POLITICI LADRI? I rimedi drastici ma sicuri, che non piacciono agli Italiani
VIL RAZZA DANNATA (MA ANCHE D’ANNATA). Non scandalizza tanto che il tesoriere dell'inutile partito della Margherita (ideologia? differenze ideologiche con altri partiti?), ovviamente fatto eleggere perfino parlamentare, come càpita a quasi tutti i tesorieri, si sia appropriato di milioni di euro di tutti noi, soldi del finanziamento di Stato al suo partito, ma piuttosto
1. l'incapacità di Rutelli, fondatore e dirigente della Margherita, e dei suoi colleghi di controllare, e anche di capire le persone, e di scegliere in base all'onestà e ai meriti accertati. Si ritiene comunemente, infatti, che i dirigenti politici siano “intelligenti”, anzi, furbi. Però è altrettanto noto, e questa volta tra scienziati, che un minimo di comprensione psicologica sia doverosa in ogni persona intelligente; 2. la faccia di bronzo di chi evidentemente aveva già un “rimedio” pronto nella manica, e la mite pena che se tutto va bene lo aspetta; 3. il poco scandalo e, tutto sommato, le blande reazioni dei colleghi politici, che sanno bene quali sono le vere motivazioni dei candidati alla carriera politica, e dell'opinione pubblica (se ci fosse stato Berlusconi, avreste visto...), tra cui – horresco referens, esito a riferirla, tanto è atroce – la richiesta di “espulsione dal PD”.
Altro che stipendi dei parlamentari, la cosa certo meno grave di tutto il malcostume pubblico italiano, su cui però il ragioniere di Lodi, la casalinga di Macerata e il maestro in pensione di Caltanissetta ottusamente battono di continuo ripetendo sempre le stesse domande e lamentele sulla “Casta” a Zapping (Radio Rai 2). Qui c’è ben altro: un’attività criminale diffusa di spoliazione, ai danni dello Stato, cioè di tutti noi, intrapresa come unica speranza di carriera da chi si “iscrive alla Politica” in Italia. Partendo ovviamente dalla Provincia, perché pochissimi sono i politicanti di professione originari di Roma, Milano e delle grandi città. Si direbbe che la “carriera politica” sia oggi il furbo ultimo miraggio della gente di provincia, almeno quella che sa alla meno peggio “parlare in pubblico” (quindi rappresentanti di commercio, avvocati ecc.), come un tempo lo erano la carriera nell’esercito, tra i Carabinieri, nella Chiesa. Nel Sud soprattutto, ma anche del Nord.
I rimedi? Ne proponiamo sei, non uno di meno. E funzionano solo se presi tutti insieme:
1. Pene molto aumentate per le grosse cifre (un tipo così, p.es., dovrebbe stare in carcere 10 anni),
2. No al finanziamento pubblico dei partiti,
3. Obbligo dei partiti a rendiconti certificati da società professionali, alla trasparenza e all'ordinamento interno democratico,
4. Liste elettorali stilate solo dopo reali elezioni primarie popolari (controllate da osservatori di altri partiti), con auto-candidature dei cittadini rispondenti a precisi requisiti di merito, eccellenza e moralità.
5. No alle liste coi nomi di una persona o con una persona proprietaria di tutto o di una parte del partito (radio, giornale, logo ecc.),
6. Educazione civica ed etica pubblica in tutte le scuole, tenuta dal prof. di Storia dopo corsi severissimi e ideologici del prof stesso,
7. Premi di ogni tipo (p.es. detassazione, assunzioni di lavoro ecc.), però con gravi pene per chi denuncia il falso, a chi fa scoprire ruberie, ammanchi, furti, corruzioni, raccomandazioni, evasioni fiscali o atti illeciti. In modo da ricreare artificialmente quel sano “controllo sociale” etico che esiste spontaneamente nei Paesi anglosassoni e liberali, e smantellare così l’antica e borbonica omertà mafiosa e amicale italiana (oggi sorretta anche dalle furbe scuse-razionalizzazioni come garantismo, privacy, rifiuto di una società di delatori ecc.).
Ma poiché il punto 6 costringerebbe tutti gli Italiani – i veri colpevoli della situazione di degrado morale, politico, sociale, economico – a cambiare finalmente vita e idee, non se ne farà nulla. Ed esisteranno sempre i ladri e rapinatori del denaro pubblico.
IMMAGINE. Politico che ruba, uno stereotipo verissimo in Italia che alimenta vignette e satira di costume. Ecco una immagine ricavata da una vignetta satirica sulla corruzione del disegnatore Mauro Biani.
JAZZ. Chu Berry (tenor sax), Lionel Hampton (vibes) e Clyde Hart (piano) in un video con "Shufflin' at the Hollywood" del 1939 (autori: Hampton e il chitarrista Allan Reuss).
Etichette: costume, diritto, etica, politica, sociologia
1 Comments:
Sono ampiamente d'accordo con Te ma purtroppo non è più tempo di parole! Troppe volte ci hanno ripetuto ciò che intendevano fare, cambiare, modificare, migliorare..... prima di essere rieletti per l'ennesima volta, poi dopo aver riconquistato la poltrona, nulla hanno fatto di quanto promesso anzi hanno varato leggi e provvedimenti che ci devono far VERGOGNARE di vivere in un paese così! No, mi spiace non sono più disposto a sopportare, credo che l'unico modo di reagire a questa situazione DEPRIMENTE sia intraprendere azioni concrete di rivolta pacifica ma decisa!
Posta un commento
<< Home