RISCHI DI BUFALE NEI SITI "ANTI-BUFALE". Ma oggi, con internet, il rischio che i meno colti e critici, poco abituati a controllare, a consultare buoni libri e testi di scienza, possano prendere una notizia falsa per fondata è altissimo. Anche perché le cosiddette “bufale” possono essere anche accompagnate da premesse o notizie laterali vere e documentate, perfino con false bibliografie che, a controllarle, in realtà dicono cose un po' diverse. Anzi, questa è la norma per gli argomenti scientifici: da alcuni postulati veri e indiscutibili si traggono conclusioni o sintesi del tutto campate in aria. E in questi casi, perfino il laureato, lo specialista della materia, potrebbe cadere nell’errore e dare credito alla panzana.
E ora che la "bufala" è di moda, sono sorti come
funghi in funzione parassitaria e opportunistica anche articoli o guide o falsi siti-web anti-bufale (alcuni intitolati con loghi accattivanti proprio
all'Anti-Bufale, e spesso dotati di molta pubblicità, il che è una prova del
loro carattere commerciale). Attenzione, pericolo. Non pochi di questi siti
sedicenti “anti-bufale” diffondono a loro volta vere e proprie “contro-bufale”,
cioè bufale di segno opposto. Spesso considerano bufale le conoscenze
scientifiche che non piacciono, le tesi politiche degli avversari che
contestano; in alcuni casi prendono come "prova" dell'esistenza di
una bufala nientemeno che la... smentita dell'interessato colpito dall'infondata indiscrezione; oppure si limitano a “liste di proscrizione”, meri e sbrigativi
elenchi di siti-bufala del tutto arbitrari e senza fornire prove o esempi,
mettendo nel mucchio siti squallidi e siti anche seri e veritieri, tanto per
avere clic, cioè lettori, cioè pubblicità.
Insomma, visto il discredito che accompagna i diffusori di
panzane dopo che sono scoperti, molti faziosi o partigiani politici considerano
e definiscono "bufale" tutto ciò che non gli piace o che non li trova
d'accordo! Nell’Italia dei partigiani-nati (Guelfi e Ghibellini, Bianchi e Neri
ecc.) ogni avversario può essere accusato di diffondere dolosamente menzogne,
in ogni campo, dal cibo alla medicina, dalla storia alla politica. La faziosità
e la scarsa obiettività vedono "bufale" dappertutto. Purtroppo, è una
tendenza anche questa, da cui bisogna guardarsi. Non c'è bufala peggiore della
infondata rettifica anti-bufala, perché su giornali o siti web può trarre in
inganno anche tecnici, esperti o scienziati distratti e frettolosi.
Insomma,
controllate: non fatevi ingannare dal titolo del sito! A loro volta alcuni di questi siti intitolati "anti-bufala" (sempre diffidare quando vi trovate davanti a un titolo del genere) sono siti
mistificatori o per lo meno trasandati e sbrigativi al punto da essere molto insopportabilmente approssimativi e inesatti, insomma siti-bufala. In
uno di questi siti sbrigativi, per esempio, abbiamo trovato elencato tra i siti-bufala un sito, forse il migliore, di previsioni meteo! Questo è già sufficiente a non dare alcun credito. In altre parole il confine tra siti-bufala e siti-anti-bufala è labile: tutti tendono al clic facile e quindi alla pubblicità, e se non corredati da esempi e prove non sono credibili. A maggior ragione se gli articoli sono meri elenchi.(p.es. le cosiddette liste nere di siti-spazzatura o siti-bufala o black-list).
DISINFORMAZIONE POLITICA ED ECONOMICA. La scomparsa URSS era efficientissima nel creare o finanziare agenzie di stampa in molti Paesi che avevano il compito di "disinformare" (disinformatija") e di divulgare notizie favorevoli all'Unione Sovietica. Ancora oggi la Russia finanzia siti, anche in italiano, di presunta contro-informazione in politica estera ed economia. Molti Paesi Arabi e del Medio Oriente fanno lo stesso. I molti avversari dell'inesplicabile richiesta di ingresso della Turchia, Paese asiatico, nella Unione Europea hanno sospettato l'esistenza di agenzie stampa e lobby di contro-informazione per influenzare o ingannare partiti o uomini politici e portarli a patrocinare l'ingresso del Paese asiatico in Europa. Per ottenere questo le notizie sulla politica interna turca sono state mistificate. Altre bufale (economiche e finanziarie) ha prodotto il Governo in Grecia con le sue agenzie e addirittura falsificando i dati consuntivi del Servizio di Statistica per poter entrare nella Comunità Europea.
