ANIMALI IN CASA. Vespa vasaio: ama i libri, ha tenacia e memoria d’elefante…
Prima tra tutti una strana vespa solitaria, la vespa vasaio o muratore, detta così perché costruisce piccoli nidi di argilla o fango con varie celle, in alcune specie vasi allungati come anfore ben staccati l'uno dall'altro, in altre specie piccole cavità in un unico blocco. Questa vespa approfitta delle nostre finestre spalancate, interpretandole come segno di nostra grande liberalità, anzi, come la naturale estensione del “loro” territorio, e per egoistico istinto credono che tutto l’ambiente circostante sia per loro.
Anche noi umani eravamo così arroganti ai primordi? Certo, e lo siamo tuttora. Quello che c’è all’intorno era ed è tutto “nostro”. Insomma, la vespa vasaio fa un po’ quello che fanno ancor oggi – lasciatemelo dire – i peggiori dei bambini e dei vecchi, e tutti i prepotenti patologici. Fatto sta che quegli opportunisti di insetti volanti cercano, e proprio dentro casa nostra (con tanti bei luoghi naturali a disposizione...), un posto tranquillo dove costruire un nido, protetto, inaccessibile ai predatori (passeracei, chirotteri, ma soprattutto il loro predatori specializzati come i falchi e soprattutto il F. pellegrino); ma, attenzione, il loro concetto di "tranquillo" è diversissimo dal nostro e ancora tutto da capire, visto che sono stati scoperti e fotografati loro nidi anche in stanze solitamente affollate e rumorose, e perfino dentro un pianoforte, una chitarra, un televisore funzionante! Sanno benissimo, gli astuti, che noi umani, vuoi per schifo ingiustificato, vuoi per paura, vuoi per rispetto ecologico, non li mangiamo! E così preferiscono le nostre case ai buchi nelle rocce, ai boschi e ai prati. Noi li ringraziamo, anzi, siamo commossi di fronte a tanta fiducia... Però ci sono fanciulle che non ci dormono la notte, e signore mature che entrano in crisi di panico.
Per il resto, nulla da eccepire. La vespa vasaio è bellissima. Anche se, basta osservarla in volo, è davvero inquietante. Ha un assetto di volo, per dirla in termini aeronautici, che non assomiglia per niente al solito insetto, ma è tipico di un aereo da caccia che sta atterrando su una portaerei col grosso carrello abbassato. Le lunghissime zampe striate di giallo sono distese in basso, mentre il ventre appuntito resta curiosamente orizzontale. Inconfondibile, quel “vitino da vespa”, in questo caso da anoressia patologica al terzo stadio: quello da donna mostruosa da circo. Tra busto e ventre, infatti, la vita è così stretta e lunga da essere poco più che un tubicino. Neanche la famigerata “donna-crisi” delle modelle disegnate da Ertè poteva tanto, pur trattenendo il fiato. Certo la Sceliphron è la vespa che pur vivendo pochissimo ha la vita più lunga.
E' un insetto piuttosto grande. La lunghezza totale del corpo in alcune specie arriva anche a 4 cm, che per un insetto in Europa è davvero tanto. E in volo le due zampe penzoloni sono di lunghezza analoga, quindi l’insieme è davvero inquietante per chi non le conosce.
Le vespe vasaio o muratore presenti in Italia appartengono a cinque specie e non tutte hanno la vita gialla della foto in alto. Sono insetti che fanno parte dell'ordine degli Imenotteri, famiglia degli sfecidi (Sphecidae), genere Sceliphron, e sono vespe solitarie, cioè non sociali, che non costruiscono alveari collettivi come altre vespe o le api, e neanche vivono in un nido. Infatti di giorno vivono in maniera randagia di preferenza in luoghi assolati e dotati di terra umida, volando, succhiando nettare di fiori e occasionali sostanze zuccherine (cibo naturale degli adulti), e cercando luoghi adatti a costruire un nido per depositarvi le uova. Mentre dopo il tramonto si rifugiano in luoghi riparati tra fronde e cespugli, dove passano la notte. La loro attività più vistosa è la costruzione dei nidi per le larve, a cui lavorano le femmine adulte nell'intento di depositare un uovo in ogni celletta. Questo nido può essere scavato nel terreno (“vespe scavatrici”) o costruito usando argilla o pietruzze ("vespe vasaio", "vespe muratore"). I nidi più comuni sono a forma di vaso (singolo o plurimo).
