31 agosto 2013

IL PAPA E L’ARANCIATA. Se è vero che la psicologia governa il Mondo.

papa-con-bombilla (matè) ricevuta dai fedeli argentini Ma il Papa è o non è anche un uomo comune? Sì e no. Secoli di finzione e corazze comportamentali, ritualità e simbologia, lo hanno disumanizzato a tal punto da farne una icona. Del bene e più spesso del male. Anzi, le rare volte in cui ha mostrato corporeità, normalità e umanità è stato proprio per rivelare vizi ripugnanti, caratteri disgustosi, arroganza e violenza, oppure infingardaggine, viltà, indifferenza o cinismo. L’ultima volta che un Papa fu accusato di aver mostrato se stesso come veramente era e non come sembrava, fu in occasione della presunta e scandalosa “Papessa Giovanna” (a cui abbiamo dedicato un lungo articolo sul “Mondo del Belli”), figuriamoci. Ma un papa è anche e soprattutto una persona inerme e debole che si porta appresso un carattere, una personalità, una biografia spesso inadeguate al peso della sua carica. Senza  contare che in quanto prete, per la contorta e spesso patologica psicologia che sta dietro le vocazioni e la rinuncia, può avere tutti i problemi caratteriali e i disturbi della personalità.

Anche papa Francesco mostra di avere una psicologia complessa che domina i suoi comportamenti. Meraviglia (e qualcuno tra i prelati sono sicuro che in cuor suo si scandalizzerà) la sua esibita “spontaneità”, la ricerca costante del contatto con gli altri, la paura evidente di restare solo, sia pure negli appartamenti papali. Insomma, il bisogno di sentirsi “normale”, come gli altri.

A proposito rivelo un divertente siparietto di qualche giorno fa in Vaticano, riferitomi (mentre al mercato comperavamo insieme della frutta...) da una mia amica giurista, piuttosto clericale, testimone diretta e affidabilissima. Un gruppetto di persone, tra cui la giurista stessa, sta parlando del più e del meno, quando all'improvviso piomba il Papa in abito bianco, e facendo il gesto di toccarsi entrambe le tasche come per dire di non avere il portamonete e di essere senza soldi, dice: "Scusate, sto morendo di sete, chi mi offre qualcosa da bere?". Passati alcuni secondi di sbalordimento, gara di velocità tra i presenti, vinta, sembra, da un elettricista che aveva assistito alla scenetta. Informatosi del luogo di lavoro del tecnico, papa Francesco si profonde in ringraziamenti e gli assicura non solo che tornerà all'indomani a saldare il debito, ma offrirà anche un gelato a chi lo ha "soccorso".

Morale: questo papa vive il Vaticano come un'opprimente prigione ("Mi sembra di essere dietro le sbarre" aveva detto), mentre era abituato a mischiarsi alla gente e a vivere in collettivi, non da solo (e infatti dorme in albergo, dove può mangiare in mensa: tutti i gusti son gusti...). A Buenos Aires prendeva ogni giorno metropolitana e bus, cosa che ora gli è vietata.

Tutto questo per dire che anche per papa Francesco gran parte delle motivazioni di quello che fa e farà sono da ricercarsi nella sua psicologia, che la politica senza psicologia non esiste, che il carattere prevale spesso sulla personalità, che anche lui deve avere problemi risalenti all'infanzia o adolescenza o ascrivibili alla famiglia, che se conoscessimo bene la sua biografia minuta potremmo prevedere tutte le sue mosse “organizzative”, "politiche" o "teologiche"!

JAZZ. Incredibile cura e precisione (editing, brani singoli, note musicali, note tecniche ecc.) del video YouTube forse più perfetto e maniacalmente completo. Si tratta di un album completo intitolato al pianista Dave Brubeck, simbolo negli anni 60 di un jazz “da camera” leggero, rilassato, senza la minima punta o asprezza di colore, allora come oggi gradito anche a chi il jazz non lo sopporta troppo. La critica matura, però, pur con i limiti evidenti di questo tipo di “cool jazz” snervato, annacquato ed europeizzato, non ha espunto né Brubeck, né Desmond dal novero della ortodossia jazz. E ci sarà un motivo.

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