primaria di indirizzare, proprio come una bussola, la sessualità dell’uomo. E così tutto si spiega: anche la poetica finzione del “cuore, simbolo dell’amore” e perfino la metafora religiosa del “sacro cuore” di Gesù. Chi l’avrebbe detto?

Chi di noi, almeno nei Paesi latini, credeva di sapere tutto sul rapporto tra i sessi e sul corteggiamento deve ricredersi. Le ultime scoperte scientifiche di antropologi e psicologi del comportamento riconducono l'incontro uomo-donna a precise esigenze biologiche piuttosto che alla pulsione del piacere. Lo scienziato tedesco Karl Grammer ha studiato migliaia di maschi e femmine, sia dell'uomo sia delle scimmie antropomorfe, per concludere che il maschio a prima vista osserva con molto interesse l'ampiezza del bacino e i glutei della femmina, al fine di garantirsi una buona "riproduttrice". Insomma, uno sguardo che sembra un po' troppo basso, ma in realtà è saggiamente lungimirante.
       Non per caso la femmina dello scimpanzé in calore presenta posteriormente a mo' di segnaletica un'appariscente tumefazione rosa che attira il maschio. Il richiamo sessuale atavico per i maschi delle specie dei primati, e anche dell’uomo, è quindi il sedere femminile. Il medico e antropologo Desmond Morris ha scoperto, infatti, che dai tondeggianti glutei della donna trae origine e forma il simbolo stesso dell’amore: il cuore.
      Che altro è il cuore, almeno quello “tutte curve” rappresentato in forma stilizzata, se non il deretano capovolto d’una giovane donna, così come appunto lo vedevano i primi uomini preistorici che praticavano la tecnica sessuale more pecudum, cioè “come le pecore”, ovvero dal posteriore? Insomma, è anche poetico e adattissimo alla retorica femminile: visto da dietro ogni sedere di donna sembra un cuore, sì ma rovesciato, con la punta in sù. Come prendersela, allora, col regista Tinto Brass e con le sue maniacali fissazioni sul sedere?

       In quanto alle femmine, sia dell'Homo sapiens (duemila studentesse di medicina degli USA, volontarie) sia delle scimmie bonobo, simili agli scimpanzé, si è scoperto che, al contrario, guardano il maschio negli occhi, sembra per sondarne la forza emotiva (a scopo riproduttivo) e la qualità di leader o di livello sociale superiore (per garantire il cibo ai piccoli). Le femmine Bonobo, proprio come certe giovani donne, praticano il sesso a una condizione: che il maschio offra loro il suo cibo, prima, durante e dopo il rapporto. Non sarà certo politically correct, ma a noi sembra un’analogia molto stringente: non nacque così la più antica e nobile “professione” del mondo? (Nico Valerio, Teknos 1996)

Amore secondo le donne e gli uomini      Questo era l'articolo di tanti anni fa su Teknos. Ma per fortuna, l'antropologo Desmond Morris è stato letto anche da alcuni disegnatori umoristi, come quello che ha creato la vignetta psicologica e di costume qui accanto.  E dello strano “cuore” capovolto ha capito tutto anche la famosa ditta di latrine chimiche mobili Sebach. Con la scusa dell’ironia e dell’humour, e quindi della riconoscibilità del marchio tra i giovani (già è oggetto di culto), ne ha fatto addirittura il proprio simbolo, e rispettando le giuste proporzioni delle natiche femminili. Né assurdamente romantico, né esplicitamente sessuale, solo escretorio. E’ vero, tra tanto straparlare avevamo dimenticato la terza, fondamentale, fisiologica funzione del “cuore capovolto”!
sebach      Infine, anche i sederi maschili hanno acquistato nel tempo, per analogia con quelli femminili, una connotazione sensuale, ma con sottintesi aberranti, vista la ben diversa anatomia sessuale. Tant’è vero che il periodo di massima considerazione del “lato B” virile, a vedere la statuaria che ci è pervenuta, è proprio la Grecia antica dove la pederastia, cioè l'amore di uomini maturi per giovinetti impuberi, era la regola,  e dove – come abbiamo detto sopra – perfino i glutei di una Dea sembrano essere scolpiti nel marmo avendo a modello i maschi. Ad ogni modo, anche una breve rassegna fotografica, se il fotografo maniacalmente si apposta non davanti ma dietro alle statue, dà un’idea di come le natiche, maschili o femminili che siano, abbiano interessato i popoli antichi, fino al punto da spingere gli scultori a indulgere al dettaglio realistico pur di avere successo.