Come si riconoscono “al volo” (è il caso di dirlo) le varie specie? Sceliphron spirifex (specie autoctona, cioè "nostrana", presente in quasi tutte le regioni - non in Val d'Aosta - ha un volo caratteristico con l'addome nero a goccia tenuto in alto e le lunghe zampe gialle e nere penzoloni. La specie S. destillatorium (autoctona, anch'essa quasi ovunque) ha in giallo vitino, zampe e punti della testa o torace. S. caementarium (alloctona, segnalata in Italia dal 1990, viene dal Nord e Centro-America) ha zampe gialle ma vitino nero. S. curvatum (alloctona, dall'India e dall'Asia Centrale, segnalata dal 1995) è tutta nera e fa le celle nido tutte ben distinte, evidenziate, staccate, senza coprirle tutte di fango come altre specie del genere, tra cui la nostrana spirifex, probabilmente come ulteriore protezione anti-predatori (v. in basso il nido con le cellette unite in blocco).
E' autoctona in Italia anche S. madraspatanum tubifex, presente qua e là. Le specie che hanno colonizzato alcune regioni italiane (per la distribuzione si veda la breve nota con grafico di Ceccolini e Paggetti) non sono state introdotte da qualcuno intenzionalmente, ma devono essere "immigrate" clandestinamente grazie ai nidi fatti dentro involucri di materiali vari importati con le navi.
Come si nutre? La vespa Sheliphron ha una doppia dieta. Da adulta si nutre succhiando le sostanze zuccherine presenti nel nettare dei fiori. Per far questo, però, si “sporca” di granuli di polline che trasporta inevitabilmente da un fiore all'altro permettendo così l' impollinazione e la conseguente formazione dei frutti; ha, cioè, un’importantissima funzione di insetto pronubo. Le sue larve, invece, sono carnivore e molto voraci, e perciò la femmina adulta quando deposita un uovo in ciascun nido lo accompagna sempre con abbondante cibo sufficiente allo sviluppo delle larve stesse (nido pedotrofico). Si tratta di prede vive ma paralizzate dal veleno iniettato col pungiglione: sempre piccoli ragni di varie specie. Così ogni larva dopo la schiusa dell’uovo prima divora quel che ne resta, poi si nutre a poco a poco di tutti i ragni vivi ma paralizzati che trova nel nido, fino a maturazione completa. Naturale, perciò, che la vespa femmina madre sia dotata di un grande istinto di caccia e sia una infallibile e spietata raccoglitrice di piccoli ragni.
Pericolosa? No, ci sono numerose foto che la mostrano posata sulle dita del fotografo. La vespa Sceliphron è molto meno pericolosa di altre vespe, per esempio di Vespa crabro (il comune calabrone), che incute timore perfino agli zoologi entomologi, come mi ha detto tra il serio e il faceto l'amico Carlo Consiglio, correggendomi per averlo definito "innocuo" in una precedente versione di questo articolo: «Non definirei "innocuo" il calabrone, che mi fa molta paura dato il gran numero di individui che frequentano il nido. La sua puntura è dolorosa, io l'ho sperimentata». Per fortuna, la vespa vasaio non è né il comune calabrone nostrano (ed essendo solitaria non può farsi aiutare dai compagni dell'alveare), né tanto meno il terribile calabrone gigante di origine asiatica, che pure comincia a fare vittime in Europa e anche in Italia.
"Innocua" per l'uomo, perciò, con le eccezioni di cui più avanti e con la prudente approssimazione che sempre si fa per gli animali, selvatici o no. Ha un corto pungiglione aghiforme non uncinato, cosicché è in grado di pungere, anzi, dopo aver punto potrebbe ritrarlo - a differenza delle api - e pungere altre volte. Ma di solito questo non avviene sull'uomo - come detto sopra - ma solo sui piccoli ragni o altri insetti piccoli e a scopo alimentare (è un abile e aggressivo predatore, inesorabile con ragni e con insetti perfino più grandi. Ma lo fa più per la prole (le larve) che per sé. Piuttosto, ha mandibole a tenaglia, grandi e potenti, come si vede nella macro-fotografia (qui sono chiuse), con cui uccide le sue prede, le decapita, le fa a pezzi, ma con cui trasporta anche le prede anestetizzate nel nido e la terra argillosa per costruire il nido (foto in alto).
