04 aprile 2006

NUOVE "APERTURE". Dalle mura del Vaticano un pugno nell'occhio

Finora le massicce e rinascimentali Mura Vaticane, viste dall’angolo visuale di via Leone IV e piazza del Risorgimento, erano un bel vedere, davano l’idea della continuità architettonica, un unicuum poderoso che si snodava senza soluzione di continuità tra angoli e spigoli acuti degni di antichi bastioni militari. Ora, invece, le mura sono state sfregiate. La continuità di forme e colori è stata brutalmente interrotta. Da un gesto sottoculturale, si direbbe. Da chi non ha calcolato l’impatto estetico e visivo sul lato esterno rispetto al Vaticano, cioè il lato "italiano" che dà su piazza del Risorgimento. Un mezzo disastro estetico.
Una nuova apertura della Città del Vaticano, e non in senso figurato ma materiale, è stata malamente chiusa da un’orribile porta metallica d’un incredibile color rosso rame chiaro che non ha proprio nulla a che fare col colore del bronzo nuovo, sia pure non ancora ossidato. E se fosse metallo anodizzato? Ora è davvero un pugno nell’occhio del passante.
La nuova porta di Santa Rosa, inaugurata da poco più di un mese, colpisce negativamente i turisti per il contrasto esagerato tra la modernità stilistica e la brillantezza abbacinante del rosso lucido, da una parte, e l’opacità terrea delle mura che vira sui toni dell'ocra chiaro dei laterizi, dall'altra. Ed è brutta anche come scultura di fusione in sé, cioè dal punto di vista compositivo: quattro moderne ante concave e lisce, come lunghissimi scudi romani senza decorazioni, tranne due stemmi, di acceso color rame, con una vistosa banda orizzontale contenente il nome del papa, fanno a pugni con le stesse mura, in un contrasto sgradevole e pacchiano.
Siamo abituati all’estetica sottoculturale e al cattivo gusto provinciale che accomuna un po’ tutte le cose vagamente "artistiche" che fa la Chiesa negli ultimi tempi, dalle nuove chiese fino al presepio di piazza S.Pietro. Un cattivo gusto che questa volta, però, deturpa anche una piazza laica per eccellenza, come piazza del Risorgimento. E male ha fatto il Comune di Roma, che ha gestito l'apertura della porta d'accordo col Vaticano, a non far prevalere le ragioni della continuità stilistica.
D'accordo, saremo prevenuti, ma nel confronto tra la dignità piccolo borghese dei palazzoni dell’Italietta laica e liberale, anch'essi giocati su due toni del giallo ocra, e la dirimpettaia, rosseggiante e cafonesca, porta di rame liscio, proprio nella piazza che anche nel nome fa da confine tra le due culture, è di gran lunga la prima ad avere la meglio.
L'ultima volta i bersaglieri del generale Cadorna rispettarono Porta Pia (anche perché da buoni piemontesi sapevano che poi gli sarebbe servita funzionante) e si limitarono a un grande foro nelle mura vicine, poco costoso da riparare. Ma la prossima volta, in caso di "vertenza" insanabile col Vaticano, suggeriamo alla "artiglieria laica" di fare breccia proprio nell'orribile Porta di S.Rosa. A piazza del Risorgimento, appunto.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Con il passare del tempo, il rame si scurirà e si modificherà nel colore, apparendo come bronzo. Allora la Porta Santa Rosa sarà più bene accetta a chi passa da quelle parti.
Adesso gli ingressi nella Città del Vaticano sono otto, più qualche altro, semisconosciuto, ma tenuto sempre chiuso.
Mentre gli ingressi del Portone di Bronzo e dell'Arco delle Campane collegano due parti del territorio della Città del Vaticano, e pertanto non sono propriamente degli "ingressi".

10 giugno 2012 alle ore 01:24  

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