BEVANDE zuccherate e cibo spazzatura: il junk food non va vietato, ma tassato.
«Premesso che in un sistema liberale ogni cittadino adulto deve poter acquistare e mangiare quello che vuole, senza proibizionismi moralistici o salutismo coatto di Stato;
accertata l’enorme diffusione tra giovani e giovanissimi di bevande gassate o zuccherate, note come “soda” nelle statistiche di Regno Unito, Stati Uniti e Canada, che in Italia ammontano a ben 2870 milioni di litri/anno consumati secondo dati dei produttori, seguite da tè e caffè freddi in bottiglia o lattina (670 milioni di litri/anno), e dalle cosiddette bevande “energizzanti” ("Energy drink"), in realtà spesso solo straricche di zucchero e solo blandamente tonificanti, e sempre piene di inutili additivi, dannosi in eccesso, come la niacina o vitamina B3 che in casi estremi ha provocato perfino gravi epatiti, o le cosiddette bevande rimineralizzanti “da sport” ormai di consumo popolare fuori dall'ambiente agonistico (120 milioni di litri/anno), raggiungendo così la somma totale di ben 3360 milioni di litri di bibite zuccherine da bar, con un boom accessorio e più grave per la salute (5 miliardi di litri/anno) a causa degli eccessi di zucchero e ingredienti vari delle bevande analcoliche ritenute sane ed "energetiche" da adolescenti e giovani;
considerato, d’altra parte, che lo Stato illuminato d’un sistema liberale deve tener conto non solo di alcuni, ma di tutti i diritti, soprattutto dei più deboli, perché meno informati, meno colti, soprattutto se giovani, proteggendo la salute dei cittadini-acquirenti (che oltretutto sono milioni) piuttosto che gli interessi dei produttori (che sono pochissimi), e che deve comunque educare i minori (che non per caso frequentano le scuole) anche a più corretti comportamenti alimentari;
visto che migliaia di studi scientifici seri provano che non solo fumo e alcol, ma anche il cosiddetto junk food (“cibo spazzatura”: bevande e alimenti ricchi di zucchero, sale o grassi, come dolciumi e snack salati) sta aumentando a dismisura il rischio di molte e gravi disfunzioni metaboliche, sovrappeso e diabete, e in conseguenza anche di danni da carenze nutrizionali ed errata dietìa in bambini e adolescenti in età scolare, giovani e adulti, con altissimi costi per la società e lo Stato, non solo economici (milioni di euro all’anno in diagnosi, cure, mancato lavoro e invalidità, a causa di carenze nutrizionali, sovrappeso, obesità, diabete alimentare, malattie cardiovascolari, cancro, ecc.), ma anche di efficienza e benessere generale, in quanto offre soltanto dannose “calorie vuote”, senza dare né vero nutrimento né quella protezione che ormai si richiede a una dieta corretta;
appurato che i danni alla salute dei consumatori abituali ed eccessivi di bibite zuccherate hanno anche un pesantissimo costo finanziario per il Sistema Sanitario nazionale, pari a svariate centinaia di milioni di euro all'anno (nella sola Gran Bretagna si parla di ben 27 miliardi di sterline);
preso atto che in tempi di grave crisi economica e finanziaria lo Stato è alla ricerca disperata di risorse, e che è intenzionato comunque, piaccia o no, a porre nuove o più alte tasse, ancor più insostenibili per i cittadini in quanto non sembrano legate ad un criterio logico;
ritenendo civilmente doveroso che coloro che intendono continuare ad ogni costo, nonostante la trentennale messa in guardia della scienza – e, sia chiaro, se adulti hanno tutto il diritto di farlo – a consumare prodotti nutrizionalmente inutili o dannosi a base di zucchero, grassi e sale, chiaramente collegati all’aumento di gravi malattie già molto diffuse (considerando anche che questi prodotti hanno in genere un prezzo molto basso, che ne facilita la diffusione), contribuiscano almeno in minima parte all’aggravio di costi a cui condannano ingiustamente – in tempi di grave crisi economica – il resto della popolazione, anche quella che ha comportamenti “salutistici”, e le strutture pubbliche;
proponiamo come criterio di tassazione indiretta sensato, intelligente, moderato, per nulla traumatico e molto utile e redditizio per la società quello della utilità-dannosità rispetto alla salute dei cittadini, tanto più rilevante se si tratta di beni e alimenti “voluttuari” del tutto inutili dal punto di vista nutrizionale, e alcuni dei quali a larghissima diffusione e a basso prezzo;
esortiamo, dunque, il Ministro della Salute e il Ministro delle Finanze ad applicare tasse diversificate colpendo maggiormente e comunque in modo significativo, come del resto si fa o si sta progettando di fare in vari altri Paesi liberali (p.es. Gran Bretagna, Australia, Francia ecc.), i prodotti più economici e-o di più largo consumo come le bevande zuccherate (p.es. un’imposta di 50 cent o 1 euro/litro darebbe a parità di consumi rispettivamente 1800 e 3600 milioni di euro all’anno), i seguenti generi di largo consumo, alimentari o no, al momento della produzione o dell’acquisto: alcolici e aperitivi (tranne vino, birra e sidro), patatine, chips, salatini e snacks, bibite dolci in bottiglia o lattina (aranciate, limonate, chinotti, bevande alla cola, bevande “energy” o da sport, tè e caffè in lattina o bottiglia), estratti o nettari di frutta con o senza zucchero aggiunto, zucchero da cucina, caramelle e praline, confetture e marmellate, biscotti dolci confezionati, gelati, budini confezionati, cioccolato al latte, cioccolatini ripieni, prodotti da pasticceria fresca e conservata, creme dolci spalmabili a base di grassi, creme di latte, yogurt dolcificati, margarina e, se a base di farina 00 o 0, tramezzini, panini, pizze, pizzette da bar, sandwich, croissant o cornetti (anche non dolci), tabacco.