Anche se appare tenace, riottosa e aggressiva nel caso che tentiate di cacciarla, tranquilli: non punge "quasi" mai, e non si rivolta contro col pungiglione se viene allontanata con un giornale, un indumento o entrambi i palmi delle mani (una sola mano non basta) verso la finestra aperta, che è l'unico modo per mandarla via. Punge solo in casi rari o comunque per salvarsi quando è sorpresa da una minaccia diretta e improvvisa senza vie di scampo. Per esempio, in un forum di entomologi un appassionato particolarmente sfortunato afferma di essere stato punto per aver infilato il braccio nella manica di una camicia in cui era rimasta intrappolata una Sheliphron. Dolore modesto durato pochi minuti. Ma è un caso eccezionale. Quando è giovanissima, cioè appena dopo il passaggio da larva a individuo maturo, è invece curiosa e confidente, cosicché si posa volentieri anche sulle dita, ovviamente senza nessuna conseguenza (v. immagine in basso). Invece, gli adulti, le madri specialmente, sono assai poco confidenti, ma tenaci nel voler presidiare il territorio.
Guardate nell'immagine in basso quanto sono numerosi i ragnetti paralizzati che la femmina di Sceliphron lascia come scorta alimentare per la futura larva in ogni nido! Essendo vespa solitaria, ciascuna femmina adulta del genere Sceliphron, a differenza delle altre vespe che sono insetti sociali che vivono in alveari sottoterra o in ripari poco visibili, depone le sue uova suddividendole uno per nido o cella (la tipica "anfora" di fango argilloso o più nidi in un solo blocco). Costruisce ogni nido velocemente, anche in un giorno (se le è permesso effettuare molti viaggi, se cioè la finestra o la porta dalla quale entra resta aperta a lungo). Una femmina è stata vista portare nuova argilla ogni 15 minuti circa. Secondo un forum di natura mediterranea, «abitualmente dovrebbero esserci in un anno due generazioni, una [veloce] che si completa tra primavera ed estate e una seconda [lenta] che sverna nel nido e schiude la primavera successiva». Si calcola che una femmina possa deporre in media solo 15 uova circa nella sua breve vita.
Ad ogni modo, il problema per noi ottusi cittadini è che questa vespa vasaio è sempre più frequente, come attestano gli entomologi, in Europa e in Italia. E la femmina di Sceliphron vuol fare assolutamente il nido nella nostra casa. Tutti gli angoli più nascosti e meno battuti, spesso al buio o inaccessibili perché troppo alti per noi umani (fessure nelle travi del soffitto, intercapedini, alloggiamenti di serrande, parte superiore di armadi, ultimo piano di librerie o libri nascosti da altri libri, ripostigli poco usati, scatole vuote abbandonate ecc.) vanno bene per l'opportunistica femmina di Sceliphron.
Ma per chi ha libri è davvero un pericolo: si incaponisce a costruire caratteristici vasi di fango o argilla a forma di anfora perfettamente torniti proprio sul taglio dei libri più nascosti. Insomma, un imenottero intellettuale. Che per fortuna disdegna le preziose copertine. Vi dirò, anzi, a ben vedere io paradossalmente considero i nidi della vespa vasaio tipici degli intellettuali distratti. Infatti, grazie alla mia pluriennale esperienza, posso assicurare che è unicamente colpa della neghittosità e cattiva disposizione d’animo degli Umani pseudo-colti – la specie peggiore – se lor signore vespe, che sono a loro modo insetti molto intelligenti e di possente memoria, trasmessa di madre in figlio, possono esaudire la loro morbosa tendenza parassitaria a costruire il nido nelle biblioteche, sempre però con fango o argilla fresca (ci deve essere nei giardini attorno, quindi attenti, verso maggio, alle giornate successive a grandi piogge o agli acquitrini che si formano nei giardini o nei vasi di fiori) nei luoghi più riparati e tranquilli, tipicamente il taglio dei libri in una – ecco il punto – poco frequentata libreria.
Perciò dico e ripeto da anni che le ingiustamente odiatissime vespe vasaio, sia pure dannose per la loro caccia ai piccoli ragni nel periodo della nidificazione, sono però utilissime per un altro aspetto, diciamo così, umano. Sono un marker, un indicatore certo, della nostra pigrizia intellettuale. Infatti ho notato che scelgono i luoghi nascosti e poco frequentati, i cornicioni troppo in alto, i ripostigli mai aperti, le intercapedini mai ispezionate, ma soprattutto i libri raramente usati, meglio se mai mossi da anni, in quanto sono nascosti alla vista e ormai inaccessibili. L'ideale sono i libri ostruiti da altre file di libri (per mancanza di spazio). L'intellettuale medio è distratto e non nota la vespa (grande insetto dalla vita sottile che egli - se è un letterato - scambia per un banale e "innocuo" - sbagliando, perché sarebbe molto più pericoloso - calabrone) che viene ogni giorno in avanscoperta per scegliere il luogo del nido, affacciandosi alla finestra e ronzando a lungo per trovare uno spiraglio, soprattutto nelle ore calde (10h-16h).
