28 maggio 2007

CIBO ETICO. E’ davvero meno grave uccidere una pianta che un animale?

Forchette contro coltelli. La tavola come un ring, un piccolo campo di battaglia. La guerra è dura, si sa, e fa molte vittime. E la bella tovaglia di lino si macchia di rosso sangue. Ma è solo pomodoro. Insomma, che succede?

Accade che gli onnivori, accusati d’essere insensibili e cinici carnivori, quasi cannibali (è evidente, visto che “gli animali sono nostri fratelli”, come negarlo?), se la prendono con i vegetariani o peggio ancora vegan, gente accusata di fanatismo e presunzione (basta vedere come conducono le polemiche, atteggiandosi a “depositari dell’Etica”). In genere, sono i vegetariani ad attaccare e gli onnivori a difendersi. Ma ogni tanto si trova un onnivoro che, dopo il primo sbandamento iniziale, riorganizza le proprie fila e passa al contrattacco.

E l’etica che cosa dice? Screditata da quando è entrata nelle burocratiche Commissioni Bioetiche, l’etica retrocede e si rimette alla biologia. Quest’ultima, si sa, non ha mai avuto idee proprie e, si rimette, Signori della Corte, agli Usi antropologici, alla Storia. Eppure c’è sempre qualcuno che di “scienza della vita” vuole parlare e combattere nelle sale da pranzo e nei ristoranti.

Bistecca o cespo d’insalata? Questo il dilemma dei nuovi Amleto. Già, nel Medioevo i filosofi cristiani avrebbero discusso su quale dei due cibi fosse dotato di anima… Ma lasciamo stare l’anima, visto che proprio i teologi, col massimo dell’incoerenza, dopo averli chiamati animali gli hanno tolto l’anima. Ma la vita? Quale delle due ha più o meno "vita"? Altro che embrioni sovrannumerari e staminali totipotenti: qui è davvero questione di sesso degli angeli. Già, e se l’angelo fosse un trans?

Tutto è nato negli Stati Uniti. Là, dove sono sempre avanti di dieci anni, infuria la polemica contro i genitori vegan: i loro bambini sono a rischio. In pochi mesi ne sono morti tre per denutrizione. Beati loro.

Come sarebbe? Voglio dire, che loro, nella "felice" America, ne hanno ancora di denutriti. Questo è impossibile in Italia, unico Paese al mondo in cui il BB (Beato Bambino), ovviamente grasso e con diabete incipiente, è il Sovrano assoluto, e le FMI (Famigerate Mamme Italiane), bersaglio preferito dei cartoonist inglesi e americani di costume, altro che affamarlo, il loro Re lo rimpinzano di carboidrati, grassi e proteine. Tutte le mamme: onnivore, vegetariane, vegan e perfino anoressiche. Perché in Italy, do you know, tutte le mamme sono uguali. Così i nostri bambini moriranno ugualmente, ma molto più tardi. A centinaia di migliaia, a milioni. Come nella felice America, del resto.

Nella rubrica che Severgnini tiene sul sito web del Corriere, si sono scontrati tempo fa due opposti agit-prop. Li riesumiamo come unico contributo di pensiero italico sulla diatriba carne-insalata. Uno è Christian, l’altro è Francesco.

“Sono stato alla Christmas Without Cruelty Fayre [“mercatino” di Natale non-violento, diremmo in Italia, NdR] tenutasi nel municipio di Kensington, qui a Londra", scrive Christian. "Eventi del genere suscitano sempre più interesse, e mi è stato confermato che le presenze alla fiera in questione aumentano di anno in anno. Vi erano presenti organizzazioni benefiche dedite a salvaguardare i diritti degli animali oltre che diverse compagnie, ognuna a esporre i propri prodotti non derivati/sperimentati sugli animali. E` stata un'ottima opportunità per sapere dove e come acquistare determinati articoli e per raccogliere informazioni utilissime riguardo il benessere degli animali. Questo tipo di fiere sono anche un perfetto esempio di "normalità": "vegani" e vegetariani sono persone comuni che hanno a cuore uno stile di vita compassionevole e che cercano di infierire meno dolore possibile al mondo animale. Sono vegano da quasi un anno, e mi ha fatto piacere vedere il numero elevato di visitatori, specialmente adolescenti e famiglie. Inoltre ho assistito a due conferenze di ricercatori/scienziati dove si è enfatizzata l'importanza di investire in ricerche alternative e che non si basano esclusivamente sulla sperimentazione animale. Ho anche incontrato un "body builder" appena classificatosi secondo al concorso “Mr. Gran Bretagna”, il quale ha prima posato per il pubblico e in seguito ha con i suoi colleghi illustrato come sia possibile praticare questo sport basandosi su una dieta naturale e priva di prodotti animali. Una bella giornata davvero, vivere da vegani è facile ed è la scelta più giusta per coloro che hanno a cuore gli animali e l'ambiente”.
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Ma a stretto giro di rubrica, gli risponde piccato Francesco, che è di avviso completamente diverso:

