28 settembre 2015

SEPARATISMO. Catalani e scozzesi (e figuriamoci i “padani”)? Non esistono.

Gli ottusi indipendentisti della Catalogna sembra che abbiano vinto, sia pure in una votazione-truffa. Ma si può essere più scemi? Intanto, giuridicamente, si trattava d’una elezione amministrativa, non politica. Ma poi, sono forse sotto un sovrano assolutista? E dire che sotto il Franchismo fascista se la facevano sotto... Che cosa pensano di fare col loro cd "indipendentismo", se perfino la Spagna intera è troppo piccola in Europa e nell'economia mondiale? Idioti di provincia che per campanilismo ottuso - una forma minore di razzismo ("Noi siamo migliori di loro !") - non capiscono che oggi bisogna unirsi, aggregarsi con altri Stati, altro che dividersi! Solo per stupido orgoglio ispanico-catalano? Sapranno sopravvivere con proprie leggi, propri politicanti e con le tasse dei soli concittadini? 

Mi ricordano quegli arroganti e magniloquenti nobilastri spagnoli di basso ceto che spadroneggiavano nell'Italia del Sud e per un certo periodo anche a Milano (cfr. Promessi Sposi), tutti abiti sfarzosi, cappelli piumati, spadini, cerimonie per le precedenze in strada, gesti eclatanti, duelli e arie di potenti, ma poi sopravvivevano solo grazie alla loro terribile "olla podrida" ed erano chiamati perciò con disprezzo "mangia-ravanelli" dai Napoletani che avevano un cibo ben più ricco e variato, come riporta il grande Emilio Sereni (in Terra nuova e buoi rossi).

I catalani non esistono (e neanche i pugliesi, i laziali, i lombardi ecc.). Lo hanno provato i genetisti. I popoli si sono sempre mescolati, specialmente dal tempo degli Antichi Romani. La globalizzazione, le immigrazioni interne incrociate, il convergere di intere etnie verso il centro dell’Impero romano, e all’opposto il diramarsi a raggera degli insediamenti dei soldati-coloni romani (che dopo ogni conquista erano pagati in terra da coltivare, come p.es. nella Dacia-Romania: così Roma intelligentemente estendeva la sua lingua e cultura) hanno fatto il resto. Se i siciliani andassero indietro con la macchina del tempo vedrebbero con meraviglia non solo una natura diversa e immensi boschi e zone umide e grandi campi di grano, al posto di aranceti e oliveti, ma uomini ben diversi da quelli di oggi. Anche in un'isola infatti la popolazione è molto cambiata, mescolata.

Figuriamoci se dopo 2000 anni possono esistere antropologicamente i catalani! Non esistono, come non esistono i padani, i lombardi, i laziali, i pugliesi, i piemontesi ecc., tanto meno i cosiddetti padani, visto che la c.d. Padania sarebbe l'unione di più entità regionali inesistenti...Le Regioni sono invenzioni geo-amministrative recenti che quasi mai corrispondono a partizioni storiche. E pure queste non tenevano conto dei popoli, ma di guerre, eredità del principe, trattati ecc. I dialetti, anche quando hanno la pretesa di essere "lingue", non provano nulla, anche perché passano attraverso i confini di comuni, province e regioni. Una lingua non basta per fare un popolo, una Nazione unita e autonoma, tantomeno se è parlata da pochi. E ci sono anche le lingue, i popoli perdenti nella Storia. La Roma attuale non ha un suo dialetto, come del resto Firenze, ma il "romanesco" è solo una deformazione della lingua italiana piuttosto "recente", risalendo a dopo il Cinquecento; ma è più gergo che dialetto perché parlata (a suo tempo) solo da un ceto ultra-popolare, non da tutti, come è tipico di lingue e dialetti. Prima si parlava quasi napoletano. E se gli spagnoli hanno pochi dialetti (uno dei quali chiamano pomposamente lingua), noi Italiani ne abbiamo molti di più.

La prova regina? Gli elenchi del telefono (sì, proprio così iniziano le ricerche scientifiche in materia): si vede quanto si sono mescolati i nomi di famiglia, e si capisce tutto - per chi vuole capire. Se neanche riesco a essere certo dell’origine geografica del mio cognome, figuriamoci di un intero presunto “popolo”! Recenti studi hanno appurato che alcune presunte caratteristiche geniche degli Etruschi sono presenti in rari abitanti della Toscana e dell’Alto Lazio. Figuriamoci se esiste un marker comunale o regionale che non sia culturale, cioè acquisito.

Altro che etnie, è invece il balordo municipalismo, una sorta di recentissimo tifo cittadino da squadra di calcio, che infatti prende tutti gli abitanti casuali (immigrati italiani ed extra-comunitari compresi) di una zona: il bisogno psico-sociale di sentirsi uniti sotto una bandiera, una sorta di sentire comune. Il “noi” contrapposto al “loro”, per definizione i diversi, gli altri. Sempre stato così. Gli Etruschi si chiamavano Rsn (noi che vocalizziamo diremmo Rasenna), ma per i vicini autoctoni Umbri erano solo “gli altri”, quelli “venuti da fuori”: cioè “Etr-ot-ursko”.