IMMAGINI. Dalla “normale” mamma con bambino dalle natiche strepitose (lei, non lui, poverino) alla statua della Afrodite callipigia (Museo Archeologico di Napoli), da Jennifer Lopez, la bruttina con un vestito aderente che mette sapientemente in mostra il posteriore, alla “Donna ottentotta”, dipinto a olio del 1890 ispirato a Saartie Baartman (Torino), numerosi esempi di posteriore super-sviluppato o mostrato come vero oggetto del desiderio ovvero dell’amore, cioè del cuore (rovesciato), secondo la intrigante teoria dell’antropologo Desmond Morris. E forse era laureato in antropologia il disegnatore della ditta di latrine chimiche mobili che ha inventato quel logo davvero così ironico. Infine, la vignetta umoristica che illustra senza parole la diversa concezione dell’amore presso le donne e gli uomini, semplicemente capovolgendo la medesima parte simbolica del corpo.

AGGIORNATO IL 14 GIUGNO 2017

JAZZ. La cantante Billie Holiday in un brano tratto da un disco Brunswick inciso dall’orchestra di Teddy Wilson: una bella interpretazione della classica song These Foolish Things (3.20). La formazione: Jonah Jones, tp / Johnny Hodges, alto sax / Harry Carney, cl, barit. sax / Teddy Wilson, p / Lawrence Lucie, guit / John Kirby, bass / Cozy Cole, drums / Billie Holiday, vocal. New York, June 30, 1936.

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19 Comments:

Anonymous Signora di Bergamo said...

Favoloso! Davvero complimenti, Nico.Nel tuo articolo mi sono rivista...:-)

3 giugno 2011 alle ore 12:53  
Anonymous La strega di Osimo said...

Una vera e propria... monografia. E il cervello, com'è che a voi maschi non interessa?

3 giugno 2011 alle ore 16:56  
Anonymous ing. Peeters said...

Se le donne sapessero che siedono sulla propria ricchezza... diceva la antica maitresse!

3 giugno 2011 alle ore 22:46  
Anonymous Von Paulus said...

Un'altra teoria sull'appetito che sucitano le armoniche e voluttuose riserve di grasso allocate nei glutei muliebri viene dall'esigenza ancestrale per il maschio di fecondare la migliore delle femmine in grado di generare. E' noto che le femmine sottopeso o malnutrite, le anoressiche per esempio, sono prive di mestruazioni e non lanciano quell'inequivocabile messaggio olfattivo che le donne oggi vogliono nascondere. La consistenza del fattore B e' un segnale primordiale che garantisce al maschio l'accoppiamento con una buona "fattrice". Altro che bunga-bunga!

4 giugno 2011 alle ore 19:50  
Anonymous Mary the Red said...

e dire che io avevo un complesso...

4 giugno 2011 alle ore 22:41  
Anonymous Anonimo said...

Interessante aricolo, adesso una classificazione sui sederi maschili per favore. Grazie,
Tiziana

27 dicembre 2011 alle ore 10:55  
Blogger Nico Valerio said...

Tiziana, per tua sfortuna il sedere maschile è quasi sempre sfuggente, poco appariscente, e dunque non degno di nota. Lo è anche in molte donne, è vero, ma presso il tuo genere almeno si possono verificare o si sono verificati in passato casi di sederi macroscopici, perciò antropologicamente significativi. Nelle statuette della Grande Madre c'erano sì mammelle esagerate, ma anche culi esagerati. Non mi risulta che siano stati trovate statuette del Grande Padre con grosso sedere. Maschilisti d'antan? Sia pure, ma i reperti sono questi... E io discuto laicamente di ciò che è, non di ciò che potrebbe o dovrebbe essere.

21 marzo 2012 alle ore 02:38  
Anonymous Anonimo said...

Veramente un bell'articolo. Per chi è interessato all'argomento, e per mostrare come le natiche suscitino allegria e simpatia, segnalo un blog che già nel titolo segnala il punto di vista dell'autrice, "Natiche Simpatiche: http://eccolenatichesimpatiche.blogspot.it/

25 maggio 2012 alle ore 10:22  
Anonymous Anarchj said...

