ANIMALI IN CASA. Vespa vasaio: ama i libri, ha tenacia e memoria d’elefante…

Prima tra tutti una strana vespa solitaria, la vespa vasaio o muratore, detta così perché costruisce piccoli nidi di argilla o fango con varie celle, in alcune specie vasi allungati come anfore ben staccati l'uno dall'altro, in altre specie piccole cavità in un unico blocco. Questa vespa approfitta delle nostre finestre spalancate, interpretandole come segno di nostra grande liberalità, anzi, come la naturale estensione del “loro” territorio, e per egoistico istinto credono che tutto l’ambiente circostante sia per loro.
Per il resto, nulla da eccepire. La vespa vasaio è bellissima. Anche se, basta osservarla in volo, è davvero inquietante. Ha un assetto di volo, per dirla in termini aeronautici, che non assomiglia per niente al solito insetto, ma è tipico di un aereo da caccia che sta atterrando su una portaerei col grosso carrello abbassato. Le lunghissime zampe striate di giallo sono distese in basso, mentre il ventre appuntito resta curiosamente orizzontale. Inconfondibile, quel “vitino da vespa”, in questo caso da anoressia patologica al terzo stadio: quello da donna mostruosa da circo. Tra busto e ventre, infatti, la vita è così stretta e lunga da essere poco più che un tubicino. Neanche la famigerata “donna-crisi” delle modelle disegnate da Ertè poteva tanto, pur trattenendo il fiato. Certo la Sceliphron è la vespa che pur vivendo pochissimo ha la vita più lunga.
E' un insetto piuttosto grande. La lunghezza totale del corpo in alcune specie arriva anche a 4 cm, che per un insetto in Europa è davvero tanto. E in volo le due zampe penzoloni sono di lunghezza analoga, quindi l’insieme è davvero inquietante per chi non le conosce.

Come si riconoscono “al volo” (è il caso di dirlo) le varie specie? Sceliphron spirifex (specie autoctona, cioè "nostrana", presente in quasi tutte le regioni - non in Val d'Aosta - ha un volo caratteristico con l'addome nero a goccia tenuto in alto e le lunghe zampe gialle e nere penzoloni. La specie S. destillatorium (autoctona, anch'essa quasi ovunque) ha in giallo vitino, zampe e punti della testa o torace. S. caementarium (alloctona, segnalata in Italia dal 1990, viene dal Nord e Centro-America) ha zampe gialle ma vitino nero. S. curvatum (alloctona, dall'India e dall'Asia Centrale, segnalata dal 1995) è tutta nera e fa le celle nido tutte ben distinte, evidenziate, staccate, senza coprirle tutte di fango come altre specie del genere, tra cui la nostrana spirifex, probabilmente come ulteriore protezione anti-predatori (v. in basso il nido con le cellette unite in blocco).

Come si nutre? La vespa Sheliphron ha una doppia dieta. Da adulta si nutre succhiando le sostanze zuccherine presenti nel nettare dei fiori. Per far questo, però, si “sporca” di granuli di polline che trasporta inevitabilmente da un fiore all'altro permettendo così l' impollinazione e la conseguente formazione dei frutti; ha, cioè, un’importantissima funzione di insetto pronubo. Le sue larve, invece, sono carnivore e molto voraci, e perciò la femmina adulta quando deposita un uovo in ciascun nido lo accompagna sempre con abbondante cibo sufficiente allo sviluppo delle larve stesse (nido pedotrofico). Si tratta di prede vive ma paralizzate dal veleno iniettato col pungiglione: sempre piccoli ragni di varie specie. Così ogni larva dopo la schiusa dell’uovo prima divora quel che ne resta, poi si nutre a poco a poco di tutti i ragni vivi ma paralizzati che trova nel nido, fino a maturazione completa. Naturale, perciò, che la vespa femmina madre sia dotata di un grande istinto di caccia e sia una infallibile e spietata raccoglitrice di piccoli ragni.




Ma per chi ha libri è davvero un pericolo: si incaponisce a costruire caratteristici vasi di fango o argilla a forma di anfora perfettamente torniti proprio sul taglio dei libri più nascosti. Insomma, un imenottero intellettuale. Che per fortuna disdegna le preziose copertine. Vi dirò, anzi, a ben vedere io paradossalmente considero i nidi della vespa vasaio tipici degli intellettuali distratti. Infatti, grazie alla mia pluriennale esperienza, posso assicurare che è unicamente colpa della neghittosità e cattiva disposizione d’animo degli Umani pseudo-colti – la specie peggiore – se lor signore vespe, che sono a loro modo insetti molto intelligenti e di possente memoria, trasmessa di madre in figlio, possono esaudire la loro morbosa tendenza parassitaria a costruire il nido nelle biblioteche, sempre però con fango o argilla fresca (ci deve essere nei giardini attorno, quindi attenti, verso maggio, alle giornate successive a grandi piogge o agli acquitrini che si formano nei giardini o nei vasi di fiori) nei luoghi più riparati e tranquilli, tipicamente il taglio dei libri in una – ecco il punto – poco frequentata libreria.

