BISTECCHE E FOCHE. L'Italia dice no alle seconde: una non-notizia
Sarà firmato nei prossimi giorni un decreto interministeriale per bloccare l'importazione in Italia di pelli di foca. Lo ha annunciato il vice ministro alle Attività produttive con delega al Commercio estero, Adolfo Urso, durante una conferenza stampa organizzata insieme alla Lav. "Da oggi è intanto operativo un atto d'indirizzo politico vincolante - ha spiegato Urso - per il divieto di importazione con fini commerciali sul territorio italiano di pelli di cuccioli di foca". Il decreto interministeriale prevede l'introduzione di un regime di licenze restrittivo per l'importazione di pelli di foca anche adulta, non solo cuccioli, anche perchè vengono considerati piccoli solo gli esemplari fino a 13 giorni. "Saremo più severi del Belgio nel non rilasciare licenze - ha avvertito Urso - di fatto è un blocco. Vogliamo essere un esempio, uno stimolo per aprire un'altra e più grande battaglia: quella di vietare l'importazione di qualunque animale ucciso in modo barbaro".In Parlamento è stata inoltre depositata una proposta di legge sottoscritta da venti parlamentari della Casa delle Libertà che prevede il blocco delle pelli di foca. "E chiediamo all'Unione europea - ha proseguito Urso - di attivarsi affinchè realizzi una normativa vincolante per tutti i 25 paesi dell'Unione come è stato fatto per le pelli dei cani e dei gatti. L'Italia vuole essere in prima linea in questo impegno civile e morale". Urso ha quindi suggerito di "etichettare" le pelli e le pellicce per rendere il cittadino consapevole di ciò che acquista, con una sorta di "marchio etico". Il valore delle importazioni di pelli di foca in Italia è ormai molto basso, pari a circa 60.000 euro, ha evidenziato Roberto Bennati della Lav, ma è un business che si sta spostando verso i mercati emergenti come la Cina, l'India e l'Indonesia. "Si stima che in Canada siano state uccise circa un milione e mezzo di foche - ha riferito Bennati - ben oltre il milione previsto dal piano triennale del governo, che si è chiuso nel 2005, e che comunque ha approvato il più grande prelievo di mammiferi per fini commerciali mai realizzato". In questi giorni il Canada sta per definire le nuove quote per la caccia alle foche. Secondo quanto risulta alla Lav, si profila una carneficina di circa 3 milioni di animali in cinque anni, su cinque milioni di esemplari presenti nel paese.
Che aggiungere? Qualche blogger si entusiasma dicendosi "fiero di essere italiano". E intanto azzanna la sua bistecca ottenuta da un giovane vitello allevato in cattività e poi ucciso con scariche elettriche o con una mazzata sulla testa. Certo, siamo contenti, ma non mancano atti del genere nella nostra tradizione, quel che difetta è la coerenza. Intanto, An – partito del vice-ministro D’Urso - non è il partito della caccia, che si è opposto sempre alla limitazione, non diciamo all’eliminazione di questo barbaro sport? Come mai la foca no e la selvaggina italiana sì? Anche di recente, An e spesso anche FI, hanno approvato o presentato deroghe ed estensioni ai limiti della precedente legge sulla caccia. Qui, nel caso delle foche si stigmatizzano giustamente le uccisioni barbare. Ma esistono uccisioni umanitarie? E non è forse l’uccisione in sé che bisogna evitare, tanto più quando è inutile? Se la foca svernasse in Italia, sicuramente An si opporrebbe al divieto di cacciarla.
Come vegetariano dal 1970, primo promotore del I Referendum anticaccia, fondatore del primo club ecologista in Italia, la Lega Naturista (che diffuse per prima in Italia tra tanti che poi divennero Verdi, e alcuni purtroppo più rossi che verdi, tutti i temi della riforma naturista della vita, dall’alimentazione naturale all’agricoltura biologica, dalla tutela di piante, animali e ambiente alle energie pulite, dall’autosufficicnea all’escursionismo e al nudismo), sono come minimo perplesso e ironico di fronte a questa che i giornali italiani hanno giudicato una non-notizia. Evviva l’animalismo, certo, bene l’ecologia (le foche rischiano di scomparire), ma la coerenza personale? Insomma, l’ecologia non basta, ci vorrebbe una mentalità naturistica. Senza nessun fanatismo o fondamentalismo, sia chiaro, da liberali. Anzi, è la ragione, in questa squallida faccenda tutta giocata tra uomini e animali, che difetta.
5 Comments:
quella del vegetarianesimo e' una battaglia che vinceremo, ma purtroppo noi non saremo li a godercelo, un mondo che finalmente non si servira' degli animali non-umani.
nel frattempo, i verdi continuano ad occuparsi della guerra in iraq...
Esatto, scoprendo così la loro vera natura di rossi infiltrati. Sono un testimone privilegiato: si fondarono nella mia sede della Lega Naturista. Vennero facce strane, noti bombaroli Molotov e Rutelli che non s'era mai occupato di ambiente ma solo di antimilitarismo. Capito i furbi? Si riciclavano... E la Lega per l'ambiente nacque a tavolino, sulla scrivania di Chicco Testa, Fgci e Pci, trasformando gli iscritti Arci (viaggi, tempo libero, bocce, caccia) in Lega Ambiente. Ti credo che furono subito migliaia: era l'Arci in blocco... Soliti trucchi comunisti dell'epoca...
E' chiaro che per loro l'ambiente è solo una guerra politica con altri mezzi e altri slogan.
E, vuoi ridere? Siccome ero notissimo e uno dei fondatori, e i comunisti non potevano cacciarmi, alle elezioni loro erano capolista, io in ordine alfabetico...
stronzi...
Vi arrabbiate se io propongo una bistecca di foca alla griglia?
Su Legambiente confermo il fatto che siano molta facciata e poco contenuto.. esperienza diretta d una amic biologa che ha sgobbato per loro un estate trattata come una schiava.. che delusione per lei e me, convinti ambientalisti..
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