01 febbraio 2006

STAMINALI EMBRIONALI. Ripareranno tutti gli organi, e senza rischi

Le cellule staminali embrionali furono scoperte solo otto anni fa da James Thomson dell’Università del Wisconsin a Madison, e hanno alimentato molte speranze. Ora, alcuni ricercatori australiani hanno scoperto una tecnica per evitare che queste cellule possano dare origine a tumori, permettendo così di utilizzarle in terapia senza rischi. Lo studio di Martin Pera e scienziati del Monash Institute di Melbourne – riferisce la Bazzi sul Corriere - pubblicata su Nature Biotechnology ha scoperto un marker o rivelatore cellulare (CD30) che si modifica in caso di anomalie che precedono la trasformazione cancerosa.
"Le staminali embrionali hanno una grandissima capacità di proliferare - commenta Carlo Alberto Redi, direttore del Laboratorio di biologia dello sviluppo all’università di Pavia - e questo è un vantaggio perché se ne possono ottenere e differenziare in gran quantità, ma è anche uno svantaggio perché, così attive e indifferenziate, possono facilmente dare origine a tumori. Proprio per questo non sono mai state finora sperimentate sull’uomo". Le staminali embrionali si moltiplicano facilmente, e sono in grado di trasformarsi in tutti i diversi tipi di cellule, anche del cervello, cuore o rene. Una ricerca condotta da Tiziano Barberi dello Sloan Kettering Institute di New York ha dimostrato che da un’unica staminale si possono creare un milione di cellule produttrici di dopamina, tante quante formano la sostanza nigra del cervello: sono quelle cellule la cui perdita dà origine al morbo di Parkinson.
Il rischio-tumore da staminali embrionali era uno dei motivi che spingono il "partito" contrario a sostenere l’alternativa delle staminali adulte. Queste ultime sono più sicure, tant’è vero che vengono già sperimentate sull’uomo, ma hanno alcuni limiti: se ne possono ottenere quantità limitate ed è difficile purificarle. Il loro impiego in terapia, poi, è limitato quasi esclusivamente agli epiteli, come la pelle o la cornea, oppure, quando sono prelevate dal midollo osseo, alla cura dell’infarto e di poco altro.
Oggi tutte le ricerche sugli animali indicano che le staminali embrionali sarebbero la soluzione migliore per la terapia cellulare, cioè per la riparazione di organi e tessuti danneggiati da malattie come il Parkinson o l’Alzheimer o la sclerosi laterale amiotrofica o le lesioni del midollo spinale. E non è vero che le staminali embrionali provocano facilmente rigetto: sono poco immunogene e, comunque, un eventuale rigetto può essere facilmente controllato. In alternativa ci sarebbe anche la soluzione dell’ingegneria genetica: i loro geni potrebbero essere modificati in modo tale da non stimolare reazioni da parte del ricevente.

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2 Comments:

Anonymous donna sicula said...

Staremo a vedere. Del resto dalla tecnologia scientifica alla medicina pratica in genere passa qualche annetto...

17 febbraio 2010 alle ore 14:34  
Blogger Nico Valerio said...

certamente

14 aprile 2010 alle ore 10:56  

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