04 maggio 2015

LA SCIENZA a furor di popolo: "olio di palma cancerogeno!" Come ieri gli ogm?

Olio di palma grezzo e puro (in commercio) Vi ricordate i tempi bui quando i cibi tratti da piante Ogm facevano venire il cancro, e le maestre elementari impaurivano i bambini (che giustamente ridevano) con la storiella della fragola con le zampine di coleottero?

Non bastava dire che gli Ogm sono solo speculativi e inutili ai contadini, specie in un Paese fertilissimo, di antiche tradizioni agricole-alimentari, e di molte antiche e preziose varietà botaniche come l’Italia? No, bisognava inventare, terrorizzare altri ignoranti come loro, deturpare la cultura e l’intelligenza come hanno fatto quei cretini-violenti (le due cose vanno spesso di pari passo) dei protestatari che a Milano hanno sporcato muri, spaccato vetrine e incendiato automobili solo per sabotare il giorno della inaugurazione dell’Expo sul cibo; e anche gli altri in corteo, i c.d. “buoni”, che più che contro il cibo industriale sembravano essere contro il capitalismo in sé e l’industria degli alimenti (proprio quegli alimenti che loro richiedono di più, dalla Nutella alle patatine fritte, dai gelati ai biscotti), guarda contraddizione. Non bastava non andarci, magari aggiungendo che poco o nulla dice l’Expo sul mangiar sano e naturale, e perfino sulle vere tradizioni alimentari italiane?

Ora è la volta del famigerato olio di palma, diventato un veleno grazie ai tanti “cretini attivissimi” (perfino il buon diavolo di provincia d’un Renzi dimostra questo sillogismo elementare: solo Cavour fu l’eccezione dell’attivissimo intelligente) dediti alle più bislacche “campagne” per influenzare, forgiare le menti degli “altri”, evidentemente ritenuti gregge, pollaio senza testa, mentre “loro”, invece.... Alla faccia della uguaglianza e della democrazia!

Neanche questa è vera, ovviamente, e poiché la ditta Valerio & Valerio è specializzata nello smontare le falsità e leggende della sottocultura di massa, ecco una monografia sull’olio di palma che riunisce il meglio degli studi scientifici, che ovviamente non sarà letta dai tanti pigri e sottoculturali di Fessi-buk, incapaci di affrontare testi di più di 10 righe, purché senza frasi complesse, che dopo tanti libri cartacei non letti hanno trovato finalmente in internet e Wikipedia la “Treccani de’ Noantri” che fa ripartire tutti dallo stesso punto e che ognuno può peggiorare come vuole.

Anche qui: non bastava dire che in Indonesia e Malesia gli abitanti avidi e poco previdenti come tutti i poveri (e retti da Governi ottusi e corrotti) stanno distruggendo la “inutile” (per loro) foresta con le stupide palme che danno reddito (poco) e lavoro, ma tanti soldi a un monopolio, proprio come facemmo noi distruggendo le nostre foreste impiantando viti, olivi e aranci, ma almeno senza monopoli?

Ma c’è di più. E’ verissimo che le coltivazioni intensive di palma in Indonesia, Malesia ecc. stanno distruggendo la foresta primaria, con danni incalcolabili anche agli animali, ma questo purtroppo è sempre accaduto da quando fu inventata l’agricoltura. Anche in Europa, a cominciare dall’Italia di Etruschi e Romani, quando l’olivo e la vite sostituirono grandi foreste e inestricabili boscaglie mediterranee, e poi con le grandi pianure coltivate a grano, e poi a granturco, e poi ad agrumeto. Sì, anche la Sicilia era coperta di foreste: era bellissima. E perciò appare ipocrita questa protesta in casa d’altri quando noi stessi abbiamo insegnato al Mondo, millenni fa, a coltivare e a cambiare faccia al Paesaggio. Ed è stato anche calcolato che se al posto della palma si coltivassero in Estremo Oriente o altrove altre piante da olio (girasole, soia, arachidi, colza ecc.), queste avrebbero un “costo” ambientale ancora più alto della palma e divorerebbero molto più territorio.

Ma questi dati fondamentali non sono stati detti da “Report”, il settimanale d’inchiesta di Rai-Tre diretto dalla Gabanelli, costretto a occuparsi di questo argomento per le richieste corali degli ascoltatori, specialmente quelli che si bevono avidamente tutti gli articoli scandalistici del “Fatto Quotidiano” e i post di Facebook. Così, lo ha affrontato con superficialità e approssimazione, forse di malavoglia, addossando la speculazione della palma (e perché non quella dell’olio di soia, dell’olio di colza o Canola, dell’olio di oliva?) alle solite multinazionali, anziché ai corrotti Governi asiatici e ai cittadini dell’Asia.

