APPELLI. Evviva noi “buoni”. E se fossimo alleati dei “cattivi”?
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"Il 23 giugno si celebrerà il "Boy love day", la giornata dei pedofili. Un'iniziativa internazionale promossa da diverse associazioni che dialogano attraverso siti internet con lo scopo di diffondere la "cultura della pedofilia" e solidarizzare con i violentatori di bambini in carcere. Nei siti, oltre agli appelli per "accendere una candela azzurra", compaiono foto di minori semi-nudi e chiari inviti al sesso libero tra adulti e adolescenti. Di fronte ad un tale scempio, ci appelliamo all'Unione Europea, all'Unicef e a tutte le istituzioni affinchè il "Boy love day" non si celebri e affinchè vengano oscurati tutti i siti Internet dove si sta propagando questa iniziativa. Occorre reagire con forza e sostenere questa battaglia di civiltà per la tutela dei nostri figli e dei bambini di tutto il mondo dall'orrore degli abusi e delle violenze".
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Questo l’appello di Epolis, che, detto per inciso, pur essendo gratuito si situa per livello giornalistico a metà classifica tra i quotidiani in Italia. Complimenti. Non abbiamo guardato i siti e vogliamo fidarci. Magistrati e poliziotti, intanto, hanno valutato il da farsi con inusitata urgenza: il sito pur essendo ubicato in Germania è stato disattivato nei suoi server italiani, se abbiamo capito bene. Ma se è così, solo gli italiani non potranno avere l'accesso. E poi perché la Germania non si era mossa? Perché - spiega Epolis nel numero di oggi - per loro quella non era pedofilia, mentre per la polizia italiana, sì. Le leggi italiane sono più severe (leggi: restrittive).
E' così o hanno preso un abbaglio?
Ma perché ero contrario, dopo una prima adesione istintiva, a firmare l'appello? Attenzione, mi sono detto, a non prestarsi da strumento inconsapevole, cioè a fare pubblicità occulta (che è quello che vogliono) a questi presunti mascalzoni, oltretutto sottilmente esibizionisti. Vero è che i pedofili autentici non indugiano in proclami, ma preferiscono agire nell'ombra, senza clamore. La provocazione ad alta voce, il manifesto, la vanteria, equivale a darsi una spolveratina di "filosofia", di ideologia, sia pure aberrante. Il che li rende un po' meno pericolosi perché più riconoscibili degli insospettabili, distinti borghesi (sacerdoti e laici) che senza tanti manifesti circuiscono ogni giorno bambini ignari.
Quindi non stiamo al loro gioco comunicativo, che porta a insozzare indirettamente anche le brave persone, ingenue o esibizioniste, che d’istinto si scandalizzano e firmano l’appello: attori, magistrati, politici, preti, imprenditori, giornalisti ecc. D’altra parte, chi non è - almeno a parole e apertamente - contro la pedofilia? Peccato che nell'entourage stesso di ciascuno di questi onesti firmatari, forse tra i loro stessi parenti, amici e colleghi, potrebbe nascondersi il pedofilo. Tanto numerosi sono.
Perciò niente appelli, per favore. Che senso avrebbe un appello "contro i ladri", "contro gli omicidi" e perfino "contro chi raccomanda o si fa raccomandare"? Nessuno, se non quello di mostrare, spesso abusivamente, che chi firma è "migliore degli altri". Se non è vanteria o esibizionismo questo… "Migliore" in che senso, poi? Non c’è solo la pedofilia: il mondo, anzi ogni famiglia, è piena di cattive azioni e di crimini. Tutti assolti solo perché non sono pedofili? Ridicolo. E troppo comodo.
Firmando l’appello, inoltre, faremmo il gioco perverso dei presunti pedofili, che è quello di "spargere la voce", di "dirlo in giro", facendo arrivare la notizia negli ambienti più insospettabili. Non per caso, come la polizia sa bene, i primi e più pericolosi pedofili si annidano spesso tra i parenti stessi dei bambini: padri, madri, zii, nonni, cugini ecc. Molti inviti sono messaggi subliminali, sottilmente psicologici. Perfino la pubblicità è colpevole: molte foto di bambini hanno un contenuto ambiguo, e potrebbero funzionare per attrarre l’attenzione degli individui predisposti, maschi e femmine.