“Vedo pubblicate ormai parecchie volte lettere di vegani, da cui appare che si ritengono superiori in sensibilità e moralità a chi usa prodotti animali, basandosi sul loro esclusivo consumo di prodotti vegetali. Cos'hanno fatto di male i poveri vegetali da meritare di essere divorati? Dal punto di vista scientifico, non esiste nessuna differenza sul piano della vita tra animali e vegetali. I vegetali non sono meno vivi degli animali per il solo fatto che le pareti delle loro cellule sono costituite fondamentalmente da cellulosa, che funge da supporto, esattamente come l'esoscheletro di insetti, crostacei e via dicendo. Ne è accettabile la giustificazione morale del fatto che gli animali soffrono nell'essere uccisi e divorati (le uova soffrono? il latte?). Ormai infiniti esperimenti hanno dimostrato che le piante sono estremamente sensibili all'ambiente esterno. Crescono meglio se viene loro suonata bella musica (particolarmente quella classica) e molti giardinieri possono testimoniare che le piante sono più felici, crescono e vivono meglio se il loro proprietario gli parla con amore. Ne è accettabile la spiegazione che mi ha dato un vegano, che "le piante producono i frutti come un dono a noi". Le piante non vogliono donarci niente. Il colore vivo dei frutti è un allarme di "pericolo, non mangiatemi", in effetti le piante non vogliono essere mangiate e sono cariche di sostanze velenose, noi le chiamiamo aromatiche perché abbiamo una grande massa corporea e la maggior parte di noi ha sviluppato durante un'evoluzione durata milioni di anni succhi gastrici capaci di metabolizzarne la maggior parte, ma per gli animali piccoli queste sostanze sono assolutamente mortali. Controprova? Si sconsiglia assolutamente alle donne incinte di fare massaggi con gli olii aromatizzati, perché il veleno entrando in circolazione nel sangue ucciderebbe il feto. Ho studiato particolarmente la questione – continua Francesco – perché mia figlia è allergica a numerosi alimenti: per lei è un veleno il latte, la carne di pollo e le uova, ma egualmente velenoso è l'orzo, mentre il suo organismo tollera benissimo il pesce e il coniglio. Per molti è assolutamente mortale mangiare le arachidi, e altre cose. Quindi sono assurde le generalizzazioni sui vegetali come alimento di preferenza per gli esseri umani; ognuno di noi è diverso, e la sua dieta dev'essere commisurata alla sua biologia”.

Così Francesco, al secondo round. Ma è solo la prima battaglia, e pure tra dilettanti determinati, certo, ma poco preparati. Infatti nessuno dei due cita il fattore principale della questione, quello che risolverebbe tutto in un attimo: la Storia, la Tradizione, la Cultura dell’Uomo, l’Antropologia (come volete chiamarlo). Perché è da questo fattore culturale che deriva la diversa valutazione tra cibo animale e cibo vegetale, e dunque la diversa valutazione “morale” delle rispettive diete. Insomma, non è questione che si può, dopo millenni di pensiero e di pratica quotidiana, decidere a freddo sul piano dell’etica teorica astratta, come se fossimo i primi uomini caduti sulla Terra direttamente da un libro di filosofia morale o da Marte. No, noi siamo su questa Terra da milioni di anni, di cui solo 10 mila anni o meno di Civiltà più o meno progredita, e appena 5000 anni di Storia più o meno documentata, in cui finalmente soddisfatto lo stimolo drammatico della fame continua che ci teneva bestialmente occupati a cercare cibo tutto il giorno, grazie alle invenzioni tecniche e culturali dell’agricoltura e dell’allevamento, abbiamo cominciato a pensare, a meditare, a porci i problemi, perfino quelli etici, tra un’uccisione e l’altra, tra una guerra e l’altra. E dunque il problema lo abbiamo già affrontato e risolto millenni fa. Ma di questo parleremo in futuro.

Ma di questo non sospettano nulla né veganiani, né onnivori estremi, che si comportano e parlano e scrivono come se dovessero oggi, 2000 anni dopo la fine dell’Impero Romano, stabilire qual è il cibo più “morale” e più perfetto per l’Uomo, e nel contempo elargire graziosamente e per la prima volta al Mondo la definitiva risposta alla “vexata quaestio”: bistecca o insalata di fagioli? Che ingenuità, che ridicolaggine! La Storia è stata la risposta e la soluzione teorica e pratica del problema: prego accomodarsi alla scrivania e studiare, please.

