28 febbraio 2007

NUDISMO. La rivoluzione del corpo si fa senza costume. Lo riscopre Repubblica.

Nudismo coppia in spiaggia deserta selvaggia

SECONDO GLI ESPERTI IL BOOM E' GIA' SCOPPIATO

CON IL VESTITO VOLA VIA

ANCHEIL VECCHIO TABU’

di NICO VALERIO, La Repubblica, 14 luglio 1978

Da maggio a ottobre, prima timidamente nei week-end, poi con più coraggio nelle «vacanze lunghe», dalle spiagge affollate alle calette vergini, dagli scogli alle radure erbose dei boschi, è tutto uno spogliarsi di vesti e di tabù, un denudarsi in massa, un mostrar cosce, sessi e seni. Il contagio nudista, prevedono gli esperti, quest'anno si estenderà ancora.

Madri di famiglia in costume d'Eva a Marina di Pisa, a Filicudi o sulle rive del Po, che passeggiano « à poil » nelle viuzze di Panarea. Distinti signori che all'Elba, a Ponza, a Vulcano e anche a Ostia, mostrano con noncuranza fattezze complete di dettagli anatomici. Ragazze e ragazzi, nudi tutti insieme (salvo qualche turbante) a Salina, in Sardegna, a Capo Mele, chi a suonare l'oboe, chi a cantare l'ultimo De Gregori. Nudi è bello. Mai, a memoria d'uomo, gli elastici di mutande e reggipetti, slegandosi, avevano fatto più rumore.

Nudismo familiare in riva al lago (Wikipedia)Il ricupero della nudità come condizione naturale del corpo, il nudismo come espressione libera della persona, diventano un fenomeno popolare. Al posto dell'Uomo mascherato dei fumetti e della cronaca nera, l'Uomo nudo, emblematicamente inerme tra i violenti super‑vestiti, ha sorpreso anche i sociologi e psicologi alla moda. Eppure il nudismo organizzato, in Europa, conta già cinque milioni di praticanti; in Italia varie decine di migliaia. Il nudismo selvaggio, poi, è un fenomeno ancora più vasto.

Per esorcizzarlo, per screditarlo, avevano detto che era un «fenomeno borghese», di élite, residuo del libertinismo d'Oltralpe. Macché. Al contrario, sembra che piaccia più a sinistra, tra gli studenti, gli intellettuali, le donne, gli anticonformisti di sempre.

Borghesi e libertari, gluteo contro gluteo, sembra che si siano passata la voce, sia pure malcelando sguardi d'odio o di sufficienza: basta col tabù del corpo, no al pudore. Certo, una vicinanza imbarazzante. Per un po' la provincia ha tremato, poi ha dato alla causa nudista il grosso degli aderenti.

Madre con bambino nudismo in spiaggia selvaggia La Chiesa, i militari, i giudici, che guarda caso – dicono i nudisti più accesi – fondano il proprio potere sull'abito, sulla divisa, sulla toga, hanno per un po' fatto la voce grossa. Dal soglio di S. Pietro si è levato un grido di dolore contro le « ostentazioni naturistiche, oscene esaltazioni del nudismo, dell'erotismo, del pansessualismo ». Ma poi i preti sono entrati nei campi nudisti, i carabinieri si sono voltati dall'altra parte, i pretori hanno cominciato ad assolvere.

Saggi come vecchi indù, i nudisti osservano che alla nudità in passato erano dedicate cerimonie e feste, che lo stare nudi a contatto con l'aria, il sole, l'acqua, la terra, è una terapia alternativa, una seduta analitica di gruppo, perfino un'azione non-violenta. Sarà vero? Dopotutto anche la verità è nuda.

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Secoli di foglie di fico

LA STORIA dell'uomo nudo è ancora tutta da scrivere. Si dovrà iniziare là dove iniziano tutte le storie e le leggende dell'umanità, magari dalla Genesi, se uno ci crede, dove si legge che « erano nudi entrambi, l'uomo e la donna, e non se ne accorgevano ».

