COSTUME e assistenza. Più privilegiati che barboni molti pensionati all’italiana
C’E’ POCO DA RIDERE (e molto da ridire) sui famigerati decenni della pacchia, dei furbi al potere nel Pese di Bengodi. Ricordate?
Vi ricordate di quegli impiegati statali che andavano in pensione dopo “14 anni, sei mesi e un giorno” di un lavoro sulla cui qualità, utilità e produttività è meglio stendere un velo pietoso? Erano i decenni in cui nei Governi DC-PSI, con la benevola astensione PCI, comandavano i sindacalisti. Caso unico nel Mondo, era la popolazione tutta, anzi la fascia più attiva e laboriosa, che svenandosi forniva a questi fortunati nullafacenti il modo di fregare “legalmente” la società. E ancora li stiamo pagando. Una vergogna di cui non deve spegnersi il ricordo.
Fa senso, perciò, dopo la sia pur timida riforma del nuovo governo Monti, leggere le proteste di molti nostalgici degli antichi privilergi. E guardare le solite vignette qualunquiste e ciniche. Che non fanno affatto ridere, ma indignare.
Capisco le esigenze grafiche, i luoghi comuni, gli automatici tic della satira nostalgica in stile anni ‘70 (CGIL-PCI oriented), ma il disegnatore Vauro, con la scusa della critica amara, anodina, quasi neutrale, sul giornale satirico Il Male disegna i pensionati italiani come veri e propri barboni.
Ma contro chi la fa la satira? Dovrebbe farla contro se stesso, contro un modo sbagliato di affrontare i problemi sociali, contro l’assistenza “sociale” all’italiana. Nella sua vignetta c’è poco da ridere, e molto da ridire, invece: la sua mistificazione è uno scandalo.
Proprio le pensioni giovanili italiane (un prof. statale che conosco, senza aver mai fatto un tubo a scuola, andò in pensione a 45 anni a spese nostre, e lo stiamo ancora pagando, e da decenni fa altri lavori e si gode una bella vita…) sono uno scandalo unico al Mondo, e hanno rovinato il bilancio dell’Italia. E ancora oggi c’è gente che si lamenta – soprattutto le donne impiegate statali – perché non possono più andare in pensione a 50 anni! Unici al Mondo!
Ci vuole un bel coraggio a far passare degli egoisti, pigri, sfruttatori e privilegiati per vittime.
Certo, poi ci sono anche i pensionati sfortunati, quelli che hanno lavorato duro per molti anni, ma senza contratto e quindi senza ritenute sociali, e devono contentarsi del misero assegno sociale, oppure gli impiegati che solo per pochi mesi di differenza, o per una leggina elettoralistica che ha favorito una categoria di precari o fannulloni, ricevono una pensione minore. Ma perché nella retorica protestataria sindacalese si parla sempre di questi ultimi, e non dei milioni di privilegiati, sia nella fascia alta che bassa?
E sì, perché ci sono privilegiati anche nella fascia bassa delle pensioni: il privilegio consiste nel fatto che, avendo lavorato poco e male, la pensione, sia pure bassa, non avrebbero proprio dovuto averla, secondo giustizia.
Ma come – si obietterà – porti la barca come uno skipper: un colpo a sinistra e uno a destra? (volendo sottintendere che dopo essere apparso a lungo “di Sinistra”, ora con questa filippica sarei “di Destra”…). Non accetto questa critica ottusa. Destra e Sinistra non sono categorie politologiche, sono termini furbi, finti, che non vogliono dire nulla di esatto e scientifico. Insomma, una truffa. E quindi posso benissimo, anzi, devo criticarle antrambe se dicono sciocchezze.
Insomma, sconfitte le cavolate della neo-Destra berlusconiana, ora bisogna smentire le cavolate della retorica della vetero-Sinistra sindacalese, che non ha il coraggio di dire alla gente che la vita è fatta anche di doveri, scelte e responsabilità individuali, e che difendendo i privilegiati (piccoli o grandi, non conta) di fatto diventa una vera Destra conservatrice...
E altro che pacchetto di fazzolettini di carta! Centinaia di migliaia di pensionati giovanili, che hanno lavorato magari solo “14 anni, sei mesi e un giorno”, si concedono corsi yoga e di gastronomia, e vacanze in Croazia. A nostre spese. Godono di secondi o terzi lavori, coltivano hobbies e si atteggiano a intellettuali fané nel lunghissimo “tempo libero” pagato da tutti noi. Lamentandosi pure… Chiagne e ffotte, (piangi e godi), dicono a Napoli.
E a proposito di pianto, non solo la vignetta non fa ridere, ma piangere, ma i pensionati in panchina che ironizzano sul pianto trattenuto della ministra Elsa Fornero alla presentazione della legge moralizzatrice non dice che la ministra ha fatto benissimo a piangere di loro. Ne aveva, forse, tutti i motivi.
Etichette: costume, economia, humour, satira, sociologia
1 Comments:
Interessante disamina, ma debbo purtroppo fare presente che sono davvero tanti (o troppi) i pensionati che stentano ad arrivare a fine mese e che quindi faranno sempre più spesso la figura degli infelici grottescamente rappresentati nella vignetta. Inoltre, se da un lato è scandaloso che uno sia andato in pensione dopo appena 14 anni di lavoro (ah, dimenticavo, c'è un politico che vi è andato dopo un solo giorno di sudato servizio!), dall'altro è ugualmente scandaloso che un operaio debba rimanere alla catena di montaggio per oltre 40 anni con la prospettiva di trovarsi una pensione oltretutto decurtata: eh sì, perché se da quest'anno viene bloccata l'indicizzazione di quelle superiori a 1400 euro LORDI (ma non quella dei contributi da versare, ovviamente!), con l'inflazione attuale le pensioni avranno perso un 10 per cento in neppure 3 anni.
Mi spiace, ma una mente "illuminata" come quella di Monti avrebbe potuto concepire qualcosa di molto meglio! Monti è l'ennesimo politico (con pensione da 74.000 euro MENSILI) appartenente alla vecchia nomenclatura democristiana: quella dei vari Andreotti, Forlani, De Mita, Scalfaro e via dicendo. Un potente a servizio delle banche, della Kasta e dei poteri forti. Sono convinto che anche una matricola al primo anno della Bocconi avrebbe potuto varare una manovra come questa (e forse sarebbe stato anche pià equo).
Mario Pezza
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