Nel frattempo, nella solita ignoranza totale del Passato, di ciò che gli uomini hanno detto e fatto Ieri e l’Altro Ieri, loro, i neofiti aggressivi e polemici, leggono e si acculturano su… Internet o Facebook. Perciò la Grande Guerra a tavola continua. Vi dò solo un consiglio, o amabili ma ignoranti contendenti: affilate pure coltelli e forchette, ma sappiate che anche su questo tutto è stato già detto e fatto! Non lo sapevate? No, evidentemente. Intanto, vi interrogo io: decidete voi chi volete far soffrire: le piante o gli animali? O un pochino tutti e due? O tutti e tre (cioè anche voi)? No, non fate i furbi: nessuno dei tre è impossibile…

JAZZ. Un bel documento video YuTube che propone il quintetto di Horace Silver, pianista (1959) degli anni del nascente hard-bop, con la lirica tromba di Blue Mitchell, un giovane Junior Cook al sax tenore, il bassista Gene Taylor e il batterista Louis Hayes.

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8 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Il vegano dimentica che la dieta vegan, soprattutto nello sviluppo, è insufficiente di per sé. L'altro confonde le insufficienze nutrizionali d'una dieta con le intolleranze e le allergie alimentari. Regna il relativismo assoluto, il "sentito dire", il parlare a naso. Andiamo bene...

28 maggio 2007 alle ore 16:14  
Anonymous Anonimo said...

informarsi, prima di sparare idiozie, per favore. Per es.:
www.scienzavegetariana.it
riguardo alla questione etica, la risposta mi pare semplice: sì, è più grave uccidere un animale che una pianta, come anche un bambino di due anni può capire.

29 maggio 2007 alle ore 16:25  
Blogger Unknown said...

Ma ti hannomai detti che se cogli una mela ne cresce un'altra??? Taglia la coscia diun pollo e fammi sapere.. IGNORANZA .. tutto QUI!!

22 aprile 2008 alle ore 19:40  
Anonymous Anonimo said...

il consumo (smodato) di carne e latte è causa di crescente ingiustizia e iniquità nel mondo: 1) la deforestazione (taglio di interi alberi, altro che lattughe) è praticata sempre più allo scopo di coltivare frumento e foraggio per allevare il bestiame provocando il costo dei cereali e dei beni di prima necessità aumenta a spese del terzo mondo ma anche del nostro. quindi anche se si avesse paura di fare del male al regno vegetale, sarebbe meglio evitare il consumo di prodotti di origine animale.
mattigna@msn.com

22 settembre 2011 alle ore 19:11  
Anonymous Naima said...

La non-violenza assoluta non può esistere-

22 settembre 2011 alle ore 21:34  
Anonymous Anonimo said...

Attenzione... la domanda di base è mal posta!
Si basa sulle 2 alternative: uccidere una pianta, OPPURE uccidere un animale.

In realtà però le alternative dovrebbero essere:
A) uccidere una pianta
oppure
B) uccidere un animale, più le piante mangiate da questo fino alla sua macellazione!

Infatti non dimentichiamo che l'animale non vive d'aria: per "produrre" 1kg di proteine animali sono necessarie se non ricordo male circa 6-10kg di proteine vegetali (la conversione non è molto efficiente)

Quindi le vere alternative sono:
A) uccidere N piante
B) uccidere SIA l'animale, SIA le X*N piante mangiate dall'animale fino al momento della macellazione)

A questo punto, se l'obiettivo "etico" è veramente quello di "minimizzare la sofferenza" (sia di piante che di animali), è matematicamente indiscutibile che sia l'ipotesi A) quella da preferire!!

11 settembre 2014 alle ore 17:48  
Anonymous Anonimo said...

E a te hanno mai detto che se ad un polpo tagli un tentacolo, quello ricresce? Stessa cosa per la coda delle lucertole. Io non credo però che alla lucertola e al polpo non faccia male perdere una parte del corpo.
Perché all'albero dovrebbe far bene cogliere i suoi frutti? Perché non urla e non può fuggire o muoversi allora non soffre?
Perchè non mangiare solo i frutti caduti spontanenente allora?! Perché sdradicare una insalata o mangiare le radici? Prova a mangiare una carota e dimmi se ricresce da sola. Ti stai mangiando la radice della pianta. Sarebbe come mangiare la testa del polpo. Quella non ricresce

26 maggio 2015 alle ore 16:49  
Blogger Unknown said...

Grande Bro

17 gennaio 2018 alle ore 22:32  

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