07 febbraio 2006

QUEI CRETINI DEI BLOG. Niente da dire, ma vogliono dirlo a tutti i costi

I blog sono davvero i segni dell'ultimo snobismo intellettuale ed esibizionista (maschi, giornalisti, professionisti) o dell'arte di farsi un ufficio stampa in casa (attori, comici che non fanno ridere - ormai degradati a giornalisti - veline, cantanti, politici, vip da tv), o della più deteriore "diarite" o sindrome da diario minimalista (donne, casalinghe, impiegate, studentesse)? Ma sì. Bisogna averlo (anzi, "tenerlo") un blog. In quanto al contenuto, be', questo è secondario. Blog inutili nel 95 per cento dei casi. Come del resto anche i siti web, anzi, come qualunque luogo di discussione e di esibizione: assemblee, parlamenti, riunioni di condominio, libri, giornali, comprese le rubriche di posta dei lettori. Sempre più vuoti e autoreferenziali, e quindi insopportabili. Perché? Per il motivo che spesso parlano di se stessi, e pretendono di parlare quelli che non hanno niente da dire. E sono tanti. Parlare o scrivere in pubblico per loro deve essere la prova che sono in vita, socialmente parlando. Eppure i loro blog sono vuoti, insulsi. Ma vanno a rompere le scatole, a fare i guastatori nei blog altrui. Ma sono così "motivati" e "incazzati", perché non fanno mai dei bei blog? Almeno si facciano furbi: se non hanno idee, se le inventino, copino, recitino, dicano qualcosa di originale, di strano, di discutibile, di insensato. Macché: questi tipi umani in genere usano il trucco infantile di atteggiarsi a "moderati", ed espongono pianamente i termini del problema su cui tutti da ore o giorni o mesi discutono, si accapigliano e confrontano le diverse soluzioni. Loro, invece, s'inseriscono di forza e nel bel mezzo dell'accesa disputa ritornano a ricordare a tutti qual è il problema. E se "da un lato", saggiamente, gli sembrerebbe di dover fare così, "dall'altro" sensatamente sarebbe più opportuno fare cosà. I moderati del nulla. Sempreché non sorgano nuovi problemi, cavillano spezzando il capello in quattro. E ogni quarto di capello, a sua volta, si divido in così e cosà. Sono i "trico-tessaro-tomisti" (vi piace il neologismo?). E questi tipi, guai a interromperli: sono i più attaccati al microfono, alla pagina, al sito web. Nella società moderna, solo fintamente democratica, ognuno ha il diritto di parlare. Ma gli altri non hanno alcun dovere di ascoltarlo. O di leggerlo. Pensate alle chat, o alle migliaia di frasette insulse, vuote, insignificanti, con cui moltissimi blogger fanno un "post". Che cos'è, uno scimmiottamento alla Striscia la notizia dello stile esistenzialista alla Moravia? "Infilo la forchetta nella bistecca. Il gatto sta sulla poltrona. Mi guarda [eh, illuso]. Fuori pioviggina". Ah sì? E chi se ne frega, testa di brassicacea. Ma perché hai pensato di scrivere qualcosa, di aprire un blog, di comprarti l'elaboratore elettronico? E intanto i bit corrono. "E io pago", diceva quello. E qualcuno fa affari. Sulla loro idiozia. Sul vuoto delle loro teste. Internet, che spreco di risorse. Un sistema fondato sul nulla. Così affollato di sciocchezze che, dicono gli esperti, corre il rischio di crollare per il peso in bit di tutto questo nulla. E stanno già pensando di rifarlo in un altro modo. Ma, mi chiedo, sapranno evitare i cretini che non hanno niente da dire, ma lo vogliono dire a tutti i costi?
Foto: Apple II con joystick e 2 lettori di floppy-disc (Usa 1977)