BUFALE STORICHE-RELIGIOSE (O TURISTICHE?). Com’è noto sulla nascita e l’esistenza di Gesù non ci sono prove serie, essendo Vangeli e altri scritti di propaganda religiosa chiaramente scritti e manipolati dalla Chiesa in epoca successiva al I secolo. Avrebbe dovuto fare scalpore tra gli studiosi accademici, perciò, la ricostruzione fantasiosa e suggestiva dì un
sito israeliano in apparenza seriosa (foto di fogli di papiro antichi e foto del presunto archivista, tale Perrucci, scopritore nella Biblioteca Vaticana ecc.), che annunciava la scoperta dell’unica testimonianza oculare di uno storico non cristiano, quindi obiettivo, come M.Velleio Patercolo, “casualmente testimone” di un miracolo, la resurrezione d’un bambino morto nell’allora Palestina romana (Israele), tale Joshua o Jesous de Nazarenus ecc., ha girato a lungo sul web e Facebook. Ma poi si è visto che la foto dell’archivista, citato per nome e cognome, si riferiva a un altro, e che il testo riprodotto, pur coevo, non c’entrava nulla. Pura illazione come ha fatto notare un
sito evangelico (anch’esso bruttino, pubblicitario e propagandistico, tanto che lo abbiamo guardato con sospetto di bufala-anti-bufala). Ma è lo stesso articolo che si riabilita fornendo delle prove più serie: La bufala – dice – è stata messa in evidenza da Anthony Le Donne, professore di Nuovo Testamento presso United Theological Seminary e co-fondatore del dialogo ebraico-cristiano. Della medesima opinione è il
sito cristiano della Nuova Zelandia redatto da professori e laureati citati nome per nome e con foto e curriculum, che ha rilevato come le immagini utilizzate da quest’articolo sono false. I “documenti” fotografati sono tavolette di legno scoperte a Vindolanda nel 1973 e non quelle ritrovate nell’archivio del Vaticano; mentre la foto del Perrucci sembrerebbe essere quella di Ken Klukowski. Anzi l’unico Perrucci che ha avuto a che fare col Vaticano è il gesuita Andrea Perrucci, che, senza farlo apposta –chiosa il sito evangelico – si occupava nel 700 di teatro religioso.
I siti dedicati al "revisionismo" storico di regimi, monarchie o dittature del passato, magari bocciate dalla Storia, pullulano su Internet: da quelli nazisti a quelli filo-borbonici o a quelli che tentano di riabilitare lo Stato della Chiesa o l'Impero Austro-ungarico e la dominazione austriaca in Italia. Naturalmente con notizie parzialmente o totalmente false o interpretate in modo fazioso e fuori da ogni lettura storicistica (cioè senza rapportare i fatti storici ai loro tempi, ma riferendoli all'oggi), oppure con notizie e dati parziali scelti accuratamente. Famoso l'esempio della "prima ferrovia in Italia" costruita dai Borboni, la Napoli-Portici; mentre il Sud viveva senza strade, senza scuole, senza libertà, nella povertà e sotto il dominio assoluto di Re, Chiesa, briganti e caporioni locali, tanto che perfino le carceri erano affidate a questi ultimi. Ecco, la riabilitazione dei Borboni è la classica bufala storica, visto che a quel tempo perfino i nobili fuggivano da Napoli e Palermo e il re crudele e ignorante era definito dal popolo Re Bomba per aver cannoneggiato Messina e incarcerato i liberali..
DISINFORMAZIONE ALIMENTARE, NUTRIZIONALE, MEDICA. Frequentissimi sono nell'editoria minore, cioè di editori piccoli o scandalistici, opuscoli e libri dalle copertine urlanti slogan facili, provocatori e popolari (del tipo: "Avvelenarsi con latte e latticini", "Guarire dal cancro col bicarbonato", "Quello che non vi hanno mai detto sui danni della vit.B12" ecc.). Si tratta sempre di bufale, anche se possono essere dotate di riferimenti veri a studi, magari studi non controllati o che non c'entrano nulla o che non hanno dimostrato esattamente quello che l'opuscolo sostiene).