E' sicuro, fa notare Reich, che per molti millenni non si è mai parlato di "pudore" come lo intendiamo noi, cioè come tabù del corpo. La cultura occidentale e orientale tramandata, è ricca di episodi di nudismo, ante litteram. Nausicaa. è sorpresa dall'aspetto irsuto e selvaggio del naufrago Ulisse, non dalla sua nudità. Greci e romani praticavano nudi quasi tutti gli sport. Ai bagni, fino al XIV sec., uomini e donne erano nudi.

La nudità, praticata in pubblico, sopravvisse in Europa fino a tutto il '500. Dormire nudi e fare il bagno nudi nelle tinozze di casa, in presenza di estranei, era normale. Nel 700, secolo di trine e merletti per l'aristocrazia, il popolo si bagnava nudo negli stagni, e non indossava nulla sotto i comodi camicioni campagnoli (come del resto la stessa aristocrazia e tutti i popoli dell'antichità).

Il pudore, insomma, non sembra un “sentimento” naturale ma un'imposizione artificiosa delle religioni monoteiste, specie quelle giudaico-cristiane, che "criminalizzando" il nudo, potevano controllare le pulsioni popolari e dominare le donne.

Per secoli, i missionari gesuiti sono andati un giro tra i “selvaggi” civilmente nudi, a diffondere il « peccato della nudità ». Le responsabilità della Chiesa nel­la innaturalità della vita moderna e della diffusione della vergogna e del senso di ribrezzo por il nudo so­no gravissime (Freud, Reich).

Alla fine dell'800, per reazione agli eccessi dell'industrialismo, cominciò a diffondersi di nudismo come ritorno alla semplicità e alla naturalità.

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La salute si vede dal seno

MA E' PROPRIO vero che andare in giro senza vestiti fa anche bene alla salute? E' quel che sembra, a leggere le note scientifiche di molti medici igienisti, dai precursori Priessnitz, Rikli e Rollier ai contem­poranei. Il corpo nudo è nel­le migliori condizioni per l'autoproduzione del calore di dispersione. Non soffre infatti dell'artificioso squi­librio causato dalla copertu­ra – sempre parziale – degli indumenti e riacquista la perduta capacità termoregolatrice. La pelle esposta all'aria elimina in continuazione un'enorme quantità di umori nocivi col sudore, gli acidi urici, l'urea, il sebo, l'anidride carbonica. I vestiti, specie quelli aderenti, gli indumenti intimi, intralciano questa benefica eliminazione e spesso « dirottano » le tossine verso altri organi (reni, fegato ecc.) che finiscono a loro volta per affaticarsi.

L'effetto benefico della luce solare sulle ghiandole a secrezione interna è provato: la tiroide e gli organi sessuali vengono particolarmente stimolati. Il bagno d' aria integrale procura un effetto meccanico (massaggio) grazie alla brezza e al vento, e un effetto chimico per il contatto con particelle in dispersione di sali, iodio, umidità, gas. Ma più del bagno d'aria, è il bagno di sole che richiede la nudità. L' impulso dato dal sole alla circolazione periferica del sangue, ai fagociti (cellule anti‑batteri) e agli enzimi di difesa, ha effetti troppo importanti perché ne vengano privati proprio le mammelle, gli organi sessuali e i glutei. I raggi ultravioletti anche direttamente hanno un forte potere disinfettante e antibatterico, tanto che l'abbronzatura completa non è solo una difesa termica ma una vera protezione biologico-immunitaria. Del resto non è un caso che zone aperte agli attacchi batterici, come capezzoli, organi genitali e ano, siano fortemente pigmentate per resistere ai raggi solari.

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Il pube entra in pretura

Il nudismo non viene considerato dal nostro codice penale. Il più delle volte, infatti, se sorpresi nudi in luogo pubblico da agenti di P.S. si viene soltanto invitati a rivestirsi.