E perfino qualche ricercatore ci casca. Presentando alla stampa uno studio non sull’olio di palma, ma sull’acido grasso palmitico, che è un suo componente (oltre 41 g/100 g, un record tra tutti gli alimenti) dimostratosi – da solo, una volta estratto e purificato – a rischio per ipercolesterolemia e aterosclerosi, e messo a contatto da solo con le cellule pancreatiche isolate di topo o umane capace di danneggiarle,  il diabetologo pugliese Giorgino non ha fatto nulla per distinguere ed evitare la confusione nei giornalisti. Ha giocato sull’equivoco palmitato-olio di palma per favorire, da buon pugliese, la lobby dei frantoi e degli oleifici che in Puglia fa il bello e cattivo tempo? Speriamo di no. Anzi, siamo sicuri che sia stato in buona fede, però ingenuo: non ha pensato al sospetto dei soliti maligni che dietro uno studio “pugliese” e per di più attribuito dalla stampa all’olio di palma anziché al solo acido palmitico o palmitato, si celasse la “lobby dell’olio di oliva” al contrattacco contro la “lobby dell’olio di palma”? E poi avrebbe dovuto spiegare come mai, se il palmitato isolato negli esperimenti di laboratorio è così negativo, l’intero olio di palma, poi, dato come alimento agli umani, non appare così disastroso negli studi clinici o epidemiologici, ma è per lo più risultato neutro ai fini cardiovascolari (anzi, allo stato vergine e grezzo di “red palm oil”, addirittura protettivo), perché non è fatto di solo acido palmitico, ma anche di acido oleico protettivo (quello dell’olio di oliva) e di molti antiossidanti che evidentemente bilanciato l’effetto dei palmitati. E del resto anche nell’olio di oliva (14 g/100 g, al massimo, che è una buona percentuale), nell’olio di mais e in molti altri grassi (perfino nell’olio di germe di grani), carni e pesci si trova l’ubiquitario acido palmitico. Vogliamo criminalizzare anche l’olio di oliva, visto – e questo è importante – che a differenza dell’olio di palma in Italia se ne consuma moltissimo?

Perché terrorizzare come black bloc la casalinga e il ragioniere inventandosi un contenuto falso dell’olio di palma, che nessuna casalinga usa, e che invece poiché regge il calore e la conservazione senza generare radicali liberi dannosi è un grasso adattissimo ai prodotti industriali di cui proprio i black bloc sono ghiotti (Nutella, dadi per brodo, biscotti, patatine fritte, rosticceria ecc.), anzi addirittura è leggermente protettivo grazie al tanto a.g. oleico, quello dell'olio di oliva (e addirittura l’olio vergine rosso e solido – vedi immagine sopra – è molto antiossidante e molto protettivo) e certo migliore in cottura-frittura degli oli di semi e del burro che le buone casalinghe mettono in ogni torta “fatta in casa”?

La scienza e la cultura a “furor di popolo”. Sono i cortei e i post su Facebook, o i siti sgrammaticati sul web, oggi, che decidono i contenuti nutrizionali degli alimenti, tutti modificati “secondo coscienza” e ideologia” di chi scrive. Come se il Comitato Centrale del PCUS in Unione Sovietica avesse stabilito che H2O, la formula dell’acqua, diventasse dal 1917 in poi più popolare: H2O10. Ma sì, “più ossigeno al Popolo!”. Sono proprio così importanti per questi cretini questi squallidi (ma certo non per colpa dell’olio di palma) cibi industriali conservati?

Ora che accadrà? Che costringeranno alcuni produttori terrorizzati dalla campagna di disinformazione a cambiare formule e a mettere olio di oliva (raffinato, così... si deteriora meno) nei biscotti e nelle creme da conservare. Con esiti prevedibili: ossidazioni e irrancidimenti sicuri. Da tamponare con nuovi antiossidanti.
Scemi più scemi. Insomma, un mare di contraddizioni: l’identikit dell’ignorante-cretino perfetto: quello attivissimo, che gira come una trottola, pieno di iniziative!

Proprio vero che il cibo, per i suoi mille collegamenti, è il primo test di cultura e intelligenza critica.

