30 settembre 2006

AGRICOLTURA. Non bruciare i rifiuti vegetali: servono al compost

Non ho mai conosciuto ecologisti "di destra". E anzi non ho mai capito bene in che cosa consiste l'ecologismo "di destra". L'ho sempre considerato un fenomeno di imitazione, se non di infiltrazione, un'infiltrazione smaccata e malriuscita. Come per altre espressioni culturali, la Destra copia dalla Sinistra, con molti anni di ritardo, o vi si insinua. Mussolini stesso cominciò partendo dall'interno del socialismo. E al socialismo estremo, con punte di anticapitalismo quasi comunista, arrivò - fuori tempo massimo - con la Carta di Verona.
Sono stato il primo e a lungo unico ecologista liberale, cioè basato solo sulla scienza e sui diritti di libertà, e come ho polemizzato col finto ecologismo di sinistra, altro mezzo con cui la Sinistra sconfitta dalla Storia voleva prendersi la rivincita, così ho una molta diffidenza per l'ecologismo di destra, finto perché antiecologico e solo politico. Eppure, mi si obietterà, parole come "conservazione" della Natura dovrebbero pure avere un significato eloquente. Ma da naturista della prima ora, da liberale Doc e radicale, cioè riformatore (ma trovatemi un liberale che è contro le riforme liberali) ho sempre pensato che l'atteggiamento conservatore sulla Natura e l'ambiente non si possa confondere con la mentalità e la politica d'un conservatore. Insomma, mi è sempre parso ovvio che per conservare la naturalità dell'ambiente ci voglia paradossalmente una mentalità liberal-progressista, capace di innovare, di cambiare le idee comuni tra la gente, tra i produttori, i consumatori, i politici Altro che "conservatori": è il "palazzinaro", l'inquinatore, il cacciatore, il distruttore dell'ambiente ad avere tutto l'interesse a conservare lo stato di cose esistente. Queta non movere, et mota quetare.
E così è stato, finora.
Controprova: è proptio il conservatore politico che, di norma, vuole conservare il tran-tran etico-sociale-politico, ma non vuole conservare la Natura, e teorizza addirittura la supremazia assoluta dell'Uomo sull'ambiente. Cioè il suo "diritto" a fare quello che più gli aggrava, strafottendosene degli altri, dell'ambiente, nella Natura. Come se riservasse solo alla Natura quell'interventismo, quell'attivismo, quel "progresso" che rifiuta in tutti gli altri campi.
Perciò mi ha meravigliato leggere cose sensate in un blog di Fare Verde, il gruppo ambientalista di Destra estrema. Loro obietteranno che il mio identikit del conservatore non va bene per loro, che probabilmente si considereranno rivoluzionari, come il fascismo.
Riporto, perciò, l'articolo sulla "Pirolisi e rifiuti: la frazione organica dei rifiuti è meglio non bruciarla" dal blog di Fare Verde della Sardegna. Sono d'accordissimo sull'uso agricolo del compost ottenuto dai rifiuti vegetali (non "organici" genericamente, ma "organici vegetali"). Dovremmo assolutamente evitare di bruciarli, sarebbe uno spreco assurdo di risorse utili come concime. Capisco dove va a parare l'obiezione: negare gli inceneritori in toto, il che mi sembra eccessivo e sbagliato. Anche perché, nel frattempo, mentre aspettiamo la nuova tecnologia, che ne facciamo dei rifiuti, continuiamo ad esportarli in Germania o a bruciarli senza garanzie dove capita?
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"In una notiza ANSA di oggi L'ENEA afferma che in un futuro molto prossimo sarà possibile smaltire i rifiuti in modo "pulito" e fare a meno degli attuali inceneritori. Moderni impianti dotati di diverse e più avanzate tecnologie sono destinati a mandare in soffitta i vecchi inceneritori. Un nuovo tipo di forno (klin), totale assenza di ossigeno, dissociazione molecolare a più basse temperature (400° contro i 1.300° degli inceneritori), assenza di diossine e furani nelle emissioni, fumi senza polveri: sono queste le caratteristiche che fanno della pirolisi la tecnologia del futuro per lo smaltimento dei rifiuti. Tra i vantaggi di questa nuova tecnologia, c'è il vantaggio di "trattare la frazione umida insieme alla frazione secca".Si tratta di una notizia che offre un motivo in più per sospendere la costruzione di nuovi impianti di incenerimento in vista di tecnologie più avanzate.
Tuttavia, per quanto riguarda la frazione organica, il rischio è che un metodo più "comodo" per disfarci dei nostri rifiuti porti alla distruzione di enormi quantità (fino a 10 milioni di tonnellate, dati APAT-ONR 2005) di scarti organici (umidi e verdi) che rappresentano una risorsa da recuperare con la raccolta differenziata e riciclare in impianti di compostaggio.In particolare, la frazione organica dei rifiuti urbani rappresenta una risorsa strategica per le politiche di protezione dei suoli, sempre più necessarie e urgenti per affrontare il fenomeno della desertificazione che interessa tutti i paesi dell'Europa del Mediterraneo.
In Italia, circa il 30% dei terreni agricoli è a rischio di desertificazione. Per il 5,5% di questi la desertificazione non è più un rischio, ma una realtà, contenendo meno dell'1% di sostanza organica. Particolarmente preoccupante è lo stato dei terreni agricoli in Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Diverse sperimentazioni hanno dimostrato che è possibile restituire sostanze nutritive alla terra mediante l'applicazione di compost, ottenuto dal riciclaggio dagli scarti organici.
Per questo è necessario recuperare la frazione organica dei rifiuti mediante raccolta differenziata invece di distruggerla, qualsiasi sia la tecnologia utilizzata, e utilizzarla come compost per combattere il preoccupante fenomeno della desertificazione. Anche dal punto di vista energetico, il compostaggio può essere una risposta: prima di diventare terriccio ammendante e fertilizzante, i rifiuti organici, se trattati in specifici impianti, possono produrre biogas da utilizzare come fonte realmente rinnovabile di energia.
Fare Verde auspica, quindi, che parallelamente alla ricerca e allo sviluppo delle pur necessarie tecnologie per smaltire i rifiuti residui con il minore impatto ambientale possibile, si adottino provvedimenti normativi specifici che rendano obbligatorio il recupero della frazione organica mediante raccolta differenziata su tutto il territorio nazionale".

1 Comments:

Blogger firak said...

Moslte souzioni per la trasformazione dei rifuti,
in modo acologico le possiamo trovare nel sito www.em-italy.com

16 gennaio 2007 alle ore 09:03  

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