Quindi un consiglio: soprattutto da aprile a giugno, ma anche in estate e negli autunni caldi, durante le ore calde e di sole pieno teniamo abbassati scuri o serrande, in modo da lasciare in penombra o al buio la stanza oggetto di attenzione da parte della vespa, che in tal modo non è invogliata a entrare anche se lo spiraglio in teoria lo consentirebbe. Oppure, se ci allontaniamo per lungo tempo, chiudiamo del tutto i vetri della finestra o serrande-persiane. Insomma, è la medesima tecnica del buio usata per allontanare le mosche. E quando si spalanca tutto per cambiare aria? Attenzione, dobbiamo essere presenti, vigilare con cento occhi che non entrino: e se siamo chini a leggere un libro o a scrivere al computer, alziamo di tanto in tanto lo sguardo o teniamo vigile la "coda dell'occhio". Per dirne una, non potete abbandonarvi nella lettura. Eh, lo so, è un piccolo sacrificio quando fa caldo e si vorrebbe spalancare tutto e non pensare a niente.


Se invece i nidi sono ancora sigillati, vuol dire che all'interno le larve stanno crescendo nutrendosi dei ragnetti, e che al colmo dell'estate o in primavera romperanno il guscio e sciameranno via sotto forma di giovani insetti adulti. In tal caso non fate nulla. Anzi assicuratevi che resti sempre aperto di giorno uno spiraglio qualunque (anche un tubo dell'aria) collegato all'esterno. Se le giovani vespe appena nate trovano finestre e spiragli chiusi in tutta la casa (cosa piuttosto rara in primavera-estate), muoiono per esaurimento delle riserve energetiche a causa del grande sforzo fatto per aver dovuto rompere il tappo e per i primi affannosi voli in carenza di cibo - che ormai dovrebbe essere zuccherino - e di acqua.
Che i nidi siano aperti o chiusi, scoprirete comunque che queste vespe scovano e scelgono sempre i nostri libri meno letti. E certi intellettuali iconoclasti e alternativi che conosco, che hanno voluto punire un libro o un autore odiato relegandolo in garage o in cucina sopra una credenza polverosa o in mezzo a un mucchio di vecchi volumi – davvero, per certi libri, i luoghi più consoni – poi hanno dovuto pentirsene amaramente. La terribile e tenace vespa bibliotecaria ha gusti severi, da critico letterario, anzi no, è acida e ingiusta come una professoressa che si è alzata con la luna storta e ti interroga proprio sugli autori secondari che stanno solo in nota, e che tu ovviamente non hai letto. E’ anche vendicatrice e punisce sempre i pigri, i tradizionalisti o anche gli odiatori aprioristici, diciamo gli intellettuali antipatizzanti. Li punisce facendo il nido sul taglio delle pagine dei volumi da loro odiati o dimenticati, come, che so, le chicche di nicchia come La Vera storia di Santa Rita di Yves, il sempre citato ma mai letto Ulisse di Joyce, l’esagerato Guerra e pace di Tolstoj, o l’inutile Pendolo di Foucault di Eco, e così via. Insomma, la vespa vasaio non colpisce mai a caso le sue vittime, ma sceglie. E sbagliando indovina. E’ una vespa censoria. Diciamolo: è insieme il nostro memento e mea culpa.
IMMAGINI. 1. Il caratteristico inquietante assetto di volo di Sceliphron. L'individuo fotografato, per esattezza di classificazione zoologica, avendo del giallo sul torace dovrebbe appartenere, secondo l'entomologo C. Consiglio, a Sceliphron distillatorium. 2. Nidi di fango argilloso a forma di vaso attaccati al taglio dei libri (foto L. Bartolini). 3. Nido distaccato da parete con ragnetti e larve (C.Reille). 4. Femmina di Sceliphron spirifex porta argilla tra mandibole per costruire il nido per la larva (Forum Natura Medit.). 5. Palline di argilla lasciate cadere da Sceliphron spirifex disturbata dall'uomo (Forum Natura Medit.). 6. Sceliphron caementarium femmina uccide con mandibole preda Argiope bruennichi. 7. Vespa vasaio in macro-fotografia: testa, antenne, occhi, mandibole. 8. Sceliphron caementarium (JP Lavigne). 9. Artiglio dentato di S. curvatum. 10. Sceliphron spirifex in natura: succhia nettare da un fiore: gli zuccheri sono il suo alimento da adulta. 11. Un nido aperto e uno sigillato (L. Bartolini). 12. Il contenuto in ragnetti vivi ma paralizzati lasciato in un solo nido dalla madre Sceliphron per lo sviluppo delle larve che usciranno da ogni singolo uovo. 13. Un neonato di Sceliphron (probabilmente S. spirifex, perché non sembra avere macchie gialle sul torace) si fida e si posa pacificamente su un dito. E il proprietario del dito sembra fidarsi anche lui. 14. Un nido a cellette plurime non separate, forse per ulteriore protezione (prob. di spirifex secondo il forum di Natura Mediterraneo da cui abbiamo tratto la foto). 15. La vespa vasaio (mud dauber) è diventata molto popolare tra i giovani, specialmente nel mondo anglosassone, tanto che esistono anche magliette e minigonne col disegno di questo originale insetto (questa minigonna è in vendita su Red Bubble).
JAZZ. Una bellissima e rara interpretazione di Django Reinhardt che impegna la chitarra in un insolitamente lungo assolo nel più puro stile swing. Il brano è Body and Soul
AGGIORNATO IL 18 OTTOBRE 2020