27 febbraio 2014

AMICIZIA. E’ giusto e morale romperla, se l’amico la pensa in modo diverso?

Thomas Jefferson Thomas Jefferson, principale autore della Dichiarazione d’Indipendenza e uno dei Padri Fondatori della democrazia americana, aveva ragione o no quando teorizzava sull’amicizia “al di là delle idee”? “I never considered – scriveva – a difference of opinion in politics, in religion, in philosophy, a cause for a withdrawing from a friend”. Insomma, non riteneva la differenza di opinioni in politica, religione o filosofia motivo per rompere un’amicizia. Qualsiasi differenza?

Ma il quesito può avere un valore anche drammatico: è morale lasciare un amico se cambia idea politica? Lo stesso si può dire dell’amore: è proprio vero che omnia vincit amor, cioè che l’amore supera ogni ideologia?

Comunque, già il fatto che Jefferson tirasse in ballo le idee filosofiche fa capire che non si riferiva proprio ai secoli a venire, né poteva immaginare che proprio le idee, filosofiche o no, in molti casi sarebbero venute a mancare. E se le idee sopravvivono, e anzi sono ideologie, cioè idee strutturate e coordinate in un tutt’uno armonico e tendente a un fine unico? Be’, obietterà qualcuno, si vede proprio che non ebbe mai a che fare con un prete della Santa Inquisizione, con un islamico fondamentalista del medio Oriente, con un nazista istruttore delle SS, con un fascista italiano ante-marcia degli anni Venti, con un leghista della Lega Nord degli anni 80, con un seguace di Berlusconi in un talk show televisivo, con un comunista sovietico addetto alle purghe dei contadini (kulaki), con un “grillino” che difende perinde ac cadaver l’ex-comico Beppe Grillo. Non so proprio se con amici simili il buon Jefferson avrebbe conservato l’amicizia. Noi no.

Secondo noi, cervello freddo e cuore in mano, Jefferson sbagliava. Forse non aveva letto i libri giusti degli Autori antichi e moderni, da Cicerone a Seneca, a Goethe. Forse prevaleva in lui lo spirito di concordia e di affratellamento tipico dei coloni libertari e indipendentisti anglosassoni, che si sentivano uniti molto più che i propri parenti e amici rimasti in Gran Bretagna.

Il fatto è che negli Stati Uniti, spesso a torto presi a modello da Europei senza buon senso, per la loro specialissima storia fatta tutta di immigrati (quindi, come minimo – insegna la psicologia – dotati di forte spirito di intraprendenza e d’una speciale tendenza al cambiamento, all'individualismo e alla libertà), le differenze ideologiche tra i cittadini sono sempre state minori che in Europa, dove hanno convissuto e coesistono tuttora in tutti gli strati della società e perfino nelle medesime famiglie e nel parentado, reazionari, conservatori, fascisti, comunisti, laicisti, progressisti, liberali, socialisti, qualunquisti, populisti, clericali di potere e fanatici d’ogni risma.

Quindi, si fa presto a dire America! I suoi modelli “culturali” e di comportamento non li si può (né li si deve) importare in Europa. Da noi, invece, se ci sono differenze abissali di Weltanschauung tra conoscenti, è normale, perfino giusto e morale, rompere l'amicizia. Al contrario di quello che dice Jefferson. Perché, dicevano gli Antichi, caratteristica dell'amicizia (e qui il Padre della Patria americana forse mostra l’approssimativa cultura anglosassone) è avere le medesime idee, almeno sulle questioni principali della vita e della cultura. Naturalmente, a spulciare bene tra gli scritti di Goethe, di Seneca, di Montaigne, di Cicerone, e di molti altri autori che si espressero sul tema, si potrebbero ricavare anche degli spunti contrari.

JAZZ. Un bel disco completo del quintetto di Miles Davis negli anni Cinquanta (quando ancora suonava…), con l’emergente hard-bopper libero Coltrane: “Relaxin' with The Miles Davis Quintet” (1956). La formazione: Miles Davis: trumpet, John Coltrane: tenor sax, Red Garland: piano, Paul Chambers: bass, Philly Joe Jones: drums. I brani sono: "If I Were a Bell" (Frank Loesser), 8:15, "You're My Everything" (Harry Warren), 5:18, "I Could Write a Book" (Richard Rodgers), 5:09, "Oleo" (Sonny Rollins), 6:18, "It Could Happen to You" (Jimmy Van Heusen), 6:37, "Woody 'n' You" (Dizzy Gillespie), 5:02.

AGGIORNATO IL 2 MARZO 2014

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1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Copiato qui http://liberelaiche.wordpress.com/2014/02/28/e-giusto-rompere-se-lamico-la-pensa-in-modo-diverso/
Saluti e grazie, Tiziana

2 marzo 2014 alle ore 11:17  

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