29 settembre 2006

IL CIELO SOPRA ROMA. Il "giallo" dei gabbiani sull'Altare della Patria

Il "giallo" dei gabbiani sul monumento al Milite Ignoto, il Vittoriano. Sì, ma non si tratta di guano, di escrementi, piuttosto d'una vicenda misteriosa, degna d'uno Sherlock Holmes zoofilo.
Sapete che non mi piacciono le palestre. L'unica palestra per me è la Natura. L'unico esercizio fisico che mi piace è andare per monti, foreste, valli, ruscelli, canyon, altopiani, vette. E in città? Dopocena, col fresco, il poco traffico, il calo dell'inquinamento, se non ho impegni faccio quello che io chiamo "hiking urbano". Cammino velocemente da casa mia (vicino all'Hilton) fino a piazza Venezia, passando per via Trionfale o Balduina, Risorgimento, Conciliazione, via Giulia (anni fa, il chilometro esatto di via Giulia lo facevo in 7.30 min., cioè ad una velocità di 8 km/h), piazza Farnese, Ghetto.
Un bel percorso. Tranquillo. Lontano dalle folle e dai turisti stupidi. Nella vecchia Roma. Per definirmi "in forma" devo impiegare 55, tutt'al più 60 minuti, non uno di più. Ad una velocità, credo, di almeno 6 km/h.
Ebbene, alla fine del percorso, sbucato dalla piazzetta di Tor Margana sul lato ovest del Vittoriano ero solito vedere alla luce dei grandi fari che illuminano il monumento centinaia di gabbiani volteggiare senza posa.
Vedevo. Mesi fa. Diciamo fino a luglio. Ma di ritorno dalle vacanze estive ho scoperto che non ci sono più. Il cielo è vuoto, pulito. Una cosa mai vista negli ultimi anni. I gabbiani tutti spariti.
Non credo che la Cirinnà, delegata del sindaco per gli animali, abbia assoldato falchi o gheppi, buoni predatori di piccioni (ma non so come se la cavano con i più tenaci, massicci e aggressivi gabbiani... Se così fosse, per carità, non obietterei: come naturista sono per la "lotta biologica": che gli animali se la sbrighino tra di loro, secondo le eterne leggi naturali.
Ma anche se fosse così, i gabbiani sopravvissuti ora starebbero da qualche altra parte. Dove?
Insomma intuisco che qualcosa, e forse qualcosa di grosso, non dirò di grave, deve essere successo nel mese
di agosto, mese com'è noto adatto ai golpe e lle decisioni impopolari o imbrazzanti, mentre tutti erano in vacanza.
Un repulisti anti-gabbiani? Una migrazione totale e improvvisa? Una strage "naturale"? Un cambiamento di abitudini per il rarefarsi delle fonti alimentari?
Non conosco le abitudini dei gabbiani inurbati a Roma come li conosce l'amico Fulco Pratesi, che per primo li ha "scoperti" e documentati.
Che è successo? Lo chiedo sia all'amico Pratesi, sia a Monica Cirinnà.
.
Gabbiano in volo (dis. acquerellato, Internet, modif.)

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

stessa cosa anche in zona Porta Pia...
ma è successo qualcosa?
tutti i gabbiani sono spariti

20 ottobre 2019 alle ore 15:03  
Blogger Nico Valerio said...

Come si può verificare dalla “data segreta” (*), che appare miracolosamente solo mentre si evidenzia col mouse poco sopra al titolo a sn., sto rispondendo a un commento scritto ben 13 anni dopo la pubblicazione dell’articolo. Record mondiale!

(*) LA DATA DEGLI ARTICOLI. Il grave difetto delle informazioni su internet è che spesso non hanno DATA, e quindi prospettiva storica. Oggi moltissimi siti, anche famosi, anche di giornali, evitano accuratamente la data, per avere più clic e pubblicità. Io trovo questo comportamento scandaloso, un inganno al lettore. Ma io, più volte invitato, ho rifiutato la pubblicità nei miei 9 blog, quindi avrei potuto mettere una data. E infatti così era all’inizio. Poi alcuni commentatori a corto di argomenti in qualche polemica si attaccarono al fatto che quell’articolo era “vecchio”, “superato”, perché scritto un mese prima: dovevo “aggiornarlo”. Magari senza neanche averlo letto tutto, perché “troppo lungo”. Così mi inventai la DATA SEGRETA. Il pubblico scemo non lo sa, ma basta evidenziare sopra al titolo verso sinistra e appare la data della prima pubblicazione. L’ho realizzata scegliendo per la data il colore bianco e un carattere piccolo. È utile soprattutto a me stesso quando vaso ad aggiornare o correggere un articolo, sapere quando l’ho scritto. In compenso per i lettori ho istituito quello che più conta: la DATA DELL’AGGIORNAMENTO, come è obbligatorio per serietà negli articoli scientifici e no. Questa l’ho messa alla fine del testo e in rosso molto visibile. Questa, solo questa, è la data che conta in un articolo sul web. Se non c’è, vuol dire che l’articolo non è stato mai modificato: magari non lo meritava, tra centinaia di articoli da tener d’occhio. Basti pensare, al contrario, che nei mei blog di Nutrizione, vista la delicatezza del tema e l’alto numero di lettori, è sufficiente la modifica non solo di un dato scientifico, ma addirittura di una parola qualunque, per farmi decidere di cambiare data di aggiornamento.

20 ottobre 2019 alle ore 20:00  

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