Oltretutto, i cialtroni "ideologi" della pedofilia, finché si fermano sul confine dell’istigazione a compiere reati (ma ci riescono? Ce lo devono dire magistrati e polizia) e si limatano a teorizzare, non sono perseguibili. Anche le idee più aberranti, p. es il sadismo o il razzismo nazista, in teoria non dovrebbero essere perseguite. Altrimenti per uno Stato liberale si porrebbe il problema di valutare le idee di tutti: quali buone e accettabili, e quali no? Ci sarebbe uno Stato di polizia. Si è risolto quindi di non valutare le idee, le pure idee, della gente ritenendole per il Diritto tutte uguali. Naturalmente è una finzione, non sono uguali, ma questa convenzione distingue lo Stato liberale da quello autoritario.
Certo, tipacci così non sono come il Club degli Scacchi, e la polizia, spero, li stia tenendo d'occhio, spiando e schedando: al loro primo passo falso - cioè il "fare" - scatteranno chiusura di siti, denunce e arresti.
Ai tanti, in genere incolti, che lamentano in casi del genere che gli Stati liberali dell'Occidente siano "troppo" liberali, si deve rispondere che queste perversioni sono antiche quanto l'uomo. Si calcola, anzi, che nel chiuso delle famiglia patriarcali del passato le violenze ai bambini fossero enormemente più frequenti, quasi routine, una sorta di aberrante rito di passaggio all'adolescenza...
La pedofilia, purtroppo, è diffusa ovviamente anche sotto le più crudeli dittature. Solo che non si sa. Il che è peggio. Per la minore circolazione di notizie, e per la censura, nelle dittature reati del genere tendono a restare segreti. Uno Stato comunista o fascista, quindi "Stato etico" (che non vuol dire morale, ma che si arroga come Dio il diritto di imporre a tutti la sua morale, una sua idea, con la forza), non avrebbe interesse a renderli pubblici per evitare il discredito della "degenerazione sessuale" della società socialista o della presunta purezza della "razza".
Ma esiste poi l'effetto copia. Quest'ultimo rischio "psicologico", l'emulazione in seguito alla diffusione del messaggio, è attuale anche in democrazia liberale, ma viene di gran lunga compensato dalla salutare reazione emotiva nella maggioranza della popolazione.
Notizie del genere producono, insomma, robusti anticorpi, e il primo è l'indignazione. Ma non convertono neanche uno dei pedofili: anzi, convincono i più prudenti di loro ad agire nell'ombra, con maggiori cautele. E come nel caso dei terroristi, la "clandestinità" rende prevenzione e controlli più difficili.
Diverso il caso degli adolescenti, e male hanno fatto gli estensori dell’appello a mischiare adolescenti e bambini. Non è anormale che un ragazzo di 22 anni - oggi un "adulto" - possa fidanzarsi con una ragazza di 16 anni, o anche meno. E allora, è un pedofilo?
Comunque, tornando alla pedofilia vera, la ricetta, ovviamente, è una sola: educazione, educazione, educazione. Educazione sessuale. Per giovani, genitori e bambini. A scuola e fuori. Con la presenza costante di psicologi e sessuologi. Due componenti, scuola e psicologia, poco presenti in Italia.
Altro che ora di religione a scuola, o di catechismo in parrocchia! Te li raccomando i sacerdoti cattolici!
"Roberta, attenta ai bambini - diceva in una vignetta il marito alla moglie - in giro vedo troppi uomini in abito nero..."
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JAZZ. Ecco un filmato d'epoca in cui CharlieParker (sax contralto) e Dizzy Gillespie (tromba) sono premiati sul palco come migliori artisti dell'anno (notare la stringatezza americana: nell'Italia spagnolesca, meridionale e retorica, tra discorsi sgrammaticati e riferimenti mitologici del politico di turno, sarebbe passata mezz'ora...), poi duettano tra loro in modo eccelso.
CharlieParker (sax contralto) e Dizzy Gillespie (tromba)
2 Comments:
Complimenti per la bella rassegna di qualunquismo.
misto ad anticlericalismo immotivato si intende.
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