Attenzione poi: questi animaletti hanno una memoria prodigiosa che si tramandano per generazioni. Se si è stati “gentili”, cioè disattenti, con loro una volta, se lo ricordano sempre. Ancora oggi, a distanza di anni, quando ho ormai imparato a lasciare in mia assenza buio lo studio (con serrande abbassate: solo uno spiraglio di luce), oppure chiudendo del tutto i vetri, vedo ad ogni primavera una vespa madre – ovviamente sempre diversa – in avanscoperta, che ronza attorno alla finestra e vorrebbe entrare, e non sa darsi pace. E’ stupefacente: il suo computer interno, sulla base delle informazioni di vespe delle generazioni passate, le ha detto che qui ci sono posti ideali per il suo nido, già utilizzati da vespe sue antenate. E quindi è probabile che una vespa delle generazioni successive, purché viva nelle vicinanze, tornerà nella stagione della nidificazione nei medesimi rifugi “conosciuti”! Basti pensare che l'ultima volta che scoprii un nido in casa fu 10 anni fa: ebbene, tornaronoo ancora a perlustrare ogni primavera, per anni! Lente ad adattarsi? No, tenaci, insistenti. E’ questo che inquieta. Ora, dopo tanti anni che trovano le serrande abbassate nelle ore più calde delle stagioni calde, hanno aggiornato il "data base" mnemonico e hanno cancellato il mio studio (in attesa di un mio errore, s'intende) e non tornano più. E un poco mi dispiace.
Quindi un consiglio: soprattutto da aprile a giugno, ma anche in estate e negli autunni caldi, durante le ore calde e di sole pieno teniamo abbassati scuri o serrande, in modo da lasciare in penombra o al buio la stanza oggetto di attenzione da parte della vespa, che in tal modo non è invogliata a entrare anche se lo spiraglio in teoria lo consentirebbe. Oppure, se ci allontaniamo per lungo tempo, chiudiamo del tutto i vetri della finestra o serrande-persiane. Insomma, è la medesima tecnica del buio usata per allontanare le mosche. E quando si spalanca tutto per cambiare aria? Attenzione, dobbiamo essere presenti, vigilare con cento occhi che non entrino: e se siamo chini a leggere un libro o a scrivere al computer, alziamo di tanto in tanto lo sguardo o teniamo vigile la "coda dell'occhio". Per dirne una, non potete abbandonarvi nella lettura. Eh, lo so, è un piccolo sacrificio quando fa caldo e si vorrebbe spalancare tutto e non pensare a niente.
Guai, però, ad ucciderle! Sono insetti bellissimi e utili. Anzi, visto che prima o poi… eehm… farete amicizia, provate a fotografarle: ne ricaverete delle macro-foto stupende. Appena un esemplare entra dovete essere velocissimi: non dategli tempo di nascondersi da qualche parte. Coglietelo di sorpresa: è sufficiente, anche se non facilissimo, cacciarlo. Ripeto, non è semplicissimo: le vespe vasaie sono innocue, certo, ma molto tenaci e insistenti, non hanno per niente paura (e proprio la loro mancanza di paura terrorizza alle volte le fanciulle più paurose…). Ho sperimentato l’efficacia deterrente dello sventolarle addosso letteralmente “accompagnandole vigorosamente fuori dalla finestra” un oggetto tessile abbastanza pesante, come un asciugamano o una camicia. Le sole mani spesso non bastano.
Se poi la vasaia abusiva non siete riusciti a cacciarla e notate che si dirige sempre verso un punto (può essere una libreria, una scatola, una cornice, un soppalco, perfino un divano o un televisore), ahi ahi, gatta ci cova: andate a cercare lì dietro, spostate soprammobili, libri e opuscoli, guardateli uno per uno, esaminate i volumi lungo il taglio (in genere quello superiore) per vedere se già hanno costruito i tipici nidi di argilla o fango ad anfora o a blocco unico. Se sì, osservateli bene: se i nidi sono aperti e vuoti, vuol dire che le giovani vespe adulte sono già sciamate, e le anforette di argilla potete anche gettarle o anche conservarle come curiosità zoologica.