Caratteristico di questi siti-bufala è denunciare presunte bufale, o almeno tali secondo loro. Così, un propagandista vegan fanatico, p.es., definirà "bufala" l'esigenza stessa di un'adeguata presenza di vitamina B12 o altri nutrienti nella dieta; così come chiamerà bufala l'apporto di calcio da parte dei latticini, "provando" questa tesi con gli studi che hanno trovato (è vero) che l'eccesso di proteine in una dieta sottrae calcio dalle ossa. Ebbene lui andrà dicendo che non l'eccesso di proteine, ma le proteine stesse, peggio se animali, sottraggono calcio. Che non è vero. Le bufale pseudo-scientifiche, quindi, sono spesso una estensione arbitraria, una modifica semplificatrice e fantasiosa, sempre senza prove, della verità.
Ma di solito le disinformazioni sono più elementari, e possono facilmente essere scoperte o prevenute con facili regole alla portata di tutti, come la selezione anche solo formale ed esteriore dei siti, opuscoli, libri e di qualsiasi fonte, arte che un qualsiasi laureato dovrebbe aver appreso per scrivere la tesi di laurea. Quand’ero adolescente, in campo di bufale alimentari, le più numerose, c’era solo il cervellotico limite della “frutta lontano dai pasti”. Bei tempi. Che gente rustica e ingenua che c’era fino agli anni 80! Ma oggi si va sul pesante: dal formaggio che fa venire il cancro, al boicottaggio dell’innocente olio di palma, sempre senza prove. Mentre probabilmente gli stessi boicottatori si riempiono impuniti di biscotti, burro, margarina, Nutella, Coca Cola e fritture in olio di oliva vecchio.
Altra distinzione è tra una bufala totalmente falsa (caso più raro e meno grave, perché si scopre prima) e una - molto più insidiosa perché inganna anche alcuni esperti - parzialmente falsa, che parte da una notizia vera, ma poi la condisce di particolari, motivazioni, circostanze, cause e deduzioni del tutto false, oppure tace alcuni fatti determinanti. E' la categoria più pericolosa, perché il lettore anche colto ma frettoloso fa una breve ricerca e una volta scoperto che la notizia-madre è fondata abbandona la ricerca delle prove convinto della serietà dell'informazione. E no: invece si tratta della mistificazione più subdola ed efficace. Un esempio a caso verificatosi qualche anno fa. Come ammise il dottor Y. Hiss, i suoi collaboratori medici specializzati in trapianti negli anni 90 espiantavano in Israele cornee e altri organi dai cadaveri, non solo israeliani, ma anche palestinesi, senza aver prima chiesto il nulla osta alle famiglie. Scoperta la pratica scorretta l'opinione pubblica insorse e la cosa cessò. Ebbene, ancor oggi, vent'anni dopo, gira sul web la voce offensiva, propalata e ingigantita per motivi di propaganda politica araba, che i "perfidi Ebrei espiantano organi dai cadaveri dei Palestinesi". Ovviamente dopo averli uccisi! La bufala non dice, ovviamente tre cose fondamentali: che i cadaveri erano di varie nazionalità, non solo palestinesi, e che ci fu una adeguata reazione, in basa alla quale la pratica cessò 20 anni fa.
Il controllo delle date è fondamentale, sia per le fonti, sia per l'articolo divulgativo che le riporta. Diffidare sempre di articoli non solo senza firma, ma anche senza data.