AGGIORNATO IL 16 MAGGIO 2015

5 Comments:

Blogger Il conte di Berzieri said...

Complimenti. Pure io me lo sono chiesto dopo aver sentito una conferenza di tal Marco Bianchi, che si spaccia come chef scienziato, e di professione vende libri, in cui si sparava a zero sui prodotti che usano olio di palma.
Effettivamente esiste il problema ambientale, come sottolineato, ma non sussiste il problema alimentare. le merendine fatte con olio di oliva fanno male come quelle con olio di palma. Per inciso io pensavo servisse principalmente come substrato per fare biocarburanti.
In ogni caso confermo che l'acido palmitico si trova in tutti i vegetali in quanto il termine della biosintesi degli acidi grassi. Da lui si originano tutti gli altri acidi grassi presenti nei lipidi, e nei vegetali è sempre presente nei fosfolipidi di membrana.
Ho apprezzato pure il commento sugli OGM perché effettivamente la battaglia contro, andava fatta sulla possibilità di brevettare la semente. Una scoperta non dovrebbe essere brevettabile, si brevettano le invenzioni. Pensiamo come saremmo ricchi se lo Stato Italiano chiedesse royalties per il lavoro fatto da Nazareno Strampelli ai primi del novecento. Non avremmo debito pubblico. Tutto il frumento seminato da 100 anni deriva dal suo lavoro….

6 maggio 2015 alle ore 17:15  
Anonymous Davide said...

Ho un dubbio a proposito del confronto tra olio di palma e burro nei prodotti da forno. Considerato che i due grassi sostanzialmente si equivalgono da un punto di vista chimico (è vero che l'olio di palma ha una maggiore percentuale di monoinsaturi e polinsaturi, ma il burro ha più a.g. a catena media che compensano), siamo sicuri che l'olio di palma sia migliore? Non sono più instabili al calore e più degradabili i grassi polinsaturi (maggiormante presenti nell'olio di palma)?

8 maggio 2015 alle ore 16:01  
Blogger Nico Valerio said...

Ma questo è un articolo necessariamente superficiale che rimanda a un altro specifico che bisogna leggere, anche se lungo e complesso. La risposta a questo affascinante problema si ha seguendo il link in rosso che porta all'articolo sull'olio di palma (in Alimentazione Naturale). Lì, nel capoverso si parla della particolare posizione nella molecola dei trigliceridi. Insomma, il dannoso acido palmitico che l'olio di palma ha in maggior quantità sta per fortuna solo in minima parte (circa il 2-3%) nella posizione sn-2 che è quella in primo piano per assimilazione ed effetti. Mentre in lardo e burro, pur avendo in assoluto meno a. palmitico, questo si trova purtroppo in maggior parte nella posizione sn-2, quella della prima linea, ed è quindi colesterolemico e aterogenico. Mentre l'o. di palma con tutto il palmitato che ha, non ha questi difetti, ma è neutrale, anzi se rosso naturale è addirittura protettivo. Svilupperò un pù di più questa parte negli aggiornamenti futuri.

8 maggio 2015 alle ore 17:12  
Blogger Stefano Revelant said...

Sono millenni che ci adattiamo ai cambiamenti alimentari e mi sembra che siamo piú longevi e piú sani ... tra 1000 anni saremo ancora cambiati ma altri esseri in passato che hanno dominato la catena alimentare hanno modificato l'ambiente come noi facendo sparire specie deboli e sviluppando quelle piú adattive .
Se supereremo il limite lo sapremo e con il calo di risorse adatteremo le nostre abitudini come stiamo giá cercando di fare .
É chiaro che preferisco il pane unto con olio d'oliva di quello bono che olio di palma ... é una battuta ....

15 luglio 2015 alle ore 12:32  
Blogger Stefano Revelant said...

Sono millenni che ci adattiamo ai cambiamenti alimentari e mi sembra che siamo piú longevi e piú sani ... tra 1000 anni saremo ancora cambiati ma altri esseri in passato che hanno dominato la catena alimentare hanno modificato l'ambiente come noi facendo sparire specie deboli e sviluppando quelle piú adattive .
Se supereremo il limite lo sapremo e con il calo di risorse adatteremo le nostre abitudini come stiamo giá cercando di fare .
É chiaro che preferisco il pane unto con olio d'oliva di quello bono che olio di palma ... é una battuta ....

15 luglio 2015 alle ore 12:33  

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