Se invece i nidi sono ancora sigillati, vuol dire che all'interno le larve stanno crescendo nutrendosi dei ragnetti, e che al colmo dell'estate o in primavera romperanno il guscio e sciameranno via sotto forma di giovani insetti adulti. In tal caso non fate nulla. Anzi assicuratevi che resti sempre aperto di giorno uno spiraglio qualunque (anche un tubo dell'aria) collegato all'esterno. Se le giovani vespe appena nate trovano finestre e spiragli chiusi in tutta la casa (cosa piuttosto rara in primavera-estate), muoiono per esaurimento delle riserve energetiche a causa del grande sforzo fatto per aver dovuto rompere il tappo e per i primi affannosi voli in carenza di cibo - che ormai dovrebbe essere zuccherino - e di acqua.
Che i nidi siano aperti o chiusi, scoprirete comunque che queste vespe scovano e scelgono sempre i nostri libri meno letti. E certi intellettuali iconoclasti e alternativi che conosco, che hanno voluto punire un libro o un autore odiato relegandolo in garage o in cucina sopra una credenza polverosa o in mezzo a un mucchio di vecchi volumi – davvero, per certi libri, i luoghi più consoni – poi hanno dovuto pentirsene amaramente. La terribile e tenace vespa bibliotecaria ha gusti severi, da critico letterario, anzi no, è acida e ingiusta come una professoressa che si è alzata con la luna storta e ti interroga proprio sugli autori secondari che stanno solo in nota, e che tu ovviamente non hai letto. E’ anche vendicatrice e punisce sempre i pigri, i tradizionalisti o anche gli odiatori aprioristici, diciamo gli intellettuali antipatizzanti. Li punisce facendo il nido sul taglio delle pagine dei volumi da loro odiati o dimenticati, come, che so, le chicche di nicchia come La Vera storia di Santa Rita di Yves, il sempre citato ma mai letto Ulisse di Joyce, l’esagerato Guerra e pace di Tolstoj, o l’inutile Pendolo di Foucault di Eco, e così via. Insomma, la vespa vasaio non colpisce mai a caso le sue vittime, ma sceglie. E sbagliando indovina. E’ una vespa censoria. Diciamolo: è insieme il nostro memento e mea culpa.
IMMAGINI. 1. Il caratteristico inquietante assetto di volo di Sceliphron. L'individuo fotografato, per esattezza di classificazione zoologica, avendo del giallo sul torace dovrebbe appartenere, secondo l'entomologo C. Consiglio, a Sceliphron distillatorium. 2. Nidi di fango argilloso a forma di vaso attaccati al taglio dei libri (foto L. Bartolini). 3. Nido distaccato da parete con ragnetti e larve (C.Reille). 4. Femmina di Sceliphron spirifex porta argilla tra mandibole per costruire il nido per la larva (Forum Natura Medit.). 5. Palline di argilla lasciate cadere da Sceliphron spirifex disturbata dall'uomo (Forum Natura Medit.). 6. Sceliphron caementarium femmina uccide con mandibole preda Argiope bruennichi. 7. Vespa vasaio in macro-fotografia: testa, antenne, occhi, mandibole. 8. Sceliphron caementarium (JP Lavigne). 9. Artiglio dentato di S. curvatum. 10. Sceliphron spirifex in natura: succhia nettare da un fiore: gli zuccheri sono il suo alimento da adulta. 11. Un nido aperto e uno sigillato (L. Bartolini). 12. Il contenuto in ragnetti vivi ma paralizzati lasciato in un solo nido dalla madre Sceliphron per lo sviluppo delle larve che usciranno da ogni singolo uovo. 13. Un neonato di Sceliphron (probabilmente S. spirifex, perché non sembra avere macchie gialle sul torace) si fida e si posa pacificamente su un dito. E il proprietario del dito sembra fidarsi anche lui. 14. Un nido a cellette plurime non separate, forse per ulteriore protezione (prob. di spirifex secondo il forum di Natura Mediterraneo da cui abbiamo tratto la foto). 15. La vespa vasaio (mud dauber) è diventata molto popolare tra i giovani, specialmente nel mondo anglosassone, tanto che esistono anche magliette e minigonne col disegno di questo originale insetto (questa minigonna è in vendita su Red Bubble).
JAZZ. Una bellissima e rara interpretazione di Django Reinhardt che impegna la chitarra in un insolitamente lungo assolo nel più puro stile swing. Il brano è Body and Soul
AGGIORNATO IL 18 OTTOBRE 2020