09 febbraio 2006

MANGIA-MANGIA IN TV. Rai, cibo degli esperti e vegetariani "eremiti"

Il cibo è telegenico, peccato che quegli incapaci di registi e programmisti della Rai-Tv non lo sappiano. Presentano tanti programmi di cucina improbabile e pasticciata (talvolta ributtante), fatti solo per la telecamera, cioè per un pubblico di casalinghe anziane che ormai ha perso l’entusiasmo e si appaga di "mangiare con gli occhi" il cibo, ma non ama più stare in cucina.
Altrimenti, ci sono le trasmissioni scientifiche da Quark di Piero Angela (buon pianista jazz in gioventù, ma lì finì la sua creatività. Però andrebbe bene come moderatore politico...), che però non trasmettono entusiasmo, col regista che indugia sul conduttore anziché farci vedere le cose che ci interessano. Solita autoreferenzialità italiana. E la scienza – tipico vizio di Quark – è sempre vista come "stranezza", "curiosità", "mostruosità", una cosa lontana, bella ma inutile. E poi basta con questo equivoco di Angela "serio" e bravissimo conduttore, solo perché flemmatico per natura e lento nel parlare: lo ha spiegato lui stesso che ha imparato a fare lo spelling per correggere il suo accento piemontese. Infatti parla come uno straniero: ecco forse perché piace al popolo di xenofili... Ma in fondo è solo un presentatore impersonale, visto che tutto il lavoro di ricerca e cucina redazionale è fatto da altri. Che non sono molto esperti in certi campi, e così si sentono spesso cose generiche, banali, inesatte, sia nella nutrizione scientifica (insufficiente il docente Cannella), sia nell'alimentazione degli Antichi Romani (abbiamo semtito delle banalità e anche inesattezze gravi).
Dilettantesca e quasi una caricatura fuori tempo massimo del salotto di Maurizio Costanzo è la trasmissione di Telesalute. Anche qui la telecamera indugia sulla conduttrice, mentre gli ospiti, in genere esperti in pensione o di secondo piano, parlano a turno dicendo sempre cose banali, risapute e moderate, in stile Rai "per casalinghe ignoranti". Ma una tv che si chiama Telesalute non dovrebbe andare più in profondità?
C’è poi quel mediocrissimo Elisir (Rai 3) che è come una succursale della Asl: medici con improbabile camice bianco alle ore 22 di domenica sera, intervistati in un ambulatorio vuoto, che elencano in modo grigio e superficiale sindromi, sintomi e terapia come se recitassero una enciclopedia popolare a dispense. Sempre le stesse malattie. Che tristezza. E che menagramo. Il regista - se non è colpa sua - si metterà le mani nei capelli: nessuna creatività, niente spettacolo. Il tutto condotto in stile tronfio e spocchioso da Mirabella, che non si capisce davvero come possa essere stato un attore comico. Se non faceva ridere prima, però, fa ridere ora. Ma, diventato famoso in tv, adesso addirittura "insegna all’Università". Che cosa e in quale università, ci piacerebbe saperlo. Come mons.Tonini, che a forza di stare in tv è stato fatto cardinale per meriti catodici. A quando il cappello rosso a don Mazzi?
Qualche sera fa ne abbiamo sentita una delle solite a Elisir. Parlava il vecchio nutrizionista Del Toma che ha sempre l’aria di non essere molto aggiornato. A proposito di vegetarismo ha cominciato ad elencare banalità e inesattezze gravi per un professore universitario. Molti studi scientifici che provano i vantaggi del regime vegetariano, come si sa, sono stati condotti sulla comunità americana degli Avventisti, che conta molti vegetariani (circa la metà) per motivi religiosi. Tutti questi studi hanno provato che i rischi di molte malattie degenerative, dal diabete ai tumori, sono notevolmente inferiori negli Avventisti, come in altre popolazioni vegetariane.
Ebbene, che è scappato di bocca al Del Toma? Che quegli studi epidemiologici non hanno un gran valore (non sono "significativi") perché non sono rapportabili alla popolazione normale, in quanto gli Avventisti vivrebbero come salutisti eccentrici ed "eremiti". Sconcerto e pena tra i telespettatori esperti. Il buon nutrizionista Del Toma chissà che s’immagina che siano questi strani Avventisti: "stiliti" che fanno penitenza su alte colonne, trogloditi che vivono ancora nelle caverne, o fachiri che dormono nudi su letti irti di chiodi?
Santa ignoranza da provinciali. Gli Avventisti vivono come tutti, anche se magari sono più attenti alla salute del resto della popolazione, per esempio non fumano e non bevono alcol. Ma questo viene considerato dai ricercatori. Per correttezza scientifica negli studi vengono comparati ad altri Avventisti "di controllo" scelti tra quelli che hanno le medesime abitudini, solo non vegetariani. Lo "studio epidemiologico ideale", infatti, è quello in cui i due gruppi di popolazione messi a confronto si diversificano solo per la variabile studiata (in questo caso la dieta). Possibile che un professore universitario non sappia quello che uno studente del primo anno di biologia sa benissimo? O, visto il mangia-mangia dei mass media in Italia, c’è qualcosa dietro? Per esempio, pressioni sulla tv dei produttori di carne o degli inserzionisti pubblicitari?
Non sarebbe la prima volta. Ma speriamo proprio che sia solo Santa Ignoranza.