Riteniamo che da questa misura, anche applicata solo parzialmente (p.es. cominciando dalle diffusissime bibite zuccherate - la salute dei cittadini, i bilanci sanitari delle Regioni e il bilancio generale dello Stato trarrebbero sicuramente grande vantaggio, senza peraltro incidere minimamente sulla libertà dei cittadini acquirenti o produttori».
E FINALMENTE QUALCOSA SI MUOVE. L’OMS….
Ci conforta che il tossicologo Silvio Garattini, con Veronesi uno dei ricercatori più intelligenti ed eclettici in Italia, sia d’accordo con un ragionamento simile (v. bella intervista di M. Paola Cicerone sul Fatto Alimentare) e difenda la sensata indicazione della WHO-OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità, emanazione dell’ONU) di ridurre la percentuale di zuccheri semplici nelle dieta quotidiana dal 10 al 5%, con l’incredibile e scandalosa opposizione proprio del Governo Italiano. Che c’entra l’Italia? E’ forse tradizionale in Italia il dolce? Nient’affatto: studino la storia dell’alimentazione gli ignoranti del Governo.
L’eccesso di zucchero, bevande zuccherate e dolci mai è stato una caratteristica delle storica dieta del popolo italiano. Basti ricordare che i dolci da noi sono sempre stati un evento della festa, delle rare ricorrenze, non certo un uso quotidiano. Fino a pochi anni fa, in molti casi tuttora, nei paesi del Sud neanche esistevano le pasticcerie… Insomma, zucchero e sale sono quasi sempre inutili e dannosi. Non è corretto vietarli, ci mancherebbe, ma visto che attualmente sono scandalosamente economici, poco più che gratuiti (poche decine di centesimi per mezzo kg), sarebbe giusto e utilissimo tassarli. Per dare un segnale. E così, almeno, lo Stato si ripagherebbe le maggiori spese che i consumatori inconsulti di zucchero e sale provocano al Paese.
E I GOVERNI FINALMENTE OSANO SFIDARE L'IMPOPOLARITA' TRA GLI OTTUSI.
Del resto, in molti Paesi progrediti si sta discutendo sull’opportunità di tassare bevande zuccherate e cibi junk food. Anche l’illuminato sindaco di New York, Bloomberg, per contrastare l’obesità diffusissima in città, ha proposto di limitare le vendite di bevande gassate “formato famiglia”, sollevando le polemiche dei produttori e il plauso dei medici specialisti. Del resto, in vari Paesi, e non solo anglosassoni, le tasse su alcuni prodotti dannosi (alcolici, tabacco) ci sono già da tempo, e sono molto alte. In Italia, la Coldiretti si è detta d’accordo con la tassazione delle bibite gassate, allo scopo di favorire la frutta naturale. Non tiene conto, però, che anche i “succhi di frutta” ed estratti di frutta, pur essendo ottenuti da frutti naturali, e in alcuni caso senza aggiunta di zucchero (le confezioni si presentano di solito in cartoni dotati di beccuccio), finiscono per essere ricchissime di zuccheri semplici, quelli dolci per intenderci, a causa della concentrazione. E perciò sono ad alto rischio, soprattutto per i bambini e i giovani. Insomma, non è solo questione dell’origine di questi zuccheri (anche lo zucchero bianco puro è di origine naturale), ma del danno che l’eccesso di zuccheri (saccarosio, fruttosio, glucosio ecc.) può arrecare all’organismo, dai danni patologici al metabolismo fino all’incremento del rischio di malattie cardio-vascolari e tumori.
