27 giugno 2006

LA PARABOLA DELL'ORSO BRUNO: solo gli stupidi sono efficienti?

Non c'è stato il lieto fine. Nonostante gli appelli degli amici degli animali, nonostante il buonsenso, la rarità e preziosità di quella specie, nonostante il ridicolo e la figuraccia, la Germania "efficiente", ottusa come una casalinga sbrigativa decisa a liberarsi una buona volta dello scarafaggio trovato sotto il lavandino, ha ucciso l'orso Bruno. Speriamo che il ridicolo con cui si bollano gli stupidi copra i mandanti di quest'azione inutile e odiosa.
Ma che colpa aveva il giovane orso, se non quella di essere e di fare l'orso? "Colpevole di aver sbranato delle pecore", ha detto un assessore intelligente come Calderoli, che forse voleva applicare i Dieci comandamenti agli animali.
Perché, secondo l'amministratore, che avrebbe dovuto fare il cucciolo, sedersi da McDonald? Ma è naturale che gli orsi abbiano questi comportamenti. O vogliamo uccidere tutti gli animali predatori? Ma sì, un po' d'ordine nel Creato. Insegnamo le buone maniere del Catechismo a quegli animalacci della Natura selvaggia e diabolica. Il buon Dio non ha forse prodotto le scatolette di cibo per animali confezionato in comodi barattoli in vendita nei supermarkets? E loro invece, che fanno, gli ingrati? Si mettono a predare come gli animali antichi e selvaggi. Non c'è più religione.
Si è conclusa in modo tragico, perciò, l'avventura di "Bruno", l'orso bruno che aveva abbandonato il Parco dell’Adamella, nel Trentino, e che da due settimane girovagava in Germania, come ha scritto il Corriere on line. L'animale, ancora un cucciolo, è stato ucciso ieri alle 4,50 da un gruppo di cacciatori in Baviera. Lo ha annunciato il funzionario del governo regionale bavarese Manfred Woelfl.
Dopo diversi tentativi di catturalo vivo, le autorità avevano deciso di dare via libera all'abbattimento del plantigrado, che nei suoi vagabondaggi in Baviera e nel vicino Tirolo aveva ucciso numerose pecore, avvicinandosi anche senza alcun timore alle abitazioni. "Bruno" è morto rapidamente e senza soffrire, ha raccontato il sottosegretario regionale per l'Ambiente regionale in Baviera, Otmar Bernhard (Csu). Conclusi gli esami genetici, il plantigrado sarà impagliato e poi esposto nel museo di Monaco di Baviera "L'Uomo e la Natura" nel castello di Nymphenburg, dove già è esposto l'ultimo orso bruno selvatico ucciso 170 anni prima di lui in Baviera. "Bruno" faceva parte di un gruppo di venti cuccioli avuti da Jurka e Joze, coppia di orsi sloveni (di qui la denominazione anagrafica ufficiale di Jj1) e importati per ripopolare le montagne del Trentino. Secondo il biologo Andreas Moser, della tv svizzero tedesca, anche "Lumpaz", fratello minore di "Bruno" che l'estate scorsa si aggirava nel cantone svizzero dei Grigioni, sarebbe stato ucciso da un bracconiere.
CRITICHE - Il presidente dell'Associazione tedesca per la difesa della natura, Hubert Weinzierl, ha criticato con forza l'abbattimento dell'orso. "Questa è la più stupida di tutte le soluzioni. Sono molto rattristato" ha detto Weinzierl, che ha poi rivolto un appello a "tutti gli orsi del mondo a evitare la Baviera". Weinzierl si sarebbe augurato volentieri una maggiore "rilassatezza" da parte delle autorità tedesche rispetto al primo orso tornato a vivere in libertà in Germania dopo oltre 170 anni. In altri Paesi orsi e umani convivono pacificamente gli uni accanto agli altri. "Solo in Germania l'orso viene immediatamente fatto fuori" ha detto Weinzierl. Le pecore uccise avrebbero potuto essere rimborsate e l'orso con provvedimenti adeguati avrebbe potuto imparare a restare lontano dai centri abitati, ha detto Weinzierl.
"L'Italia consrva gli orsi, la Germania li abbatte", ha scritto la Newsletter della LAC (Lega per l'abolizione della caccia)battuto. L'orso è stato ucciso in Baviera, non lontano dal lago Spitzing, nella contea di Miesbach (Germania meridionale). Un portavoce del Ministero dell'ambiente regionale di Monaco di Baviera ha detto che l'animale selvatico era ritenuto un pericolo per gli uomini. Il plantigrado, un giovane esemplare di due anni proveniente dal Trentino, si aggirava da più di un mese fra l'Austria e la Germania meridionale. Squadre di esperti, con tanto di cani finlandesi al seguito, per giorni gli hanno inutilmente dato la caccia. Nella zona al confine fra Tirolo e Baviera dove si aggirava l'orso erano anche state rinvenute delle carcasse di pecore sbranate. Quasi inevitabile la condanna a morte sentenziata dalle autorità locali. "L'orso rappresenta un grande pericolo per l'uomo e gli animali. La sicurezza va prima di tutto", aveva detto l'assessore tirolese Anton Steixner (che deve essere un tipo deciso, quanto poco riflessivo. Diciamo, "alla Calderoli", NdR).
Una decisione criticata dagli ambientalisti italiani, che hanno sottolineato la normalità di questo tipo di comportamento: "Se in Trentino si dovessero abbattere tutti gli orsi che entrano nei pollai la popolazione sparirebbe rapidamente", ha detto Piero Genovesi dell'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica."Bruno" era arrivato in Germania alla fine di maggio, dove la sua specie mancava da oltre 170 anni. L'animale fa parte di un progetto ambizioso italiano per la reintroduzione dell'orso bruno nelle Alpi centrali. E proprio il WWF aveva continuato a tifare per il "fuggiasco" ricordando alle autorità tedesche che "l'orso fa parte di un nucleo di animali reintrodotti nell'ambito del progetto 'Life Ursus' al Parco dell'Adamello-Brenta".E il segretario generale dell'associazione, Michele Candotti, aveva ribadito "la disponibilità a mettere a disposizione delle amministrazioni locali tutta la nostra esperienza", ricordando che episodi simili sono avvenuti anche in Abruzzo, ma sono state risolte "con successo", senza mai arrivare a soluzioni estreme adottate

3 Comments:

Blogger Nico Valerio said...