VADEMECUM, SETTORE PER SETTORE. Da cacciatore professionale e pluridecennale di bufale e leggende metropolitane, ecco un mio facile vademecum che può aiutare a individuare le bufale prima di condividerle, evitando così di fare il gioco dei provocatori e seminatori di caos e disinformazione. Per approntare le cautele e i controlli necessari, conviene distinguere il tipo e il livello della notizia:
1. NOTIZIE GIORNALISTICHE (Politica interna ed Estera, Economia, Cronaca e Costume, Giudiziaria ecc). Accertarsi che la notizia provenga da una Agenzia Giornalistica nota come seria (es. ANSA) o da un giornale a diffusione nazionale (Corriere della Sera, Le Monde, New York Times, The Guardian ecc.). E che il blog-sito riporti sempre il nome del giornale o agenzia, numero e autore. Cominciare a diffidare di agenzia mai sentite e giornali locali, ma diffidare anche delle edizioni online dei grandi giornali che spesso a cura di manovalanza giovanile mettono sul web notizie provvisorie, sbagliate o imprecise (addirittura con marchiani errori di italiano) che poi correggeranno in giornata e pubblicheranno (forse) su carta solo dopo averle verificate e corrette. Attenzione a questa dinamica! In questi casi attendere conferme o, meglio, darsi da fare in modo attivo per trovare conferme da altre fonti prestigiose e sicure. Ormai internet pullula di siti-bufala, spesso intestati a una società che ha sede all'estero (p.es. in Bulgaria) che si dedicano professionalmente alle notizie mistificatorie, deformate o del tutto false per occulti scopi di destabilizzazione politica (è quello che sarebbe avvenuto negli Stati Uniti a opera di hacker della Russia per favorire l'elezione di Trump, amico di Putin; ipotesi poi smentita e rivelatasi a sua volta dolosa: insomma una guerra di bufale contrapposte...) o economica, o per far soldi (i pubblicitari non badano troppo al contenuto: pagano un tanto a clic). Un'
indagine istituzionale curata da P. Attivissimo e altri "cacciatori di bufale" per trovare chi aveva diffuso notizie false di politici arrestati e dichiarazioni false attribuite al Presidente del Consiglio ha scoperto numerosi siti di notizie fasulle che traevano in inganno i lettori frettolosi e superficiali con indirizzi URL, nomi e loghi accuratamente scelti - compresi apparenti refusi - per essere assonanti o ricordare siti o giornali veri e accreditati (p.es. Ilfattoquotidaino.com, Liberogiornale.com, News24europa.com, News24tg.com, Notiziea5stelle.com, Gazzettadellasera.com, ecc).
2. SCIENZE E STUDI (Biologia, Medicina, Nutrizione, Dietologia, Tossicologia, Chimica, Fisica, Astronomia, Diritto, Politologia, Storia ecc). Non basta raccomandare i “siti seri”. Come fa un ignorante poco critico a capire se un sito è serio? Se fosse in grado di capirlo, allora vorrebbe dire che è super-intelligente e colto, ma allora non cadrà mai nelle bufale! No, il consiglio pratico al profano (ognuno di noi è profano in qualche campo) è un altro. Abbiamo visto sopra che anche un sito mediocre, citando fonti attendibili, è capace di diffidare di notizie-bomba del tutto fasulle, anche semplicemente notando la totale assenza di dibattito e risonanza tra gli esperti e gli addetti al lavori delle Università. Che è un indizio secondario fondamentale della presenza di balle pseudo-scientifiche o "scoperte" storiche o religiose o archeologiche o biologiche sensazionali. La data è fondamentale negli argomenti scientifici: diffidare sempre di articoli senza data: una scoperta degli anni 70 o 80, ma anche di anni più recenti, potrebbe poi essere stata smentita in seguito. Privilegiare gli articoli che hanno anche la data di aggiornamento, segno di controllo successivo e di adeguamento alle novità della ricerca, quindi di grande serietà.
3. CITAZIONI, FRASI LETTERARIE E BIOGRAFIE. Moltissimi "detti celebri" o frasi celebri non sono stati detti o scritti da quel personaggio o in quella forma, ma creati successivamente per sintetizzare il suo pensiero. Per esempio, Voltaire non ha mai detto «Non condivido quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo», ma glielo ha fatto dire la sua biografa inglese Evelyn B.Hall, nel libro Gli Amici di Voltaire del 1906. Oppure sono stati effettivamente scritti o pronunciati da quel personaggio, ma ripresi da autori precedenti già noti ai suoi tempi. E' il caso, ad esempio, della cinica frase della regina Maria Antonietta di Francia «Se non hanno pane, mangino brioche», già nota fin dai tempi di Jean Jacques Rousseau (v. l'
articolo di Magris che cita il cacciatore di citazioni fasulle A.Ausilio). Perciò, è buona norma essere molto diffidenti sulle citazioni, e controllare sempre proverbi, detti e frasi celebri consultando testi seri e dotati di fonti letterarie (in questo caso meglio i libri dei siti web, che spesso si copiano l'un l'altro).