Altre volte, spesso su denuncia di un passante, di una vecchietta che sbirciava da una finestra, d'un voyeur moralista, gli agenti possono denunciare il nudista in base all'art. 726 c.p., che punisce con un'ammenda (di solito diecimila lire) chi « In luogo pubblico o aperto al pubblico compie atti contrari alla pubblica decenza ». Senonché, a rigore, non andrebbe neanche applicata questa norma, non essendo il nudo del nudista un « atto », un fare, ma una condizione, uno stato.

Ogni tanto, qualche agente o commissario sbaglia o esagera in durezza e denuncia in base all'art. 627 c.p., che punisce con l'arresto «chiunque in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico compie atti osceni ». L' applicazione di questa norma è stata esclusa dalla stessa Cassazione per il caso del nudismo. Il nudista ingiustamente colpito, perciò, potrà a sua volta denunciare i responsabili del suo arresto in base agli art. 235-236 c.p.p. e 323 e 606 c.p.

Oggi, però, i tempi sono cambiati e i pretori tendono ad assolvere con la formula più ampia e con motivazioni che si direbbe scritte da un nudista convinto. Hanno fatto scalpore, tra le altre, le assoluzioni del giovane Fernando Perez, che passeggiava nudo nel centro di Milano, e della ragazza triestina Ondina G., sorpresa completamente nuda in una pineta molto frequentata. Non è lontano, forse, il giorno in cui i bagagli dei nostri week‑end e delle nostre vacanze estive saranno molto, molto più leggeri.

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Ma c'è nudo e nudo

INTANTO sfatiamo la leggenda che vorrebbe il nudismo talmente nudo da essere spoglio anche di aggettivi. Invece, c'è nudo e nudo, specie oggi che molte signore in monokini sono convinte di fare del nudismo. Per i maniaci della sistematica, ci sono almeno tre tipi di nudo. Sono anche tre diversi modelli di comportamento, corrispondenti a differenti modi d'intendere il rapporto uomo-natura.

C'è il nudo solare, elioterapico o estetico. Slip e reggiseni calano solo per il tempo strettamente necessario al bagno di sole. Sguardi furtivi a destra e sinistra, specie la prima volta, per accertarsi che i vicini non ti fissino, e «proprio lì per giunta. A questo stadio si arriva diritti dal topless. La prossima tappa è:

Il nudo consumista. Che è già nudismo vero e proprio. Acquisita sicurezza e spontaneità di movimenti, lui e lei cominciano a prenderci gusto, familiarizzano, passeggiano, stringono amicizia col commendatore pingue col cagnolino o con la coppia snob di Firenze. Vezzosa catenina ai fianchi (lei), ciondolo afro al collo (lui), sono tutti miniappartamento e boutique. Nudi, fanno esattamente le cose che facevano da vestiti: bevono Cola e whisky, mangiano tramezzini, fanno tardi la sera, lasciano in giro cartacce, si portano dietro mangianastri e tv, guardano con sufficienza la dattilografa e lo studente, cercano di rimorchiare l'industrialotto di Milano (non si sa mai). Fanno sci nautico. Al ritorno scioccheranno i colleghi d'ufficio con improbabili storie nudo-erotiche. Una lunga ascesa permette di arrivare al:

Nudo naturista. Il nudista sarà attratto dai luoghi selvaggi, vivrà in modo semplice e allegro, senza formalismi e controllo sociale, per lo più all'aria aperta. I più se ne andranno in zone bellissime e inaccessibili ai comuni vacanzieri. Una tenda canadese, uno zaino, pasti energetici e semplici, tanto spirito d'avventura. A metà tra l'esploratore e il promeneur solitaire alla Rousseau.

