25 novembre 2012

DONNE. Liliana dai capelli neri che lottò anche per la liberazione di noi maschi

Liliana Ingargiola Grande, piccola Liliana, ti ricorderò sempre con emozione. Anche se dicevi che anch'io, anche noi "maschietti" alternativi, liberali e radicali (con tutto che – diciamolo – eravamo ben diversi dai giovani radicali di oggi, iper-liberisti in capelli corti, giacca, cravatta e stile Luiss, che tu – ovvio – avresti schifato), ebbene, anche noi “compagni”, dicevi, eravamo maschilisti.

Grandi doti umane, il tratto un po' brusco di chi a 19 anni ha già sofferto, grande comunicativa, bello sguardo diretto e franco, con quella frangetta e i lunghi capelli neri e gli occhi nerissimi sopra gli zigomi larghi, non ti dimenticherò mai. Nonostante che molti dei coetanei ti abbiano dimenticato, e dopo l’impegno degli anni femministi, precedente all’èra del computer, la tua vita appartata non abbia aiutato i più giovani a conoscere quell’eroina che a vent’anni aveva lottato con tutte le sue forze per la liberazione della donna (più che per il “femminismo”, parola che forse ti piaceva di meno), tu resti il simbolo di un’epoca felice in cui ancora i giovanissimi pensavano, proponevano, partecipavano, si misuravano con gli adulti e i vecchi. Alla Gobetti. Non come oggi, quando gli insicuri e iper-protetti “giovani” frequentano rigorosamente – e per non fare nulla, poi – solo il ghetto auto-escluso e autoreferenziale degli altri giovani. Noi giovanissimi, invece, lottavamo per tutti, giovani e vecchi, donne e uomini. Forse, senza saperlo (ma che dico, senza dirlo, perché essendo radicale lo sapevi benissimo), tu ti battevi anche per la liberazione di noi maschi. E già, perché questo era lo slogan liberale di noi, insieme “bersagli” ma anche compagni di strada, che vi ammiravano e condividevano la vostra azione. La libertà dell’Uomo, a cominciare dal genere maschile – teorizzavamo noi giovani idealisti – deve passare necessariamente attraverso la liberazione dell’anello più debole del genere umano: la donna. E diciamolo, eravamo davvero orgogliosi di avere amiche e compagne così.

Liliana Ingargiola2 Fatto sta che non ci sei sul web, oggi che sei morta, cara Liliana. Di te, come eri nei tuoi anni giovanili, ho trovato in quella biblioteca d’Alessandria che è Google, solo una piccola foto grigia e sfocata (v. immagine in alto), ma bella e romantica, oltre ad una che ti riprende nella tua tarda maturità (v. immagine accanto), quando ormai ti avevamo perso di vista. Che è ingiusto per una donna come te. Guai a definirti la leader – parola tabù – del radicale Movimento di Liberazione della Donna o del Femminismo italiano! Ma, detto tra di noi, leader lo eri, eccome. Movimento a cui credo di aver dato due, come dire, piccoli contributi. Il primo (e mi fa ancora male una spalla) per aver materialmente ... eehm... aperto il riluttante portone secolare dell’antico palazzo del tribunale di via del Governo Vecchio che sarebbe diventato la vostra sede; il secondo per aver organizzato da voi, a grande richiesta, il mercatino di alimenti naturali e piante curative ogni domenica. Tu e le altre ragazze del MLD foste le prime entusiaste allieve e poi propagandiste della prima contro-informazione alimentare dell'appena nata mia Lega Naturista. Tanto è vero che a Radio Città Futura noi parlavamo di cibo sano, per vostra richiesta, subito dopo la seguitissima, da voi ragazze d’avanguardia, trasmissione “Io Donna”. Perché allora tutte le donne impegnate nel movimento di liberazione, ragazze giovanissime, erano – a differenza delle conformiste e consumiste coetanee di oggi – molto critiche verso “l’inganno alimentare” che umiliava, anch’esso, le donne. E infatti chiedevate la liberazione anche dai consumi sbagliati e imposti. Ecco perché ero così benvoluto e popolare, curiosamente, in via del Governo Vecchio. Posso dire, anzi, di essere stato uno dei due soli maschi ammessi in via eccezionale (nel mio caso anche per meriti... salutistici), nel vietatissimo tempio delle donne. L'altro ammesso era il giovane liberal-radicale Roberto della Rovere. Di recente, poi, lo ricorderai cara Liliana, ci eravamo incontrati di nuovo a piazza Navona, luogo fatidico di eventi laici. Credo 3 o 4 anni fa. E ci eravamo subito riconosciuti e abbracciati. Un grande, caro saluto, piccola, grande Liliana dai capelli neri!

Liliana Ingargiola, per anni valorosa esponente di primo piano del MLD (Movimento di Liberazione della Donna), si è spenta ieri 24 novembre 2012 a Roma.

IMMAGINI. 1. Una giovanissima Liliana Ingargiola (a 19 anni) ad una delle prime manifestazioni per la liberazione delle donne. 2. Liliana nella sua tarda maturità, quando ormai lavorava come psicologa.

JAZZ. Registrato nel famoso, mitico studio professionale (che era ricavato nella sua stessa abitazione!) di Rudy Van Gelder, il migliore tecnico del suono mai apparso nel jazz, a Hackensack, NJ, il 31 agosto 1956, ecco un bel brano dell’entusiasmante corrente hard bop, con Jackie McLean (alto Sax), Bill Hardman (trumpet), Mal Waldron (piano), Paul Chambers (bass), Philly Joe Jones (drums).

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2 Comments:

Anonymous Mary the Red said...

Bello e toccante.

25 novembre 2012 alle ore 20:29  
Anonymous Anonimo said...

nogisto 3521Liliana, la bellissima Liliana, è stata la mia guida negli indimenticabili anni del femminismo, quelli in cui indipendentemente dall'età, classe sociale, cultura, si era sorelle. Con lei ho imparato che non esiste un solo modello femminile, che ognuna di noi ha diritto alla sua autonomia.
Nel corso degli anni ci siamo chieste perchè sia così difficile per molte fare cordata, perchè troppe, quelle arrivate, lasciano indietro le altre, quasi ne temessero la concorrenza. Le donne che perdono la memoria delle altre done, prima o poi ne pagheranno le conseguenze.
Cara Liliana, come potrei dimenticare la parte più creativa, quella migliore, della mia vita?

tiziana ficacci

28 novembre 2012 alle ore 11:32  

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