COME VERIFICARE RAPIDAMENTE: GLI INDIZI. Per verificare e controllare la veridicità di notizie, link, studi e citazioni, innanzitutto occorre dare una prima occhiata generale al blog o al sito. Intanto, per i blog individuali (che in media sono migliori dei siti collettivi), accertarsi dell'autore del blog o dell'articolo, che deve essere firmato. Non prendere in considerazione blog, siti o articoli anonimi. Poi guardare con attenzione ai dettagli della grafica. Se l'impaginazione è disordinata e non curata, se l'articolo è scritto male, con errori di italiano, soprattutto se ha pubblicità o troppa pubblicità, specialmente non adatta alla materia, scartare subito. Se ci sono pop-up, giochini, sciocchezzuole brillanti, articoletti brevissimi, barzellette, donnine, disegnini, curiosità una dopo l’altra, se il blog ha un logo misterioso o goliardico, se l'articolo ha titoli che sono tutti giochi di parole o troppo ridicoli ecc., scartare. Infatti, a nessuna persona seria verrebbe in mente di impiegare il proprio tempo prezioso per fare un sito o blog di notizie vere e provate corredato da una grafica infantile più adatta a chi “guarda” che a chi legge. I siti a basso livello sono fatti per essere guardati fuggevolmente, più che letti: a loro basta un clic, cioè un lettore in più per guadagnare più soldi in pubblicità.
Fatta questa cernita iniziale che elimina gran parte dei siti e dei post su Facebook, dei pochi blog e siti rimanenti che appaiono “seri” anche per come si presentano graficamente (si noterà che hanno articoli molto più lunghi, talvolta dotati di schede o grafici e note), accertarsi che diano – di solito in nota, ma anche nel testo o n link – i “riferimenti”, gli studi, cioè le “prove” scientifiche di quello che dicono. Per smentire le bugie in materie di nutrizione, medicina o genericamente scientifiche, spesso ci vogliono molte righe e molte prove: ecco perché gli articoli seri sono vere e proprie monografie, piuttosto lunghe. Come, ad esempio, la mia monografia sull’olio di palma con cui distruggo in modo definitivo la bufala ricorrente che è diventata una vera e propria campagna di boicottaggio di questo olio, sia dal punto di vista
nutrizionale ed epidemiologico, sia da quello
ambientale.
Le disinformazioni, infatti, possono essere involontarie (per ignoranza) o volute (per malizia), cioè create ad arte e-o orchestrate dall'alto. E dietro le disinformazioni volute ci sono fanatismo, propaganda ideologica, interessi di concorrenza, artistici, politici, pubblicitari, economici ecc. Per esempio, il militante islamico filo-terrorista che diffonde notizie e filmati falsi per propaganda; il religionario di qualsiasi confessione che scrive articoli mistificatori con l'intento di convertire i lettori; il vegan fanatico che propala la notizia, non vera, che il formaggio fa venire il cancro; il critico amico della cantante lirica che diffonde notizie false o ingigantite sulla cantante concorrente; oppure la lobby dei produttori concorrentidi olio di soia che finanzia una campagna di discredito contro l'olio di palma; i costruttori di auto asiatiche che danno il via a una campagna contro le "inquinanti" auto occidentali ecc. In questi casi, soprattutto quando la bufala diventa una campagna di stampa o di boicottaggio dell'acquisto, è sempre bene chiedersi: cui prodest, a chi giova? E spesso ci si indovina.
Bisogna poi diffidare di articoli, post e blog che per qualunque problema, magari complesso e gravissimo, offrono soluzioni rapide, banali o semplicistiche (p.es. il semplice bicarbonato iniettato da un famigerato sedicente "terapeuta" guaritore come anti-cancro). La scienza e anche l'alimentazione e la medicina, sono molto complesse, come complicata e fatta di innumerevoli collegamenti, derivazioni, eccezioni, aspetti e sfumature è ogni conoscenza. Perciò servono molti anni di studio intenso per studiare in modo appena sufficiente ogni disciplina. Le soluzioni semplici sono rarissime.
LE PROVE E I RIFERIMENTI AGLI STUDI. Infine, un cenno sulle prove-regine dell'informazione seria e anti-bufala: i riferimenti agli studi. Questi devono obbligatoriamente riportare gli autori dello studio (che spesso sono tanti, e quindi può capitare di trovarli abbreviati citando solo il primo, seguito da “et al.”, cioè et alii, "e altri" in latino), il titolo dello studio quasi sempre in inglese (talvolta, se la citazione è nel testo, può mancare), il titolo, numero di fascicolo e numeri di pagine, il primo e l’ultimo, della rivista scientifica (questo invece non deve mancare mai). Esempio per una ricerca sulla Coca Cola (nomi inventati): Jonas L., Stemberg G, Alfonsi M. Cardiokinetic effects of Cola acuminata seed on humans. Toxicology and Food Chemistry 20, 3, 303-305. Insomma, le mitiche fonti “serie” di cui sempre si parla non sono blog e siti di per sé, ma sono i blog e i siti che a loro volta riportano le “fonti primarie”, cioè gli studi, con correttezza e precisione.