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Un galateo per il nudista beneducato

I DIRETTORI dei nudo‑camping tedeschi, austriaci o inglesi, quando arriva il signor Rossi, si mettono le mani nei capelli. Noi italiani abbiamo fama d'essere i nudisti più indisciplinati d' Europa: dragueurs, chiassosi, invadenti, disordinati. Un decalogo elementare per nudisti neofiti, piuttosto rigido e senza peli sulla lingua fu redatto a Milano dodici anni fa. Oggi, è considerato "superato" e "moralista" perfino dal suo autore. Eppure sono consigli che forse vanno ancora bene per i novellini del nudismo estivo, se non altro per evitare malintesi e pessime figure.

1. Ogni campo nudista come club privato ha un regolamento che va osservato. Le norme sono in genere quelle elementari di convivenza civile.

2. Evitare di discutere o protestare spettacolarmente «all’italiana) con la direzione: si rischia d’essere espulsi.

3. Norme fondamentali sono la buona educazione e l’igiene. I campi sono luoghi di convegno e pacifica ricreazione per nuclei familiari. Riservatezza, serenità, discrezione, rispetto degli altri e assenza d’ogni malizia sono essenziali alla convivenza.

4. Nei campi nudisti si sta normalmente nudi. Ci si copre adeguatamente nelle ore notturne, in caso di cattivo tempo o di indisposizione

5. Non si fa nudismo per un concorso di bellezza. Pur tenendo all’estetica, il nudista non si cura eccessivamente del proprio aspetto, bello o brutto, giovane o vecchio, né indulge ad orpelli inutili (trucco, collane, catene, tacchi a spillo ecc.).

6. Si abbandoni la comune illusione che i campi nudisti siano una riserva di caccia per avventure sessuali; i « pappagalli » sono subito allontanati. Il contegno deve essere molto più corretto che altrove. E’ vietato corteggiare, amoreggiare, dire volgarità.

7. Rispettare la pace altrui, non essere chiassosi, invadenti, non portare radio o televisore, non sporcare né gettare alcunché per terra. Inutile « fare il furbo » nascondendo i rifiuti in un cespuglio: ve lo farebbero subito notare, perché gli italiani sono tenuti d’occhio.

8. Salvo divieto, gli apparecchi fotografici sono tollerati ma solo per uso familiare molto discreto. Non fotografare gli altri se prima non si è stati autorizzati.

9. Per l’accesso al camping è di solito necessaria la tessera nudista. Le persone sole, in genere, se non sono già conosciute, vengono ammesse con difficoltà.

10. Rispettare la natura, non devastarla tagliando rami e strappando erbe, non inquinare l’acqua e l’aria. Adoperarsi per la pulizia del campo.

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C'E' LA POSSIBILITA' DI PRATICARE LIBERAMENTE IL NATURISMO
Quando basta un cespuglio

ISOLA D'ELBA. E' la rivelazione dell'anno. L'isola permette il nudismo libero in molti tratti della costa. Una mappa accurata delle zone franche del litorale è stata disegnata dal locale club nudista. Le località più frequentate si trovano nella parte orientale dell'isola e sono raggiungibili anche via mare: Nisporto (da Punta delle Casette a Punta Falconaia), tra Capo Calvo e lo Scoglio Remaiolo, oltre la Punta dei Ripalti ecc. Ottima anche la zona a sud di Cavo. La parte occidentale, più attraente, è adatta agli amanti dell'arcano, dell'avventura. Anche al sud luoghi interessanti: prima o dopo la spiaggia della Fetovaia, tra Capo di Poro e Cavoli, a Capo di Forza, a Capo Pini. Informazioni presso Giovanni Aragona, via Vitaliani 20, P. Azzurro, tel. 0565/952.81 o ufficio del turismo.

NUDISTI DEL PO. Anita, via N. Bixio 32, Milano, telefono 02/271.68.96. Un gruppo mobile, appoggiato a una casetta galleggiante ormeggiata al Ponte della Becca (8 km da Pavia, sulla Pavia-Tornello-Broni), presso il cantiere nautico Amici del Po (0382/485.050), fa del nudismo libero esplorando le isole del Po e le calette selvagge delle rive. Da aprile tutti i sabati e i giorni festivi. Portarsi colazione al sacco e bevande. Partecipazione gratuita. Doccia. Al Ponte della Becca c'è spazio per tende e roulottes impianti luce, servizi igienici e acqua.

