GRANDI PICCOLE AVVENTURE. Natura selvaggia a mezz'ora da Roma
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Wilderness, cioè la natura selvaggia. E' un'esigenza vitale per l'uomo di oggi. Per il suo equilibrio psico-fisico. Per star bene. Per divertirsi. Per fare quel famoso movimento preventivo dei "mali della società del benessere" di cui parlano epidemiologi, igienisti, cardiologi e oncologi, ma che nel chiuso d'una palestra diventa costrizione, eccesso di dannosi esercizi anaerobici, stress articolare, artificio, talvolta snobismo masochista.
E la natura selvaggia non va "guardata" sulle riviste di carta patinata, ma vissuta dal vero, con tutto il corpo, con tutti i sensi, almeno con una giornata di immersione totale ogni settimana. L'ideale, anzi, sarebbe l'intero weekend. Perché non è solo un esercizio meccanico di muscoli e tendini come quello che avviene in palestra. Ma è una novità sorprendente e interessante della nostra vita. Che ci fa apprendere aspetti e comportamenti nuovi, che ci cambia, ci migliora.
Un'escursione nella natura selvaggia è catartica, è come un lavaggio totale anti-stress. Per un giorno, tra l'altro, siamo costretti a misurarci con un ambiente bello e complesso che ha le sue regole. Tutti i problemi legati alla città spariscono: pensiamo solo a farcela, a non mettere il piede in fallo, ad arrivare alla meta.
E tutto questo a pochi minuti dalla città. Già a mezz'ora di auto, per esempio, i romani hanno la fortuna di trovare ampie zone naturali del tutto selvagge, dove è possibile perdersi se non si è esperti o se si va senza una guida.
A Roma la wilderness dietro l'angolo, l'escursionismo sportivo (hiking, dicono gli anglosassoni) per tutti, che unisce l'osservazione della natura allo sport in ambiente selvaggio e montano, lo abbiamo inventato noi della Lega Naturista nei lontani anni Settanta (1975). Prima di noi c'era solo il Club Alpino (Cai), ovviamente, che a Roma non è mai stato un granché. Ma i "caini" avevano e in gran parte hanno ancora poca attenzione per boschi, ruscelli, animali e piante, tutti presi come sono per le vette. E avevano (e in parte conservano) un non so che di militaresco che infastidisce, forse solo per il fatto di essere numerosi, non omogenei, riuniti con una "leva" casuale e non selettiva, e perciò lenti e privi di fantasia.
Negli ultimi anni, poi, si è assistito ad una omologazione degli itinerari e dei modi di praticare questo sport. Basta scorrere i programmi dei tanti club sorti sull’onda della moda, si va sempre negli stessi posti e sempre nello stesso modo.
Col risultato che le cime più popolari sono spesso super-affollate. Sul Gran Sasso si possono contare, a parte le cordate degli alpinisti, anche dieci e più gruppi di escursionisti contemporaneamente. In secondo luogo si va solo su quelle autostrade della montagna che sono mulattiere e sentieri, talora molto erosi, pieni di pietre o fango. Infine si spingono anche i semplici curiosi, le persone meno allenate, fisicamente meno adatte, o più anziane, ad avventurarsi in montagna. Magari con l’assicurazione – specie sulle Alpi - che c’è una via "ferrata", vera e propria scaletta di metallo, più o meno arrugginita, a facilitare le cose e a rendere facile e banale qualunque vetta. Con esiti scontati e paradossali. Sicuri del sentiero, della corda fissa o della ferrata, gli escursionisti allentano i controlli, e spesso si distraggono. Con esiti ben noti al soccorso alpino. In Italia si contano ogni anno oltre trecento incidenti gravi in montagna. Che visto il piccolo numero di frequentatori è una cifra molto alta.
Per contrastare questa tendenza, già dal 1981 la Lega Naturista (il primo gruppo ecologista a Roma), impostò un programma di escursioni del tutto "naturali", fondato sui seguenti principi:
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1. Natura vera, la più selvaggia e meno frequentata possibile, compatibilmente con le possibilità dell’escursionista medio. Quindi, oltre ai sentieri, quando sono inevitabili, anche tratti di fuori sentiero, risalita selvaggia di torrenti e fossi, camminate o arrampicate libere, pietraie, pratoni ecc. Questo approccio, praticato con prudenza, permette anche di imparare a dosare le proprie possibilità, di controllare legamenti e muscoli, di essere sempre attenti per risolvere i piccoli problemi che si pongono di volta in volta (e così per paradosso si riduce molto il rischio di incidenti), di aggiungere un pizzico di avventura e imprevedibilità anche alla gita a venti chilometri da Roma.
2. Uso tradizionale della gambe (sempre) e delle braccia (di rado), evitando sentieri banali, corde fisse e ferrate, impianti di risalita, ma anche vette deturpate da antenne ecc. Sconsigliato ogni mezzo artificiale (p.es, gli inutili, antiestetici, fastidiosi o pericolosi bastoncini, che aumentano insicurezza e creano dipendenza psicologica disabituando all’uso delle mani e delle gambe).