LE ECCEZIONI: SITI PUBBLICITARI CHE DICONO IL VERO (E VICEVERSA). Ma, attenzione, ci sono anche le eccezioni a questa regola ferrea: siti che per grafica, pubblicità e nome appaiono poco affidabili, ma sono abbastanza seri, cioè partono da una verità. In questi casi vale la pena approfondire e indagare, valutando sempre caso per caso con molto senso critico. Un esempio vero che ci è capitato. Ci imbattiamo per caso in articolo web dal titolo “I credenti sono meno intelligenti degli atei: lo rivela uno studio”. Il sito è molto pubblicitario e dalla grafica caotica, simile a quella dei siti più ambigui, inaffidabili e scandalistici: Fanpage.it. “Infatti”, pensiamo, quando andiamo al link dello studio originale e ci accorgiamo che non funziona, è stato cancellato. Ahi, ahi. Si riferiva a una certa “Paula Barnes”, evidentemente una giornalista: gli studi scientifici raramente si linkano così. Era probabilmente un articolo divulgativo su qualche sito americano di cui è stato cambiato l’indirizzo. Hmm... brutto segno. Bufala ci cova, qualcuno avrebbe detto. Invece, no! Andiamo a cercare sul motore di ricerca scientifico di Google il titolo della ricerca e troviamo che effettivamente esiste uno studio scientifico con questo titolo, su una rivista di psicologia sperimentale, di tre studiosi: Zuckerman, Silberman e Hall, che hanno pubblicato il corposo studio (29 pag) su “Personality and Social Psychology Review” (nov. 2013, vol.17, fascicolo n.4, pagine 325-354. L’abstract è ben fatto e interessante, lo studio sembra serio. Quindi tutto bene. Ma quanti sospetti e ambiguità per la trasandatezza della presentazione sul sito web Fanpage! Chi ha scritto (e già è tanto che ci fosse il suo nome) non si era preoccupato di andare a cercare lo studio originale, ma si era fidato di un articolo sul web, che però è stato spostato o cancellato. Ecco i rischi di chi si fida dei link non seri. Insomma, l’aneddoto dimostra che anche siti che si presentano male e fanno pensare a bufale, talvolta, possono dire cose vere. Devono avere, però, almeno uno straccio di link, sia pure divulgativo, che permetta di controllare e andare alla ricerca dello studio originale, e devono essere scritti bene, in corretto italiano, e firmati. Altrimenti non l’avremmo neanche letto e non avremmo approfondito.
BLOG PERSONALI O LIBRI. E poi, un altro punto, attenzione, non secondario: i blog personali di medici, scienziati o altri esperti, anche noti come "seri". Sono anch'essi a rischio e vanno valutati con senso critico preconcetto, a differenza di quelli collettivi e controllati delle Università o delle riviste scientifiche specializzate. E invece, in genere i lettori anche laureati ci cascano e li citano senza verifiche, fidandosi del nome, dominati dal rispetto e timore reverenziale per la persona nota, che in realtà vuole solo fare pubblicità a se stesso o alla propria "dieta" o al proprio "metodo". Errore. Perché la parola del medico o fisico o avvocato da sola non basta: anch'egli è un uomo soggetto a vizi e passioni. Quindi anche il blog personale di un famoso oncologo, botanico, chimico, d’un professore di medicina, di diritto o astrofisica, come tutti gli altri non sarà da prendersi sul serio se non riporterà a sua volta le fonti (meglio se più d’una e ovviamente delle riviste più accreditate e accettate dalla Comunità scientifica) di quello che dice. E sì, perché si è visto che anche i luminari, quando sono a casa loro, o in pensione, hanno l’abitudine di dire idee proprie, convinzioni, teorie personali, (frequente il caso del celebre medico che a fine carriera pubblica un libro con le proprie idee sulla medicina, la salute e la prevenzione), oppure concetti molto banali o generici. Tipico in televisione il celebre nutrizionista che rispondendo a una domanda complessa si limita a suggerire di "mangiare di tutto", senza entrare in particolari. Anche qui diffidare.