Il Capo del Governo del Regno Unito aveva deciso finalmente di tassare le bibite contenenti un alto tasso di zucchero, ma soltanto a partire dal 2018 (e chissà se questo avverrà, dopo le sue dimissioni). L'importante, comunque, è che un Capo di Governo europeo si sia detto convinto che i divieti sono controproducenti e sempre odiosi, tanto più se salutistici, ma che un leggero aumento del prezzo, inevitabile per questi prodotti tecnologicamente semplici e dal costo di produzione bassissimo una volta tassati, sia una persuasione "gentile" molto più efficace, proprio perché - al contrario di quanto afferma il mediocre articolo citato - i maggiori consumatori di bevande a base di zucchero sono i giovanissimi e le persone a basso reddito, per le quali la piccola "stretta" impositiva indiretta equivale a una forma di educazione alimentare ed economica. Ma glielo consentiranno le potentissime lobbies delle bibite? Ci vuole una decisione super partes d'un qualche Organo istituzionale internazionale di Sanità, come l'OMS (WHO), l'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha proposto finalmente di tassare fino al 20% le bibite zuccherate, per ridurre l'incidenza di obesità giovanile, diabete e carie dentale. Oggi assommano a ben 42 milioni i bambini obesi nel Mondo, la metà dai quali vive in Asia. L'obiettivo è dimezzare l'incidenza epidemiologica, almeno tra i bambini, dell'obesità, e niente come un consistente aumento del prezzo può aiutare a raggiungerlo.
MMAGINI. 1. Quanto zucchero c'è nella più tipica bevanda zuccherata: la Coca Cola (SugarStacks.com). 2. Tipico pasto junk food: panino con hamburger, patatine fritte e bevanda alla cola. 3. Le bibite industriali in bottiglia o lattina o cartone (aranciate, limonate, acque gassose dolcificate, bibite alla cola, chinotti, succhi di frutta, bibite energizzanti o con integratori, tè, nettari di frutta, estratti di frutta ecc.) sono ricchissime di zucchero, anche più del 10%. Non conta, ai fini della salute, se lo zucchero sia naturale o aggiunto. Infatti non pochi frutti naturali hanno la stessa percentuale di zuccheri, ma dei frutti non si abusa. Conta, perciò, il fatto che il basso prezzo, il fatto che siano freddi o ghiacciati, l’errata convinzione che siano “dissetanti”, la facilità di acquisto e di consumo, e l’adesione a modelli sociali di comportamento suggeriti dalla pubblicità, spingano enormi fasce della popolazione, soprattutto i giovani e i bambini, ad un consumo smodato. Senza contare le sostanze chimiche aggiunte. 4. Vassoio junk food con frittura: frittura salata, patatine fritte salate, panini di farina 00 (raffinata, cioè senza fibre e sostanze protettive) con aggiunta di grassi e altre sostanze, per di più riempiti di cibi a base di grassi saturi e sale. Il tutto da condire con salse, cioè con altri grassi e sale. Non c’è l’ombra dei cibi più importanti e protettivi: verdure, frutta fresca, legumi, cereali integrali.
AGGIORNATO IL 2 NOVEMBRE 2018
Etichette: alimentazione, commercio, consumi, costume, diritto, giovani, italia, medicina, mode, nutrizione, salute, scienza
4 Comments:
Bravo!! Sottoscrivo.
Io invece ho molti dubbi.
Sono senz'altro d'accordo che ai bambini fin da piccoli sia data una educazione alimentare. So che nelle mense scolastiche ad esempio non si usa il sale, ecc.
Sono d'accordo sul fatto che il fumo sia vietato nei luoghi pubblici e sarei d'accordo che anche i cellulari fossero limitati perchè credo che il silenzio fa bene. Ma con questi divieti/tassazione, c'è il rischio che se poi uno è obeso oppure banalmente si ammala venga visto come un reietto e peso per la società che deve pagargli le pillole. Insomma, io sarei più liberale. Un pò come per i controlli fiscali che condivido in pieno, però francamente credo che non possano essere fatti mettendo tutti sotto controllo. Tiziana F.
Tiziana, infatti è una questione sottile e delicata, come si legge perfino nel provocatorio Appello. Noi liberali siamo divisi tra due estremi: il più cinico laissez faire e il più materno e assillante assistenzialismo sociale. E io che sono un "gemelli"...:-) sempre diviso da dubbi e perplessità peggio dell'asino di Buridano, mi trovo benissimo, anzi vivo, in questa dicotomia.
Ma qui non si vuole colpevolizzare nessuno, come chiaramente si evince, solo... eehm... ricavare qualche soldo in più. Nessuna discriminazione psicologica. Tanto, lo sai, i guasti del conformismo sono già in atto. Già oggi, non puoi negarlo, le persone volgari, perfino a sinistra, in mancanza di argomenti danno del "grassone" all'avversario. Come succede spesso al giornalista Ferrara. Cosa intollerabile davvero. Ma, sempre in ambiente politico, danno anche del "nano" e del "gobbo". Quindi, vedi, non è colpa dei soliti salutisti...
Al Ministero della Salute ci leggono: c'è l'ipotesi di tassare le bevande gassate. Fosse vero! Figuriamoci se la lobby dei produttori non farà la voce grossa per soli 3 centesimi! Speriamo che la legge vada in porto. L'articolo è qui: http://www.you-ng.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=1522%3Ail-governo-pensa-a-una-tassa-di-3-centesimi-sulle-bibite-gassate&Itemid=62
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