21 gennaio 2006

ECCOMI. Jazz e natura, liberalismo e nudismo. Chissà che rapporto c'è.

Dall'Osservatorio di Monte Mario (picc.)(testa con cravatta) Eccomi anch'io, io che odiavo i siti personali e i blog come cose inutili, segni evidenti di narcisismo, snobismo ed esibizionismo alla moda, a tenere un sito-blog.

Ma lo farò - prometto - nel modo più neutrale, razionale e documentaristico possibile. Nessuna indulgenza all'autocelebrazione del "mito", stile genio & sregolatezza, e nessun dilettantismo provinciale. Niente frasi fatte, no ai concettini banali, tanto per riempire la paginetta e far vedere che esisto (com'è la norma dei blog inutili). Tantomeno lo stupido botta e risposta sul nulla, a suon di battutine, che fa assomigliare certi blog alle chat.

E chiarisco subito che questo per me non è un blog, ma un sito personale di appunti giornalistici (ma non è la stessa cosa?). Insomma, un vero e proprio “giornale”. Dove non ci saranno "post", ma veri e propri articoli, o schede. E gli amici, certo, possono inviare commenti.

Solo che nel caso mio è molto più difficile. Non è facile tenere un sito, un solo sito, se hai una ventina di interessi nella vita, e tutti profondi e radicati. Vaglielo a spiegare alla gente che non è narcisismo da sedicenni esaltati e ancora incerti su tutto, ma una serie di scelte naturali, logiche, direi, che a mano a mano hai maturato dall'infanzia alla maturità. Per cui, non vorrei – conoscendomi – che dal “niente blog” passassi prima o poi ad averne dieci!

E, anzi, sarà interessante far capire, capire, spiegare a me stesso, quali sottili fili, quale inesorabile logica psicologica, quali misteriose "necessità" del Caso, legano tra loro i miei molteplici interessi. E' un paradosso, ma meno cose hai da dire, più un blog (o un sito) viene meglio. Io, invece, avrei bisogno d'una decina di siti, a voler restringere. In pratica, dovrei vivere soltanto per i miei siti. E sarebbe una pazzia. Invece, provo con un solo piccolo sito (ho scelto il formato blog solo perché è facile da aprire e da gestire da soli: tutto qui).

Un "sito generalista" dove di articolo in articolo si salta di palo in frasca. E come non sono riuscito a resistere alla mia naturale tendenza ad accumulare conoscenze e specializzazioni, così non resisterò alla tentazione di aprire molti blog specializzati. Infatti, come si vede dai link, ne ho aperto già altri due. E uno, il Salon Voltaire, è un vero e proprio giornale di politica, attualità e costume, che deriva dalla famosa Newsletter con lo stesso titolo che è uscita per due anni (nacque nel gennaio 2004) con grande successo.

E dire che ero contrario sia ai diari che ai blog: li giudicavo tempo perso. Ma forse perché conoscevo solo quelli brutti, sottoculturali, adolescenziali, scritti male, con pessima o inesistente grafica, per di più riempiti di insulse frasette. E che appunto per questo - si sa che le cose brutte attraggono di più i mediocri - sono molto visitati e pieni di commenti altrettanto inutili e vuoti. Non immaginavo che potessero esistere blog ben impaginati ed eleganti, volendo, con la struttura tipica d'una rivista raffinata, come questi dell'americana Blogger.

E mentre il diario rifugge da ogni comunicazione, chiuso a chiave nel cassetto della sedicenne, da dove uscirà quando lei avrà vent'anni per cadere direttamente nel cestino, il sito-blog come lo vedo io è un piccolo archivio personale, un diario pubblico che non conosce né cassetti né chiavi, ma che è sottoposto al giudizio severo e al feedback dei lettori.

E anche qui, mercato libero e concorrenza migliorano il prodotto. E poi, essendo un giornale, grazie ad internet. è il massimo della comunicazione. Vi ricordate quando si diceva che il computer avrebbe disabituato alla scrittura e alla lettura? Be', non ho mai letto e scritto così tanto in vita mia.
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IMMAGINI. 1. A Roma durante una conferenza in un parco. 2. In Trentino, a Villa Helfer-Bellott, tra alberi carichi di mele (pessima esposizione, col sole di fronte: la fanciulla non ha diaframmato...). 3. In interni col caratteristico romantico pallore invernale (Roma, 2003). 4. In nave da Patrasso ad Ancona dopo un mese di vacanza selvaggia in pieno sole (povera pelle!). 5. Nel Parco di Monte Mario (Roma) ripreso (con esposizione sbagliata). 6. In Trentino (part.).

Ma per oltre vent'anni la mia faccia è stata ben diversa, tra il Generale Custer, di cui parlano i film western, e Joshua il Nazareo, di cui parlano i Vangeli. Alcune foto dell'epoca e un divertente o inquietante fotomontaggio sono all'articolo dedicato a barba e baffi. Davvero vale la pena andarlo a vedere. E non lo dico solo per narcisismo: ma sembro davvero il generale Custer e uno dei fratelli Bandiera. Risorgimentale o comunque "ottocentesco", come dice oggi ricordando il mio look d'allora, il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito, che allora frequentava come me i Radicali.

5 Comments:

Blogger Nico Valerio said...

Per avere un'idea visiva di come sono stato per decenni, fino a pochi anni fa, si vedano le tre foto all'articolo dedicato alle barbe: http://nicovalerio.blogspot.com/2007/03/come-eravamo-la-barba-gli-anni.html
(qui il link non è automatico: copia e incolla la stringa sulla finestrina degli indirizzi web)

4 luglio 2007 alle ore 11:27  
Blogger Nico Valerio said...

A quasi 2 anni di distanza, con 8 blog creati, di cui 7 attivi (quello di Italia Nostra, bellissimo, è stato bloccato, e l'ho lasciato lì come prova visiva di quello che i dirigenti di IN potrebbero fare ma non fanno, perché non sanno fare), ho del tutto cambiato idea sui blog, almeno quelli come li intendo io: sono utilissimi, altroché. Sono i giornali di domani (talvolta già oggi arrivano prima e meglio dei giornali, e questo sempre più giornalisti cominciano a capirlo).
I blog giornalistici (non gli stupidi diari o i dialoghetti in stile chat) sono vere e proprie agenzie stampa.
Non c'è nulla di meglio d'un blog, poi, per le campagne contro o a favore di qualcosa. La rete dei bloggers è fenomenale. Peccato che ancora non rappresenti tutto il mondo sociale e culturale. Troppa gente, anche nel mondo politico, si rifiuta di frequentare internet, utilizzando il pc solo per la posta...
Sono vecchi, qualunque sia la loro età: non imparano, non accettano il nuovo.
Evviva i blog.
Anche perché hanno grande visibilità e assorbono meno tempo d'una newsletter.
Quest'ultima, però, vista la pigrizia della gente che vuole avere il messaggio sulla propria posta, senza andare a cercarselo sul web (forse non conoscono l'uso dei "preferiti"), è oggi più efficace anche se effimera. Dura poche ore. Mentre il blog è eterno.

30 novembre 2007 alle ore 00:04  
Anonymous Anonimo said...

molto intiresno, grazie

19 novembre 2009 alle ore 14:35  
Anonymous Anonimo said...

La ringrazio per Blog intiresny

19 novembre 2009 alle ore 14:39  
Anonymous Anonimo said...

Perche non:)

23 novembre 2009 alle ore 21:14  

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