3. Attrezzatura semplice e tradizionale (cuoio, cotone e lana, piuttosto che plastica e fibre sintetiche)
4. Colori mimetici (sabbia, bruno-verde), anziché rosso e giallo, per non deturpare visivamente il paesaggio ed essere meno visibili agli animali che si vogliono osservare.
5. Lasciare la natura così come la si è trovata. Quindi niente scatolette vuote o carta di caramelle o di alluminio o cicche di sigarette, o anche vistose bucce d’arancio (non le mangia nessun animale e si degradano lentamente, anche dopo settimane), che sono i lasciti usuali degli escursionisti di massa. Ma neanche buttar giù sassi dai sentieri, con la scusa che "danno fastidio", o spostare massi o pietre (sul mnte Viglio c’è sempre qualcuno che si diverte a comporre lettere di messaggi con le pietre del pianoro di vetta)
6. Portare nella natura e in montagna solo le persone adatte per fisico, allenamento, mentalità e rispetto dell’ambiente.
7. Insegnare ai giovani partecipanti l’attenzione non solo per l’aspetto sportivo, ma anche per quello naturalistico, salutistico e giocoso (piante, animali, rocce, tipo del terreno, microclima, eventuali cibi spontanei d’emergenza ecc), compresi i bagni estivi nei ruscelli e laghetti, quelli invernali nelle acque termali, l’arrampicarsi sugli alberi ecc
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CHI SIAMO? Diretta filiazione dalla Lega Naturista, la comitiva del Naturist Young Club ne ha raccolto l'esperienza e tutti i criteri sopra elencati. Le sue escursioni sono improntate ad un rapporto naturale e semplice con la montagna e la natura spontanea. Le escursioni del Naturist Young Club si distinguono da quelle degli altri club per alcune caratteristiche singolari:
Le escursioni sono scelte ogni domenica o giorno festivo nel Lazio o nell’Abruzzo tra i luoghi più "belli" o interessanti dal punto di vista naturalistico ed estetico-paesaggistico, oppure poco o per nulla contaminati o frequentati dai soliti gruppi. Si tiene conto anche del clima e delle previsioni meteo
Tra gli itinerari possibili alla mèta si preferiscono quelli più naturali, cioè meno antropizzati e artificiali. Sono perciò frequenti i fuori sentiero. Insomma, nulla ferma il gruppo: si cammina liberamente per praterie, altopiani, pendici, foreste, ruscelli, fossati, creste, pietraie ecc.
Per prevenire gli incidenti e poiché la guida insegna anche i fondamenti dell’escursionismo sportivo e del naturismo (vita sana e naturale, igiene naturale ecc) ci si indirizza ad un pubblico giovane o giovanile.
La comitiva essendo attenta all’igiene e alla vita sana, è naturale che si rivolga ai non fumatori (anche per…avere più fiato). Sono bene accetti anche i vegetariani e gli amici degli animali.
Comitiva stabile, o quasi, anziché turn-over continuo di partecipanti, come avviene in genere a Roma La guida, in certi casi responsabile per legge, preferisce conoscere vizi e virtù "muscolari, articolari e cardiache" dei partecipanti abituali. E’ accertato che disavventure e incidenti sono spesso causati da persone che partecipano una volta tanto o semplici curiosi.
Nei limiti del possibile si danno anche spiegazioni e consulenza gratuita su flora, fauna, vita sana, fitness, cure naturali e alimentazione naturale.
La riduzione al minimo dei rischi, sempre presenti in uno sport come quello escursionistico, è un obiettivo prioritario. I costi da dividere sono molto bassi. Si dividono le spese vive (auto private ecc) e i costi organizzativi della guida (questi ultimi pari a euro 30 all’anno per 48 gite garantite), con ricevuta alla prima gita. Si partecipa solo su prenotazione Prenotazione entro venerdi, conferma telefonica il sabato.
LIVELLO. L’alpinismo è escluso. Può capitare, però, di usare le mani in brevi tratti facili. Le escursioni sono di grado medio e medio-elevato, e quindi adatte alla stragrande maggioranza dei giovani e delle persone giovanili.. Possono essere, però, prolungate. Sono particolarmente indicati tutti i giovani agili, anche poco allenati tendenzialmente sportivi, in ottima salute (generale e delle articolazioni). In caso di dubbio chiedere al medico l’attestato di idoneità per uno "sport aerobico non agonistico" consistente in lunghe camminate con zaino e con dislivelli di ogni grado, anche fuori sentiero, in ogni ambiente e tempo.
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STAGIONE: Settembre-Luglio. La comitiva garantisce almeno 48 escursioni all’anno. Il programma, modificabile secondo le previsioni meteo locali, comprende tutte le mete più belle e isolate o meno frequentate del Lazio, dell’Abruzzo e delle regioni vicine, dalla risalita di un ruscello alla vetta, dal bosco fitto all’altopiano. Non c’è solo montagna, ma anche colline poco esplorate, dune marine selvagge ecc.
Prenotazioni per e-mail nico_valerio@tiscali.it oppure al tel. 339.4375909
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