ALTRE LOCALITA'. Il nudismo selvaggio è possibile ‑ con un occhio sempre vigile ‑ in molte zone costiere e nelle radure e erbose di boschi e foreste poco frequentati: il Vulture, la Sila, la zona di Manziana (Lazio), le foreste alpine e quelle dell'Appennino tosco-emiliano. Privilegiate le isole, gli isolotti, gli scogli. Nelle Egadi: Favignana e Levanzo, l'isola dei Conigli Lampedusa, Ustica. Nelle Eolie: Alicudi, Filicudi, Panarea (Cala Junco), Vulcano. E poi sul Po, specie sulle isole del delta: Bacucco, Bonelli e l'isolotto di fronte alla Bocca del Po di Tolle. Alle foci del Brenta, all'isola Gallinara presso Alassio, sulle e rocce di Capo Mele, in Sardegna tra Arzachena e la Costa Smeralda, nel Gargano e perfino in Sicilia.

I milanesi, nel week-end, vanno in massa a spogliarsi sulle rive del Ticino. I romani vanno al km 9,5 della Nettunense tra Ostia e Torvaianica, in un tratto di spiaggia detto "il buco» Ma i più esigenti rinunciano al mare inquinato e vanno a spogliarsi in posti segreti sulle rive dei laghi di Vico e Bracciano, oppure in escursione, la domenica e i giorni festivi nei boschi dietro il monte Gennaro, Vicovaro e Marcellina: migliaia da ettari di boschi e radure, con pascoli semibradi dove è possibile praticare il miglior nudismo tra alberi e piante aromatiche. Informazioni per lettera: LE.NA., Lega Naturista, via Giulia 167, Roma.

Tra le iniziative originali, c'è anche la piccola crociera nudista sul “Califfo”, una goletta di 11 m. che esplora calette e isole nudiste dell'Istria e della Dalmazia. Per informazioni: Luciano Sodomaco, via Corsi 4, Trieste, tel. 040/30.406.

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Ecco le sètte del sole

FORNIAMO, qui di seguito, l'elenco completo delle associazioni nudiste e anche delle leghe e dei club naturisti che praticano o diffondono, tra l'altro, anche il nudismo naturista.

A.N.ITA., via N. Bixio 32, Milano, tel. 02/271.68.96. Notiziario telefonico 02/208.624. La più numerosa e anziana tra le associazioni nudiste in Italia. Ha varie sedi periferiche.

A.N.B., via Clavature 20, Bologna tel. 051/380.941, 580.506. Uno dei gruppi più evoluti e progressisti. Si occupa anche di altri temi naturisti (alimentazione, ambiente, medicine naturali ecc.).

IL GIRASOLE. c.p. 240, Padova, tel. 045/562.935. Oltre al nudismo, il club è particolarmente versato in igiene, medicina e alimentazione naturali.

U.N.I., c.p. 185, Torino, tel. 011/984.28.19. Gruppo nudista tradizionale.

A.N.A.A./S.F.K.K. Emilio Sperandio. c.p. 236, Bolzano, tel. 0471/27.005. Gruppo nudista tradizionale.

LIBURNIA, Pendice Scoglietto 2, Trieste, tel. 040/534.60. Gruppo nudista tradizionale.

CLUB ETRURIA, Claudio Ranieri, via Monte Cristallo l. Roma. Come sopra.

LE.NA., Lega Naturista, via Giulia 167, Roma. La più giovane tra le associazioni, si occupa di tutti i temi naturisti.

(La Repubblica, 14 luglio 1978).

NOTA BENE. L’articolo ha valore storico e documentativo: ovviamente nomi, sigle, indirizzi e numeri di telefono riportati sono quelli dell’articolo originale del 1978, e non sono più validi.

AGGIORNATO IL 20 MARZO 2015