Alcuni scienziati ed esperti, poi, hanno la tendenza a uscire dal proprio campo di specializzazione, di parlare di tutto, dicendo anche cose strane o molto discutibili, insomma di “pazziare”, come dicono a Napoli. Altri, invece, quando sono in pensione o anziani, diventano meno rigorosi e sono pronti ad accettare studi che non avrebbero condotto o accettato da giovani. Come il grande chimico T.Colin Campbell che dopo una carriera di successo, arrivato a 80 anni ha cominciato a collegare in modo arbitrario studi scientifici tra loro, a trarre deduzioni affrettate, a sparare “idee sue”, e non su un blog ma con un libro molto venduto (China Study). In uno dei suoi studi riferiti, avendo somministrato caseina ai topi ha dedotto che i formaggi (ricchissimi di acidi grassi, molti dei quali neutri o protettivi, e di minerali, non soltanto di caseina) fanno male all’Uomo, la cui civiltà è nata pastorale. Ma mai nessun uomo ha mai mangiato caseina!
Più gravi ancora le inesattezze ripetute, le illogicità e le vere e proprie panzane dei libri di divulgazione o dei libri di "rivelazioni" di qualche segreto o scoperta scientifica inedita o "rilettura" storica, spesso editi da editori piccoli o sconosciuti o screditati, scritti da giornalisti non scientifici o istruttori di palestra, terapeuti alternativi, sedicenti "cultori locali", storici "anticonformisti", "esperti" di erbe o alimentazione o salute ecc. Perfino nei casi migliori e più fortunati nelle vendite (penso a un recente libro che ha rivalutato i Borboni e denigrato il Risorgimento), l'autore è incapace di districarsi criticamente tra i fatti e le prove, mettendo tutto sullo stesso piano, cose serie e poco serie, importanti e secondarie, tesi attendibili suffragate da molti studiosi e tesi balzane non accettate da nessuno studio serio.
GIORNALI SATIRICI E UMORISTICI. Finte bufale, innocue perché riconoscibili, quindi non-bufale, sono quelle con finalità umoristiche dei giornali satirici (“Lercio”, “Il Male” ecc.) e in passato anche della radio, come l’invasione degli extra-terrestri annunciata in diretta da Orson Welles.
RISCHI DI CENSURA,
NORMALIZZAZIONE E AUTORITARISMO. Oggi è
in atto una vera campagna di stampa e di contro-informazione finanziata da
Governi, fornitori di servizi Internet , Organizzazioni internazionali politiche
o scientifiche (p.es. OMS, alquanto screditata da quando si è vista una strana sua
vicinanza alla Cina, anche sull'epidemia di Wuhan). La pandemia è sembrata
un'occasione d'oro per mettere a tacere voci dissidenti. “Lasciate lavorare noi
esperti ufficiali”, hanno detto alcuni. Dalle accuse di "notizie
false" su epidemie, vaccini e sanità, è facile arrivare alla
normalizzazione del pensiero, e non solo scientifico o sanitario, in altri
campi, una volta neutralizzato lo spirito critico delle popolazioni.
Ma di che cosa si ha
paura? Se le obiezioni o idee alternative sono sciocchezze – e talvolta lo sono, fatte proprie da
incolti e sprovveduti, senza una minima prova seria – allora sarà facile
smentirle. O forse non si è capaci di smentirle, o si è troppo pigri per
impegnarsi a documentare, a portare le controprove, a dimostrare che la tale
tesi, presunta "bufala", è falsa? Sarebbe grave.
Ma se invece si tratta di esperti,
uomini di scienza e di studio che interpretano in modo diverso o
fanno una sintesi diversa di migliaia di ricerche scientifiche in
un campo, bisogna prestargli attenzione e rispetto, dialogare con loro in modo
civile e provare a smentirli apertamente, prove alla mano, secondo il confronto
delle idee tipico sia della Scienza, sia del Liberalismo.
La Scienza non è la fonte di Verità assolute, come la
Religione, ma il luogo per eccellenza della continua scoperta, del procedimento
“per prove ed errori”, dei nuovi studi che migliorano-completano-smentiscono
quelli precedenti; insomma della dialettica, dello spirito critico, della
discussione e del confronto con chiunque, esperti accademici e no, sulla base
di ricerche, ragionamenti e prove. E d'altro canto ogni tesi, anche
evidente, anche approvata da tutti, è valida solo pro tempore, solo se riesce a
passare indenne attraverso le smentite e le tesi contrarie, finché non è a sua
volta superata (per parafrasare Popper).
