24 giugno 2010

IDEE. Il genio che nel caos mediatico delle scienze insegna a formarsele

"Da quando nel suo libro The Selfish Gene (1976) Richard Dawkins ha coniato il termine "meme", è nata la memetica, la scienza che studia le modalità di trasmissione delle idee da mente a mente.

Dawkins, sulla base di alcuni esperimenti condotti in laboratori chimici, parte dal presupposto che sulla Terra, prima dell’avvento della vita, ci fossero solo acqua, anidride carbonica, metano e ammoniaca, ossia composti semplici che, traendo energia da fenomeni naturali, quali scariche elettriche o luce del sole, hanno dato origine a molecole più complesse sciolte in una sorta di brodo, chiamato brodo primordiale".

Questa la premessa della recensione all’ultimo libro di Roberto Vacca, "Memi", nel numero di giugno della rivista Il Punto, brillante house organ della Scuola d'Impresa della Facoltà di Ingegneria (Università di Roma, Tor Vergata). Come vedete, è confermata la mia famosa tesi – rivoluzionaria solo nell’Italia levantina, pseudo-letteraria e provinciale delle nullità che si danno importanza coi paroloni – secondo cui le persone davvero colte e intelligenti, quando non redigono uno studio scientifico e si rivolgono ai profani, scrivono con parole e stile semplici, il che è appunto, un’abilità ulteriore, quella divulgativa.

Ma continuiamo a leggere l’articolo che in poche frasi rifà la storia del "brodo primordiale" cioè, nientemeno, l’origine della vita sulla Terra. "Le molecole si sono poi differenziate tra di loro, sempre tramite mutazioni: così sono nati i geni come noi li conosciamo, molecole pressoché immortali, in quanto trasmesse dalla cellula madre alle cellule figlie e, nel caso di organismi più complessi, da genitori a figli, lungo le generazioni a venire. L’unità di trasmissione della vita, o per meglio dire di sopravvivenza, è quindi il gene, che è stato capace di costruire delle vere e proprie "macchine di sopravvivenza" al solo scopo di propagarsi e sopravvivere tra le quali quella umana è la sola a essere dominata dalla cultura e influenzata da idee apprese e trasmesse.

E’ singolare che il termine "meme" sia stato coniato da uno zoologo che si occupa di etologia, ma lo è ancora di più se viene usato da un ingegnere elettronico, docente, tra le tante altre attività, di Automazione del Calcolo e di Computer, ingegneria dei sistemi, gestione totale della qualità presso le Università di Roma e Milano.
Memi è, infatti, il titolo dell’ultima opera di Roberto Vacca, completata ad aprile del 2010. Nella prefazione si legge: "Racconto come sono stato e sono ancora in contatto con persone speciali che ho conosciuto: maestri, amici che mi hanno insegnato scienza, teorie, buon senso, metodo, inventività, humor, arti, atteggiamenti e un po’ di saggezza […] E perché scrivo queste pagine? Credo che mi spinga un meme che s’impiantò nella mia mente tanti anni fa nel corso della mia educazione: "Impara cose nuove e insegnale" […] Questo mio è un libro di esercizi per imparare a formarsi criteri efficaci".

Sono tanti gli aneddoti raccontati e sono tanti i maestri menzionati: il padre Giovanni, matematico incallito (a soli 17 anni inventò il quadrato magico), appassionato e studioso di religione (luogo di discussione per eccellenza in casa Vacca) e cultura cinese; la madre Virginia di cui lo scrittore scrive "era una persona notevole. Pubblicò l’ultimo suo libro quando aveva 91 anni", amante e studiosa di lingue straniere e religione islamica; la sorella, ora ottantottenne e residente in Galles e le due mogli.

Ma oltre ai familiari, Roberto Vacca, ricorda tanti altri maestri: Paolo Vita Finzi, conosciuto prima attraverso i suoi scritti e poi personalmente, Wolf Gross, definito il "maestro dei maestri" e conosciuto all’INAC, Primo Levi, al quale l’autore inviò il suo primo manoscritto, Alfred M. Kerzner, maestro di industrial e financial management. Ma anche Arnaldo Maria Angelini, docente di Macchine Elettriche e primo datore di lavoro, Juan Rodolfo Wilcock, fautore del "Tira fuori quello che hai dentro", Luigi Stringa, Mario Lucidi e numerosi aneddoti, primo far tutti, lo splendido, a mio avviso, intervento in occasione della trasmissione "Porta a Porta" sul miracolo della Madonna di Civitavecchia. Un libro pieno, appassionato, intenso, ricco di spunti di riflessione su tematiche attuali: religione, morale, spiritualismo, rapporti umani e comunicazione.

Una curiosità degna di nota: il libro non può essere acquistato in libreria …per averlo bisogna contattare l’autore attraverso mc4634@mclink.it. Perché leggerlo? Perché Roberto Vacca non ci delude mai, perché il libro contiene possibili risposte a quesiti, oserei dire, umanamente universali, perché nel caos comunicativo che ci circonda, l’autore riesce con abilità a insegnarci come riconoscere i messaggi meritevoli da quelli mediocri e poco efficaci".
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JAZZ. Un travolgente brano della grande orchestra del maggior teorico ed esponente dello stile per Big Band, Fletcher Henderson. Si tratta di una incisione del 1927 (2:58): Hop Off.

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1 Comments:

Anonymous ing. Peeter said...

Grande Vacca, è anche il mio preferito!

25 giugno 2010 alle ore 19:43  

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