Tanti sono i difetti della
lingua inglese rispetto alla bella, musicale e articolatissima lingua
italiana. Ma soffermiamoci, appunto, sulla mancanza di articolazione, cioè
sull’uso, diciamolo, un po’ rozzo e barbarico, quasi telegrafico, di accostare
molte parole di seguito in modo apparentemente casuale senza articoli o
preposizioni di collegamento. Particelle di cui invece la bella e musicale
lingua italiana è ricca.
Accade così che in un testo in inglese, soprattutto nei giornali e sul
web, in cui la fretta o la scarsa
accuratezza consegnano al lettore una scrittura trasandata, oppure negli
articoli delle riviste scientifiche a causa d’una traduzione non felice o del
bnisogno di una estrema sintesi, il collegamento tra le parole è davvero problematico,
tanto da generare dubbi (p.es. negli abstract di molti studi scientifici), e
per trovare il bandolo bisogna rileggere e andare a cercare, magari in una
lunga frase piena di subordinate, l’ultima parola! Molto peggio di quello che
accade agli studenti dei primi anni di latino coi testi più involuti.
Sono casi non frequentissimi, ma abituali in chi ha a che fare per
studio coi testi inglesi. Specilamente nei testi scientifici, dove la chiarezza
e certezza del significato sono fondamentali, bisogna spesso controllare bene
la sintassi.
Numerosi sono infatti gli equivoci possibili se si accostano parole
senza particelle; equivoci che solo l’abitudine (inglesi di nascita o veri
esperti), oppure l’uso del trattino di collegamento per le tante parole
composte, riesce a evitare; ma che invece nei conoscitori mediocri (lo siamo un
po’ tutti: non si va ripetendo che l’inglese è la lingua franca, la nuova
koinè, per tutto il Mondo, in specie per la scienza, proprio come era il
latino?) danno luogo in casi estremi a risultati ridicoli e imbarazzanti.
Sia chiaro: anche leggendo certi titoli nei giornali italiani sorgono
equivoci simili dovuti alla trasandatezza dei cronisti, e soprattutto
all’abitudine dei titolisti di guadagnare spazio facendo a meno delle
particelle di collegamento, così imitando, appunto, la lingua inglese.
Ma l’originale, cioè un titolo di giornale inglese o americano, è ancora
meglio! Come questo titolo, reale, che apparve il 28 ottobre 2017 sul "Pratt Tribune" un piccolo giornale locale che si stampa a Pratt, nel Kansas (USA), come riporta un sito americano. Un esempio tra migliaia nel giornalismo, e non solo anglofono:
“Students get first hand job experience”
A seconda della parola a cui va collegato hand (visto che non c’è nessun
articolo o trattino di collegamento che ci aiuti) abbiamo due significati
diversi. Ma dove sta la regola sintattica che regola l’ordine di accoppiamento
delle parole inglesi? Credo che non ci sia, o almeno io non l’ho trovata, e che
tutto sia demandato all’uso popolare, cioè all’intuito. Oppure all’uso dei
trattini, che qui mancano (chissà se volutamente: anche i redattori alle volte
si divertono coi doppi sensi).
Insomma, si va a senso “più probabile” o “più accettabile, a seconda
dell’ambiente”?
Per stare al titolo, se il giornale è serio, non goliardico, né
satirico, sarà improbabile che il titolista abbia voluto dire ciò che a prima
vista appare chiaro a una persona maliziosa:
“Gli studenti hanno una prima esperienza di masturbazione" [questo vuol dire, inutile negarlo "hand job"]
E conoscendo la notoria
repulsione per la fatica degli studenti, sarà improbabile anche:
“Gli studenti hanno una prima esperienza di lavoro manuale” [cioè come
operai]
Quindi, la traduzione
esatta sarà, per esclusione:
“Gli studenti hanno un'esperienza lavorativa di prima mano” [cioè di buon
livello]
Ma che bella lingua
l’inglese, molto razionale! Non voglio qui teorizzare sulla sua generale inferiorità
rispetto all’italiano, ma soltanto che l’eccesso di brevità e stile telegrafico
la pone talvolta in condizioni di inferiorità semantica.
Sapete che vi dico? Teniamoci stretto il nostro italiano.
AGGIORNATO IL 16 FEBBRAIO 2020
1 Comments:
bel pezzo ! La prima traduzione quella di Federica La Mano Amica è ributtante...
la miglio è la terza quella più Logica e più "colta" nel senso di coltivata. Un mio insegnante di anglocazzone a londra mi disse che la mia pronuncia - piana - dell'inglese era molto buona...poracci: non sanno dire gnocco e tantomeno gnocca !!!
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