Bisogna perciò distinguere almeno tra due tipi di pretesa
"bufala" o fake news:
1. FATTI. La tipica
fandonia, bufala o fake-news è su un fatto; per esempio dire su
YouTube o scrivere su un blog o su Facebook che il tal politico è indagato
dalla Magistratura o che lo yogurt biologico previene il cancro; perché chiunque
può immediatamente fare una ricerca facile e appurare la falsità o veridicità
del fatto. Ecco perché "fact checking" è
chiamato il doveroso controllo sul fatto e sull'affermazione che lo riguarda.
2. OPINIONI. Diverso è il caso di questioni
complesse che riguardano non un fatto, un evento, ma l'interpretazione di
centinaia, migliaia di studi o di eventi, tanto più se toccano discipline
diverse o se si cita qualche documento o prova. In questi casi non si può
parlare di fake news, ma di diversa opinione, di originale interpretazione, di una diversa tesi. Che in futuro, potrebbero
diventare le tesi approvate, dominanti.
La STORIA del pensiero e della
Scienza ha dimostrato migliaia di casi in cui le asserite “fandonie”, spesso
punite dal Potere o accompagnate dal discredito generale degli esperti, si sono
rivelate assolutamente vere e sono diventate a loro volta le tesi dominanti. Ancor
oggi, gli attuali criteri aberranti con cui sono considerate “bufale” o “fake”
le idee che non piacciono alla vulgata ufficiale di una Corporazione, un
Partito, o un qualche Potere conservatore, metterebbero ancora sotto accusa Galileo
come ai tempi del cardinal Bellarmino, perché diffusore di fake news pericolose,
cioè di una tesi non approvata, anzi, smentita dalla bibliografia ed eversiva
rispetto al pensiero dominante che voleva la Terra immobile e il sole con l’intero
firmamento rotante all’intorno. Non solo, ma docenti universitari, medici, chimici,
ingegneri e scienziati vari hanno sostenuto ancora in tempi moderni (in alcuni
casi fino a ieri) che patate e pomodori sono tossici; o che il telefono è inutile "perché non c’è
penuria di fattorini"; che bisogna consumare vari etti di carne al giorno; che il fumo di tabacco non causa il tumore dei polmoni;
che la margarina artificiale è più
sana del burro; che l’ olio di semi (con
tutto che è raffinato) è più protettivo di quello vergine d’oliva; che uovo e legumi devono essere consumati con molta prudenza, perché il primo ricco
di colesterolo (confondendo il
colesterolo alimentare con l’ipercolesterolemia che è una patologia) e i
secondi indigesti e ricchi di sostanze anti-nutrienti (dimenticando che sono
potenti anti-cancro e anti-diabete); che le fibre alimentari fanno male; che i cereali integrali sono una inutile fisima alla moda (“faddism” mi
obiettò un famoso dietologo sull’Espresso), e così via. Oggi, grazie alla ricerca in continua evoluzione, chi si azzardasse ancora a “credere”
nelle "verità scientifiche” ufficiali di ieri sarebbe bollato a sua volta come
diffusore di bufale. Ancora oggi ai medici che inarcano il sopracciglio quando
gli dico che non solo è possibile ma sano consumare un uovo al giorno, e mi
accusano di diffondere bufale alternative, rispondo con l’invito a studiare ciò
che non io, ma la Scienza ha dimostrato.
Evviva la libertà della Scienza e il
confronto civile tra le idee, anche le più strane ed eterodosse, senza ricorrere all'arma disonesta di accusare un'idea dioversache abbia un minimo di plausibilità e attendibilità di essere una panzana diffusa ad arte, cioè una bufala!
IMMAGINE. La falsa "testa di Modigliani", attribuita all'artista livornese perfino da famosi critici d'arte, in realtà opera di alcuni studenti burloni di Livorno (1984). Può essere considerata la "bufala" perfetta. 2. Presunto cranio di gigante "trovato" sull'isola di Pitcaim (Nuova Zelanda) nel 1934.
5 Comments:
Bellissimo e utile, complimenti.
Ne farò tesoro, grazie.
Bravo, sei unico!
Ah, lo hai ancora migliorato! Complimenti: ora è davvero la voce più completa che ho mai letto sull'argomento. Bella la parte etimologica. E noi romani lo sappiamo da sempre che se uno "ja dato na bufala", al poveretto, in genere un amico, ha dato una fregatura, non solo una notizia falsa!...:-)
Mi scuso per la ripetizione che coinvolge la fine del I capoverso e l'inizio del II, e che a me stesso dà molto fastidio quando rileggo. Troverò il tempo per correggere: siate tolleranti...:-)
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