In realtà la considerazione circa le natiche maschili in Grecia è significativa: basta guardare qualsiasi statua classica per rendersene conto. L'esemplare più impressionante che ricordo è una statua di bronzo di atleta o sovrano ellenistico esposta al Museo Nazionale Romano (Palazzo Massimo).
Ricordo inoltre che Aristofane (mi pare ne "Le Nuvole") reputa degradazione dei costumi il preferire l'uomo magro con le spalle rachitiche, le chiappe piccole e il "coso" lungo al maschio muscoloso, con l'affare piccolo e le natiche grandi
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/dd/Brogi,_Carlo_(1850-1925)_-_n._16394_-_Roma_-_Museo_Nazionale_-_Sovrano_greco._Bronzo_dell%27epoca_ellenistica.jpg

11 dicembre 2012 alle ore 12:19  
Blogger Andare said...

Donne così ne sono rimaste pochissime, ahimè. Complessate da far paura. Così complessate da rifiutare chi le apprezza per come sono. Derise e offese soprattutto da altre donne.

28 dicembre 2012 alle ore 23:08  
Anonymous Anonimo said...

Salve sono un ragazzo 30 enne di mantova ,,,,sono uno che desidero solo ragazze o donne con culone grosso pero non riesco mai trovare una...giovanniarox@gmail.com

11 novembre 2013 alle ore 09:14  
Anonymous Giovanni said...

Salve sono un ragazzo 30 enne di mantova, sono uno che desidero solo ragazze o donne con culone grosso, pero non riesco mai trovare una...

11 novembre 2013 alle ore 12:04  
Anonymous Anonimo said...

Ah! Ah! Ah! Devo dire che un bel sedere grande è molto attraente! Le africane ne capiscono di sensualità! Sanno cosa attira l'uomo! Più hanno il culo grosso, più si sentono belle, e perciò se lo gonfiano. E hanno ragione l'effetto è sicuro, risveglia gli istinti, c'è anche un qualcosa di bestiale, il che non guasta! Poi alle negre piace anche esagerare, si fanno certe chiappone sporgenti irresistibili, mamma mia che roba! Invece le nostre che fanno, appena vedono un po' di cellulite, corrono subito in palestra per farsi delle chiappette piccole piccole! Il culo per essere sexy deve essere bello grande, gonfio, sporgente, col grasso e la cellulite!

30 novembre 2013 alle ore 21:40  
Anonymous Marzia Lì said...

Ehi, stupendo, mi accorgo solo ora di questo strano articolo, davvero divertente, e vero!

29 ottobre 2014 alle ore 21:50  
Anonymous Giuliano La Prostata said...

Chi l'avrebbe detto che un giorno avremmo, dopo averlo tanto denigrato, rivalutato il sedere delle donne!

30 gennaio 2017 alle ore 01:35  
Anonymous Tizia said...

Sai che ti dico, io che ho un "difetto" del genere? Che il tuo meraviglioso articolo mi fa giustizia, finalmente!...-)

8 marzo 2017 alle ore 12:10  
Blogger Andare said...

Per Tizia: vieni su a Trento che vorrei apprezzare il tuo gran bel "difetto" ;)

14 giugno 2017 alle ore 12:59  
Blogger Nico Valerio said...

Scusi, Baldessari, mi faccia capire, ma a Trento ci sarebbe una maggioranza silenziosa maschile così decisa estimatrice dei glutei femminili? Bene, mi rallegro. Se è così, la piccola città di Trento fa alzare in un colpo solo... eehm... la media italiana, invece così ottusamente attratta dal sedere piatto, anzi inesistente (alla "slava"). Uno spirito goliardico potrebbe proporre addirittura un gemellaggio di Trento con Torino, città famosa per il didietro aggettante delle sue donne. Che cosa dobbiamo aspettarci, ora che la Madonna di Medjugorie è stata sconfessata dal Papa? Bus di pellegrini, ciascuno con dentro "trentatré trentini", in pellegrinaggio alle donne della Mole Antonelliana?

14 giugno 2017 alle ore 15:52  
Blogger Andare said...

Da quel che sospetto io, non son l'unico ad adorare la Venere steatopigia da queste parti. Ne conosco una sola, di origini piemontesi guarda caso, e la compagnia maschile non le manca di sicuro, altrimenti in sei anni di corte mi avrebbe degnato di un'occasione.
Non sapevo che fosse un tratto tipico delle donne torinesi, in ogni caso. Che poi voglio essere chiaro, io per abbondanza intendo esagerazione e sproporzione. Una bianca in un corpo da nera insomma.

14 giugno 2017 alle ore 18:28  

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