L'ottuso atteggiamento del WWF tedesco, favorevole all'abbattimento, dimostra che definirsi ambientalisti o animalisti non vuol dire
1. esserlo,
2. essere intelligenti.
Eppoi, la Germania che perde la testa per un orsetto innocuo peggio delle popolazioni campane tra Afragola e Ottaviano, S.M.Capua Vetere e Salerno, è una vera vergogna in chi come noi era solito ripetere: "D'accordo, viva gli inglesi. Però, proprio soli non sono in Europa: ci sono i Tedeschi...".
No, di dignitosi in Europa restano solo gli inglesi.
E il curioso è che mentre saggiamente gli inglesi si ritengono terra-terra, gente qualunque, poco geniali insomma,
quei presuntuoso di tedeschi si ritengono tutti molto intelligenti, quasi come i francesi...:-))

NB. Insistiamo con queste generalizzazioni sui popoli (di per sé assurde e ingiuste, se non di sapore razzistico) volutamente.
Speriamo, cioè, col ricatto delle parole, di stimolare l'amor proprio nella maggioranza dei Tedeschi intelligenti e di buon senso (le due cose sono collegate...), cosicché possano cacciare a pedate i responsabili di questo gesto diseducativo e offensivo. Dagli amministratori al presidente WWF, ai cacciatori.
Ma vogliamo soprattutto prevenire fatti del genere in Italia.
Mi ricordo di quando noi naturisti ed ecologisti veri, della prima ora, ci scontravamo con i rozzi militanti del Pci, che odiavano l'ecologia come "borghese" e dicevano provocatoriamente che solo un animale era braccato nel Prco d'Abruzzo: l'uomo. Altro che orso o lupo.
Questa era la Sinistra fino agli anni 80. Poi venne Testa che gli insegnò a cavalcare la tigre dello scontento ambientale (imbuto di tutti gli scontenti) trasformando in un giorno gli iscritti all'Arci in iscritti alla nuova Lega dell'Ambiente. E poi, quando già l'ambientalismo si stava degradando a generica protesta politica, arrivarono i Verdi...
Però, con tutti i difetti e le riserve mentali, un po' di maturazione ambientale c'è stata a Sinistra. Ma la Destra?

29 giugno 2006 alle ore 14:27  
Anonymous Anonimo said...

Un popolo efficiente è fatto da un 90% di persone rispettose delle norme e di un 10% di decisori.

Solo così si crea un tessuto di aziende organizzate, efficienti, multinazionali.

Spesso si pone l'accento sull'innovazione di un azienda affinchè possa considerarsi di successo.
Ma l'innovazione, benchè sia un parametro importante, non è il principale.

La differenza la fa l'efficienza nella gestione operativa.
Più quel 90% è ottuso e più
seguirà le procedure senza chiedersi ciò che viene prima o dopo e quindi senza creare "rumore" e "disordine".

In questo modo si risparmiano soldi, si standardizzano i processi, e, se proprio vuoi l'innovazione, si comprano i brevetti degli altri.

La Germania è un esempio in questo.
Ma che ne pensate degli USA?
e la Cina? Non pensate che il successo della crescita economica sia costituito in gran parte dal 90% di persone che lavorano come automi senza chiedersi il perchè e il come delle cose?

Gli italiani...beh...ci sono parecchi ottusi ma non sono il 90%.
E questo ci frega in economia...

Però, se l'orso forse rimasto in ITALIA sarebbe ancora vivo....

30 giugno 2006 alle ore 09:21  
Blogger Nico Valerio said...

Grave è stato il comportamento dell'ineffabile Pecoraro ministro dell'Ambiente, famoso mangiatore di mozzarelle di bufala. Il suo ufficio stampa lo difende: non poteva andare in Germania in divisa da ranger...
E perché no? In doppiopetto da ministro poteva, anzi doveva andare. Anche perché l'orso era italiano, senza contare che era animale protetto. Una mancanza di dignità unica. E questa sarebbe la classe politica che rappresenta l'Italia. Fa bene il giornalista del Corriere della Sera, indignato, a rispondergli così:
"Non in divisa da ranger sarebbe stato legittimo immaginare il ministro, quanto in visita ufficiale, per sottolineare con autorevolezza un interesse non demandabile a comunicati e lettere. Oltre alla vita di Jj1, invano protetta dalla Direttiva Habitat 92/43 dell’Ue e dalla Convenzione di Berna del 1979, si è persa l’occasione di farsi rispettare. Difficile ipotizzare altrettanta mancanza di riguardo verso un animale che stesse a cuore, ad esempio, a inglesi o francesi. Considerato l’esito, se al banco di prova di una piccola crisi ambientale interna all’Unione Europea l’impegno da noi prodigato viene definito tutto il possibile, è arduo rallegrarsene. (M.d.A.)

30 giugno 2006 alle ore 12:39  

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